22 Novembre 2024 - 06:00

Relazione sulle dipendenze del DPA: “Il 49,7% degli italiani gioca; meno pubblicità e più prevenzione gli interventi richiesti”

I giocatori (intesi come coloro che hanno praticato almeno un gioco negli ultimi 12 mesi) è pari al 49,7%, con punte di 56,0% tra gli uomini, 57,6% nella fascia d’età

16 Gennaio 2017

I giocatori (intesi come coloro che hanno praticato almeno un gioco negli ultimi 12 mesi) è pari al 49,7%, con punte di 56,0% tra gli uomini, 57,6% nella fascia d’età 25-44 anni e 61,7% tra i fumatori, evidenziando una correlazione piuttosto evidente tra l’abitudine al fumo e la pratica di giochi d’azzardo. La dipendenza da gioco d’azzardo è considerata dalla popolazione italiana una dipendenza grave, che può essere curata con l’aiuto dello psicologo (31,1%) e presso associazioni/comunità specializzate (28,4%). Tra i provvedimenti per la lotta al gioco d’azzardo, quello considerato più indicato dagli italiani è l’eliminazione delle slot da bar e locali pubblici (51,8%) e a seguire il divieto di fare pubblicità (34,3%), la prevenzione nelle scuole (30,6%), l’introduzione di limiti negli importi delle giocate (28,5%), fornire maggiori informazioni sui danni del gioco (27,0%) e limitare il numero delle sale giochi (26,6%).Per concludere, le condizioni personali che possono favorire il gioco  d’azzardo sono le difficoltà economiche (35,2%), il disagio sociale (31,9%) e il desiderio di sfidare la sorte (27,4%).

 

 

Questi alcuni dati pubblicati all’interno della Relazione annuale al Parlamento elaborata dal Dipartimento politiche antidroga, pubblicata quest’anno con oltre 7 mesi di ritardo e lacune nei dati, relativi al gioco d’azzardo che anziché diminuire negli anni sembrano aumentare.

 

Relazione DPA sulle tossicodipendenze. D’Egidio (Federserd): “Arriva tardi e con dati incompleti”

 

La Relazione annuale sui dati relativi allo stato delle tossicodipendenze in Italia è il documento ufficiale governativo redatto, ai sensi dell’art. 131 del D.P.R. n. 309/90, dal Dipartimento Politiche Antidroga (di seguito denominato DPA) della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tale Relazione, contenente i dati dell’anno 2015, è frutto di una concertazione tra i Ministeri competenti e gli Enti cui la legge assegna compiti di prevenzione e contrasto in materia di droga e rispecchia le indicazioni dell’Osservatorio Europeo per le droghe e tossicodipendenze European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (EMCDDA).

Nello specifico, hanno contribuito ai lavori del Tavolo Tecnico per la redazione della Relazione al Parlamento: il Dipartimento per le Politiche della Famiglia e il Dipartimento della Gioventù e Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio, nonché il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), il Ministero della Salute, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Difesa, il Ministero per gli Affari Regionali e le Autonomie, il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca (MIUR), il Ministero della Giustizia, il Garante Nazionale dei Detenuti, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Istituto delle Nazioni Unite per la Ricerca sul Crimine e la Giustizia (UNICRI).

 

 

Dall’indagine elaborata dall’Istituto Superiore di Sanità – Dipartimento del Farmaco – Reparto Farmacodipendenza Tossicodipendenza e Doping che ha implementato il progetto Sistema di Sorveglianza Nazionale sul Disturbo da gioco d’azzardo, agli intervistati sul gioco è stata mostrata anche una lista di giochi e per ognuno è stato chiesto di indicare quali potessero essere definiti giochi d’azzardo. l poker è stato in assoluto il gioco più citato (81%), seguito dal videopoker (79%), mentre il più della metà degli intervistati non ritiene gratta e vinci (56%), lotto (54%) e win for life (51%) giochi d’azzardo.

