Dalla nostra inviata a Milano – Ad intervenire al convegno organizzato dal Pd a Milano anche Giovanni Emilio Maggi, direttore relazioni istituzionali di Sisal. “Sono 70 anni – ha dichiarato
Dalla nostra inviata a Milano – Ad intervenire al convegno organizzato dal Pd a Milano anche Giovanni Emilio Maggi, direttore relazioni istituzionali di Sisal.
“Sono 70 anni – ha dichiarato Maggi – che lavoriamo con e per lo Stato. Siamo consapevoli che un’offerta eccessiva del gioco va ben oltre la nostra concezione del gioco vissuto soprattutto come momento di divertimento. Tuttavia la legiferazione degli enti locali negli ultimi anni ha creato sul territorio nazionale una serie di norme non allineate che rendono il lavoro molto difficile per gli operatori.
Dove non c’è più il gioco legale è arrivato il gioco illegale. Nel legalizzare il settore ci sono stati errori nostri e dello Stato che hanno fatto male a tutti. Come azienda abbiamo affrontato più volte il problema e appoggiamo quanto il Governo sta facendo da diversi mesi.
Il primo punto da affrontare in Conferenza è la diminuzione del numero di slot: ben venga assolutamente.
Il secondo punto – ha continuato Maggi – è la riduzione dei punti di vendita. Siamo d’accordo che il numero è cresciuto in modo esponenziale perché non ci sono state regole. La differenziazione tra sale per categorie è sicuramente faticosa, ma vogliamo punti vendita che funzionano anche dal punto di vista del controllo. Noi aziende non siamo in perdita ma se non programmiamo nel tempo la nostra attività lo diventeremo.
Il tema degli orari è forse quello più delicato. Le proposte avanzate in Conferenza hanno un senso, ma non bisogna affrontare questa questione in modo ideologico”.
Credo – ha spiegato Maggi – che il ragionamento e il dibattito dovrebbero in primo luogo partire da un dato di fatto: il giocare è uno dei comportamenti umani non “limitabili” e quindi non è il proibizionismo la leva per affrontare il problema.
Preferire il divieto alla regolamentazione è il principio esattamente opposto a quello su cui si basa l’intero impianto normativo costruito attorno al mercato dei giochi, che vede appunto nella regolamentazione dell’offerta il migliore (e forse unico) antidoto al dilagare dell’illegalità. Le leggi regionali e i regolamenti comunali sembrano invece andare in direzione opposta, vietando, proibendo o rendendo economicamente insostenibile l’attività. I distanziometri e un eccesso di rigidità negli orari di fatto portano a una fortissima limitazione del gioco legale e la logica e immediata conseguenza è il ritorno all’illegalità, vanificando quello che Stato e operatori hanno fatto in 15 anni.
E’ pacifico – e non è nemmeno il caso di sottolinearlo – che nel legalizzare il settore ci sono stati degli errori, sia nostri (aziende) che dello Stato: l’eccesso di offerta, l’eccesso di vetrine, è davanti agli occhi di tutti e ha – giustamente – provocato una reazione, oltre ad aver sicuramente inciso negativamente sui soggetti più deboli.
Ricordo però che i dati disponibili, come quelli del CNR, evidenziano in percentuali intorno all’1,5% il numero di giocatori patologici. Come azienda – e lo abbiamo fatto anche in sede Confindustriale – sosteniamo il percorso che il Sottosegretario Baretta sta portando avanti nell’ambito della Conferenza Unificata, perché abbiamo bisogno regole certe ed omogenee, che abbiano valenza sull’intero territorio nazionale, a salvaguardia delle imprese e dei chi ci lavora.
In particolare ritengo di dover sottolineare alcuni aspetti che sono contenuti nella proposta del Governo:
Siamo – ha concluso Maggi – i primi a voler determinare una regolamentazione seria ed equilibrata del settore, ma anche consapevoli degli impatti che determinate normative possono generare, anche con un ritorno a situazioni di illegalità e di gioco sommerso.
Vorrei davvero che da questi momenti di confronto emergano proposte concrete, realizzabili e sostenibili, attraverso un dialogo costruttivo, a beneficio di tutti. Solo facendo un passo avanti tutti assieme possiamo superare contrapposizioni, che limitano la costruzione di un modello virtuoso per il settore.
Dal canto nostro, stiamo facendo la nostra parte, impegnandoci insieme alle Istituzioni e a molte associazioni per contribuire a costruire questo modello.
SB – PressGiochi