Snai. Si riduce il numero dei lavoratori a rischio licenziamento, ma rimane il problema degli ammortizzatori sociali

Migliora la situazione dei lavoratori della Snai a rischio licenziamento si passa da 90 a 68 lavoratori, di cui 55 nella sede di Porcari, la più grande d’Italia. Un progresso, ma evidentemente la situazione resta grave. La società farà ricorso contro la decisione dell’Inps di negare gli ammortizzatori sociali ai dipendenti dell’azienda. Nell’incontro di Roma tra direzione e sindacati, la società ha confermato il piano degli esuberi ed aprirà a giorni le procedure di mobilità.  Alla base della controversia con l’Inps sarebbe la fusione tra Snai e Cogemat, infatti la previdenza sociale non riconosce la classificazione di attività industriale, qualificandola come società del terziario. In sintesi niente risorse per gli ammortizzatori sociali dei lavoratori metalmeccanici nonostante i versamenti.

“Come sindacati sosteniamo l’azione dell’azienda contro l’assurda posizione Inps e continueremo tutte le azioni per il riconoscimento dell’attività industriale della Snai- ha commentato Massimo Braccini della Cgil- Oltre agli esuberi ci sono 37 trasferimenti, la gran parte ha trovato soluzione  l’azienda procederà nei prossimi giorni ad aprire una a procedura di riduzione di personale ed un periodo di confronto sindacale per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti potendo utilizzare specifici ammortizzatori sociali, anche se è evidente che quelli previsti dal terziario sono ridotti rispetto all’industria”.

“Queste settimane saranno decisive- ha aggiunto Narcisa Pellegrini (Fim Cisl)- ma non siamo soddisfatti dell’annuncio dell’azienda sugli esuberi, il cui presunto calo è dovuto al fatto che in questi mesi 22 lavoratori sono fuoriusciti volontariamente. A Porcari andranno persi tanti posti di lavoro ei lavoratori hanno bisogno di garanzie. Per questo siamo uniti all’azienda nella battaglia all’Inps”.

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