 

Si evidenzia che i risultati riportati sono da considerarsi preliminari e parziali, poiché i servizi e le strutture coinvolte nell’indagine continuano ad inviare informazioni che vanno a popolare un data base in continua evoluzione. Al termine di una prima fase di aggiornamento (29 febbraio 2016), il  60% circadei servizi del SSN(343) e il 17% circa delle strutture afferenti al privato sociale (137) hanno restituito un feedback in merito alla rilevazione.Tra i Ser.T/Ser.D che hanno fornito le informazioni sulla regione di appartenenza, 81 hanno sede nel settentrione, 44 nel centro e 59 nel meridionee comunque tutte le regioni risultano rappresentate. Per quanto riguarda la distribuzione delle strutture afferenti al privato sociale,diverse regioni non risultanoinvece al momento

rappresentate. Tutti i Ser.T/Ser.D che hanno risposto all’indagine hanno implementato delle attività più o meno strutturate a contrasto del disturbo da gioco d’azzardo. In particolare, il 61% dei servizi ha risposto

che esistono delle attività dedicate, il 31% che è attivo un servizio specificoe l’8% che è stato avviato un servizio secondo specifici LEA regionali. Il 92% dei Ser.T/Ser.D ha anche dichiarato che il personale è stato appositamente formato per lavorare nell’ambito del disturbo da gioco d’azzardo.

 

Il 76% delle strutture afferenti al privato sociale che hanno risposto all’indagine hanno implementato delle attività più o meno strutturate a contrasto del disturbo da gioco d’azzardo.Il 24% di queste strutture ha dichiarato di non aver intrapreso alcuna azione in merito a causa della mancanza di fondi, di spazi o di personale e più della metà di queste sta comunque studiando la fattibilità di future azioni.

In attesa di implementare attività a contrasto del disturbo da gioco d’azzardo, gli operatori di queste strutture inviano gli utenti fondamentalmente presso iSer.T/Ser.D. Solitamente la diagnosi è effettuata nel servizio (98%) o nella struttura (67%), utilizzando il DSM 5 (Ser.T/Ser.D 98%; strutture afferenti al privato sociale 77%) e strumenti di screening/diagnostici (Ser.T/Ser.D 83%; strutture afferenti al privato sociale 60%). Il 94% dei Ser.T/SerD opera una valutazione sociale e psicodiagnostica, l’82% anche una valutazione medica (% sui rispondenti; N = 165). Il 93% delle strutture afferenti al privato sociale opera una valutazione sociale, il 79% opera una valutazione psicodiagnostica, il 29% opera una valutazione medica.

 

Come evidenzia la Relazione, per quanto riguarda gli interventi di prevenzione sui giovani, “quando si fa riferimento al gioco d’azzardo: all’aumentare della quota di istituti scolastici che hanno attuato interventi/attività di prevenzione specifici segue una tendenza alla diminuzione della quota di giovani giocatori problematici e a rischio”.

 

 

L’indagine sul gioco d’azzardo tra gli studenti italiani

Lo studio ESPAD®Italia realizzato nel 2015 ha evidenziato che il 49% degli studenti di 15-19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nella vita e il 42% lo ha fatto nell’anno. Dopo un periodo di invariabilità delle prevalenze, che si prolunga fino all’anno 2013 per il gioco nella vita (con prevalenze del 51-52%) e al 2011 per quelle riferite all’anno precedente a quello di rilevazione (47%), si osserva un decremento delle stesse fino all’anno 2014 (anno in cui la prevalenza del gioco nella vita risulta del 47% e del 39% quella riferita all’anno) per tornare ad aumentare nell’ultima rilevazione.

 

Sono gli studenti di genere maschile ad essere maggiormente attratti dalla pratica del gioco d’azzardo (52%; femmine: 32%) con prevalenze che crescono in corrispondenza dell’età: sono, infatti, soprattutto i maggiorenni a giocare scommettendo soldi e, nonostante la legge italiana lo vieti, sono il 38% i minorenni che hanno giocato d’azzardo durante l’anno (maggiorenni: 48%).

Il 48% di chi non ha giocato d’azzardo durante l’anno riferisce di non avere contesti di gioco nelle vicinanze della propria abitazione o della scuola che frequenta, quota che risulta, invece, pari al 24% tra coloro che hanno giocato. Circa il 44% degli studenti giocatori abita e/o frequenta una scuola a meno di 5 minuti da un luogo dove è possibile giocare d’azzardo (contro il 30% circa dei non giocatori).

Se la maggior parte degli studenti che hanno giocato d’azzardo durante l’anno lo ha fatto per non più di una volta al mese (62%), quasi il 22% lo ha ripetuto da 2 a 4 volte; sono il 12%, invece, coloro che hanno giocato più assiduamente, da 2 a 5 volte alla settimana, e oltre il 4% ha giocato 6 o più volte, con differenze non sostanziali a livello di età (minorenni: 4,5%; maggiorenni: 4%) bensì di genere (6%; femmine: 1%).

