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Avv. Sbordoni: “Il mille proroghe ed il mercato italiano”

“La Commissione Affari costituzionali del Senato – scrive in una nota l’avv. Stefano Sbordoni – è impegnata nell’esame del ddl n. 2630, recante proroga e definizione di termini di conversione

10 Febbraio 2017

“La Commissione Affari costituzionali del Senato – scrive in una nota l’avv. Stefano Sbordoni – è impegnata nell’esame del ddl n. 2630, recante proroga e definizione di termini di conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244 (scade il 28 febbraio). Il 20 febbraio dovrebbe passare alla Camera ed essere convertito in legge entro e non oltre il 28 febbraio.

Tra gli emendamenti proposti al Senato oltre a quelli relativi all’aumento del Preu per slot e Vlt – ritenuti inammissibili in commissione – c’è anche quello relativo al posticipo dell’avvio della lotteria degli scontrini, tuttora al vaglio in commissione.

Altro emendamento presentato (in data 31 gennaio us) è quello relativo alla proroga delle concessioni di scommesse terrestri, che potrebbe riaprire scenari alquanto surreali, oltre al più che concreto rischio di censura dalla Corte di Giustizia Europea, che già nel corso del 2009 aveva dichiarato illegittimo il rinnovo senza gara delle concessioni ippiche c.d. storiche.

L’emendamento all’art. 13 del decreto c.d. mille proroghe prevede, inoltre, che “Al fine di assicurare l’apertura, la competitività e la non discriminatorietà della procedura selettiva di cui all’articolo 1, comma 932, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, nel rispetto dei principi e delle regole comunitarie e nazionali in materia, alla scadenza delle concessioni cessano anche i contratti degli attuali concessionari individuati dal suddetto comma 932 con i loro gestori e con i fornitori di servizio di connettività e perdono efficacia anche eventuali clausole di non concorrenza successiva ivi contenute; in aderenza a quanto previsto dal seguente comma 933 della medesima legge, i contratti sono prorogati fino alla data di sottoscrizione delle nuove concessioni attribuite con la predetta procedura selettiva“. Il senatore che ha proposto il menzionato emendamento ha sottolineato che “anche l’Autorità garante della concorrenza e del mercato si è espressa a tale riguardo, sollecitando l’Agenzia delle dogane e dei monopoli a esercitare i propri poteri di vigilanza, al fine di risolvere le criticità derivanti da previsioni contrattuali, che estendano l’efficacia dei contratti stipulati con i gestori dei negozi di giochi su eventi sportivi oltre la durata delle concessioni vigenti“.

Sicuramente il rapporto tra concessionari e gestori è un rapporto delicato che merita attenzione: non necessita però di assurgere a normativa primaria, in quanto trova già chiari ed esaustivi riferimenti nei principi del codice civile e nei principi del Trattato della Comunità Europea. Il fatto che comunque il tema sia arrivato in Senato deve essere di monito per tutti gli addetti ai lavori.

Si spera che in sede di conversione del decreto c.d. mille proroghe trovino spazio altre disposizioni di cui il mercato del gioco ha veramente bisogno.

Se non si dovesse indire la gara a causa del mancato accordo tra Governo ed Enti Territoriali (una storia tutta italiana..), ci si troverà a dover valutare un terzo condono. Il mercato legale è al limite della sopravvivenza a causa della politica rigida applicata dal governo del territorio, che – sembrerebbe un paradosso ma è proprio così – rispetta soltanto gli operatori titolari di concessione pubblica rilasciata da ADM.

Il vuoto e l’incertezza generati da questa assurda situazione hanno come (ovvia e già sperimentata) conseguenza la rinascita e proliferazione di Ctd, “punti com” e similari operazioni illegali, in barba ai propositi di enti locali e associazioni varie. Che però di questo si preoccupano poco perché non fa audience ne mette a rischio la durata del loro ruolo inventato, ruolo (e prebende) al quale una soluzione – accordo in Conferenza unificata metterebbe invece fine.   Ecco perché sarebbe opportuno, prima della gara, che il mercato sia definitivamente organizzato e per quanto possibile non più caratterizzato dai c.d. CTD o CED. I due precedenti condoni, infatti, non sono stati in grado di “ripulire” il territorio dalle reti illegali, proprio perché è mancata la contestuale riorganizzazione della rete legale”.

PressGiochi

 

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