“Esprimo tutto il mio disappunto nell’apprendere che la Conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviare la discussione della mia proposta di modifica della legge regionale ’21/2014′ relativa alle ‘Norme per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico’”. Così la consigliera regionale Carla Casciari (Pd) che dice di non comprendere la decisione, “soprattutto perché questo atto, votato in Terza commissione, è passato con solo due astenuti. Rinviare la sua votazione, perché solo ora è arrivata una lettera di richiesta di un confronto da parte di una associazione di gestori, non lo ritengo etico proprio perché l’Umbria è stata una delle prime Regioni a deliberare una legge sulla ludopatia”.
“La proposta di legge – spiega Casciari – è volta ad equiparare le nuove sale scommesse, oggi autorizzate solo dalle Questure con i requisiti del Testo unico di Pubblica sicurezza, alle sale da gioco, in particolare per quanto riguarda la distanza da luoghi sensibili, dopo che la giurisprudenza ha decretato la loro pericolosità per la salute pubblica. Nell’ultimo rapporto Epidemiologico sul ‘Gioco d’azzardo patologico nella regione Umbria’, redatto dall’Osservatorio regionale delle dipendenze – aggiunge -, emerge che nel 2014 il 39,7 per cento della popolazione studentesca, di età compresa tra i 15 ed i 19 anni, gioca soldi. Il 7,6 di coloro che lo fanno presentano un comportamento problematico e l’11,3 un elevato rischio di comportamento problematico. Se si analizza la popolazione in generale, di età compresa tra i 15 e i 64 anni, il profilo di gioco problematico in Umbria riguarda il 5,6 percento delle persone, contro il 5,4 della media nazionale”.
“Sono circa 10mila – rileva Casciari – gli umbri con un profilo di gioco problematico che dovrebbero essere raggiunti da iniziative di prevenzione o servizi di trattamento. Ed infatti dal 2013 al 2015 le persone che hanno avuto bisogno di essere seguite dai servizi per le dipendenze sono raddoppiate: da 189 prese in carico nel 2013 a 357 del 2015. Il rapporto, infine, sottolinea che solo nel 2013 gli umbri hanno speso per giochi autorizzati dai monopoli circa 236 milioni di euro pari a circa 246 euro pro capite. Abbiamo in essere – conclude – delle situazioni critiche, come quella dell’apertura di una sala giochi a Porta Pesa a Perugia, in un contesto nel quale incidono circa mille studenti e le loro famiglie”.