 

Nel complesso per il 69% degli studenti che hanno giocato durante l’anno la durata media di gioco è stata inferiore a 30 minuti, per il 13% da 30 a 60 minuti e per il 10% di 2 ore o più. A giocare d’azzardo per un tempo prolungato sono stati in particolar modo i maschi (12%; femmine: 6%), senza tuttavia rilevare differenze tra minorenni e maggiorenni (rispettivamente 10% e 9%).

Tra gli studenti giocatori il 69% ha preferito i Gratta&Vinci, il 47% ha scommesso sull’esito di eventi sportivi, il 38% ha giocato a Bingo/Tombola e il 29% a Totocalcio/Totogol; il 28% ha puntato soldi giocando a carte, il 18% a Poker Texano, il 20% a Lotto/Superenalotto, il 15% a Lotto istantaneo e il 14% alle New Slot/VLT. Tra le studentesse i giochi preferiti sono quelli non strategici, come Gratta&Vinci e Bingo/Tombola, mentre i ragazzi, oltre a quelli praticati dalle coetanee, preferiscono scommettere su eventi sia sportivi che di altro genere, così come giocare a Totocalcio/Totogol e a Poker Texano.

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In generale, i contesti di gioco maggiormente frequentati dai giocatori sono, coerentemente con le tipologie di gioco praticate, bar/tabaccherie (35%) e sale scommesse (28%), ma anche a casa propria o di amici (37%) e via web (19%). Le studentesse giocatrici, sia minorenni che maggiorenni, giocano quasi esclusivamente presso abitazioni private (a casa propria o di amici) e/o presso bar/tabacchi mentre i ragazzi, oltre a quelli frequentati dalle coetanee,  preferiscono giocare presso le sale scommesse e/o via internet.

 

La spesa sostenuta nel mese antecedente lo svolgimento dello studio è inferiore ai 10 euro per il 76% dei giocatori, mentre per l’8% è di oltre 50 euro. Se la spesa sostenuta non si differenzia tra minorenni e maggiorenni (10 euro o meno: minorenni: 78%; maggiorenni: 73%; 50 euro o più: minorenni: 9%; maggiorenni: 7%), è a livello di genere che si rilevano le differenze più consistenti: sono i maschi a riferire di aver speso 50 euro o più nell’ultimo mese (9%; femmine: 4%), mentre sono le coetanee a non averne speso più di 10 (89%; maschi: 71%).

Rispetto agli studenti che hanno giocato on line durante l’anno, per la maggior parte (64%) si tratta di giocarci occasionalmente, non più di 5 volte nell’anno, soprattutto le ragazze (80%; maschi: 60% , mentre sono il 18% coloro che l’hanno fatto 20 o più volte e, in questo caso, sono soprattutto i maschi (20%; femmine: 7%). È il computer lo strumento maggiormente utilizzato per giocare d’azzardo on line (47%), sia dai maschi che dalle femmine   (rispettivamente 51% e 30%), sia dai minorenni che dai maggiorenni (rispettivamente 42% e 53%), seguito da smartphone (34%), senza sostanziali differenze di genere (maschi: 36%; femmine: 27%) e di età (34% tra i minorenni e 35% tra i maggiorenni).

Tra coloro che hanno giocato on line, sono Totocalcio/Scommesse sportive ad essere maggiormente praticati (56%), seguiti da Poker Texano (33%) e Gratta&Vinci/Lotto istantaneo (23%). Se le ragazze hanno giocano on line soprattutto ai Gratta & Vinci/Lotto istantaneo (34%; maschi: 21%), i ragazzi, oltre a Totocalcio/Scommesse sportive, hanno preferito il Poker Texano (rispettivamente 62% e 35%; femmine: 26% e 22%).

È nelle regioni meridionali (fatta eccezione per il Molise) e in Sicilia che, rispetto agli studenti che hanno giocato d’azzardo durante l’anno, si osservano le prevalenze superiori alla media nazionale (valori che oscillano tra 46% e 50%), mentre è nelle regioni settentrionali, ad eccezione della Lombardia, che si osservano i valori inferiori (compresi tra 30% e 37%).

Lo studio ESPAD®Italia include anche un test di screening sul gioco specificatamente rivolto agli adolescenti, il test Sogs-Ra – South Oaks Gambling Screen, Revised for Adolescents (Winters et al., 1993; Poulin, 2002), validato a livello nazionale (Colasante et al., 2014), che permette di definire il grado potenziale di problematicità sulla base del punteggio ottenuto (si veda box alla fine del capitolo). La somministrazione del test ha rilevato che l’11% degli studenti tra i giocatori d’azzardo nell’ultimo anno ha un comportamento definibile “a rischio” e l’8% circa “problematico”, senza alcuna variazione rispetto alla rilevazione precedente.

 

Nel corso degli anni le percentuali di giocatori a rischio mostrano un progressivo decremento (dal 14-15% degli anni 2009-2011 si passa a quasi il 12% nel 2012-2013), mentre quelle riferite ai giocatori problematici, pur diminuendo fino al 2012 (la percentuale dal 9% del 2009 raggiunge il 7% nel 2012), si mantengono stabili nell’ultimo triennio. Come evidenziato per gli studenti che hanno giocato durante l’anno, le regioni con le percentuali di giocatori a rischio superiori alla media nazionale sono quelle meridionali (con valori compresi tra 12% e 14%). Rispetto ai giocatori con un profilo di gioco problematico è nelle regioni meridionali (Puglia, Calabria, Abruzzo, Molise e Campania) e in Sardegna che si registrano i valori superiori alla media nazionale (con un range di valori compresi tra 9% e 12%).

 

Fatta eccezione per i Gratta&Vinci, giocati da tutti e tre i profili di giocatore, e per le scommesse sportive, preferite dai giocatori a rischio e problematici, le altre tipologie sono praticate da gran parte dei giocatori problematici, i quali giocano in larga misura sia ai giochi come Totocalcio/Totogol, carte, Poker texano e Lotto/Superenalotto sia a quelli a vincita immediata (es. Lotto Istantaneo e VLT/New Slot). Del resto il numero di giochi praticati durante l’anno aumenta in corrispondenza della problematicità di gioco: se il 72% dei giocatori sociali non ha praticato più di 3 tipi di gioco d’azzardo durante l’anno (52% tra i giocatori a rischio e 25% tra quelli problematici), sono il 52% i problematici che hanno scommesso soldi su 6 o più tipi di gioco (il 22% dei giocatori a rischio e il 7% di quelli sociali).

 

 

Gli studenti giocatori che sono definibili a rischio e problematici mostrano, rispetto ai sociali, una associazione positiva72, soprattutto tra i problematici, con l’aver intrapreso comportamenti a rischio quali aver fatto binge drinking (bere 5 o più unità alcoliche in un tempo ristretto) nel mese antecedente lo studio, aver usato almeno una sostanza illegale nell’anno (esclusa la cannabis) ed essere un frequent user di cannabis (20 o più volte nell’ultimo mese). I giocatori problematici risultano associati positivamente anche con l’essere un forte fumatore (fumare almeno 10 sigarette al giorno), bere alcolici tutti i giorni, aver assunto droghe sconosciute e aver fatto uso di psicofarmaci nell’anno.

 

L’associazione positiva è riscontrata anche rispetto ad altri tipi di comportamento a rischio come aver rubato oggetti di valore superiore a 10 euro e aver venduto oggetti rubati, aver danneggiato beni pubblici di proposito, aver avuto rapporti sessuali non protetti, aver perso 3 o più giorni di scuola senza motivazione nell’ultimo mese o, ancora, trascorrere più di 2 ore in un giorno infrasettimanale a chattare. Per tutti i comportamenti sopra elencati, i giocatori problematici mostrano un’associazione decisamente più intensa di quella rilevata per i giocatori a rischio. Associazioni positive per i soli profili problematici si rilevano con l’uscire spesso la sera e il trascorrere più di 2 ore in un giorno infrasettimanale a fare giochi di abilità on line. Ci sono, inoltre, alcune caratteristiche relative alla famiglia, al contesto amicale e alla gestione del tempo libero che risultano associate negativamente ai profili di giocatore a rischio e problematico: avere genitori che controllano i figli durante le attività del sabato sera e nella gestione dei soldi (spendere più di 50 euro a settimana), avere un buon rapporto con i propri genitori e/o con i propri amici.

Rispetto alla percezione del rischio, ritenere che chi gioca d’azzardo una o più volte la settimana rischi in modo moderato o elevato di danneggiarsi è un altro aspetto negativamente associato all’essere un giocatore sia a rischio sia problematico; al contrario, avere amici che giocano d’azzardo è associato positivamente a entrambi i profili.

 

 

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