Riordino del Gioco. Sapar: “Bisogna ridurre non solo le AWP, ma anche le VLT, i G&V, il Lotto e l’online” In Italia oltre 17 milioni di cittadini tra i 15
In Italia oltre 17 milioni di cittadini tra i 15 e i 64 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta e di questi oltre i 5,5 milioni sono giovani adulti tra i 15 e i 34 anni. La denuncia arriva dal report realizzato dal CNCA e reso noto oggi in occasione del convegno organizzato al Ministero della Salute dal Coordinamento Nazionale e Comunità di accoglienza guidato da Don Armando Zappolini.
Zappolini in apertura dell’evento ha cercato di spiegare le motivazioni alla base del convegno di questa mattina, presso l’uditorium Cosimo Piccinni intitolato “Il gioco d’azzardo, tra prevenzione e cura”.
“Siamo in questa sede, il Ministero della Salute per denunciare i problemi legati al gioco d’azzardo- ha commentato- questa è una settimana di grande attesa, ma la presenza delle lobby sta modificando tutto. Mentre il parlamento è in attesa per la pausa elettorale, le lobby continuano a curare i propri interessi”.
“Proprio in questi giorni si stanno ridefinendo le regole sulle slot- ha proseguito Don Zappolini- fino ad ora la politica non ha trovato il coraggio per agire, mentre gli Enti Locali, sui territori hanno più sensibilità verso questa situazione. Non bisogna pensare solo alle fasce disagiate (alle persone già ludopatiche), ma a tutta una cultura dell’azzardo diffusa sul territorio nazionale, perché le lobby pensano anche ai minori come fonte di guadagno. Questo deve cambiare e siamo in questa sede, in questo luogo per questo, la politica deve pensare alla salute delle persone e non agli interessi delle lobby”.
“Se la politica e il Parlamento in questi giorni sono fermi per fare campagna elettorale per il Referendum, non sono ferme le lobby del gioco se agiscono sempre per tutelare anche in sede istituzionale il proprio business”.
Zappolini ha quindi presentato lo Year Book 2016del CNCA “Rischi da giocare” dedicato al fenomeno del gioco d’azzardo, che chiude un progetto “nel quale – ha affermato – abbiamo cercato di coniugare l’attenzione alla ricerca e alla comprensione di questo fenomeno con il lavoro in rete fatto con le istituzioni e l’esperienza sui territori”.
“Siamo allarmati dalla crescente domanda di aiuto che ci viene dai territori – ha continuato. Ci troviamo davanti ad un problema serio e grave che bisogna affrontare a più livelli e che in questi anni ha significato anche la ricerca di una interlocuzione con la politica, che è stata presente, e ha reagito soprattutto nell’intergruppo parlamentare su gioco d’azzardo, trovando spazi comuni”.
La mattinata di lavori si è aperta con una relazione introduttiva di Riccardo de Facci, vicepresidente del CNCA con delega alle dipendenze, che ha illustrato in una relazione introduttiva la necessità di intervenire con un approccio che non sia emergenziale ma che prenda in considerazione i vari livelli presenti sul territorio: “il livello politico, che deve porre l’attenzione sulla legislazione, quello dell’impatto territoriale e del ruolo dei comuni, i piani di prevenzione e il sistema di presa in carico e cura alla luce dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) approvati. È necessario lavorare in stretta connessione tra politiche dei territori, cultura e modelli di cura.”
Elisa Benedetti, dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR (Consiglio Nazionaledelle Ricerche) ha illustrato i dati dell’ultima indagine IPSAD®2013-2014 dai quali risulta che il 42,9% della popolazione di 15-64 anni, quasi 17 milioni di persone, ha giocato almeno una volta somme di denaro; di questi oltre 5milioni e mezzo sono giovani adulti di 15-34 anni, con una prevalenza equivalente al 42,7%. Benedetti ha evidenziato come rispetto allo studio 2011 il dato sia diminuito, allineandosi al valore rilevato nello studio 2008. In controtendenza con questa diminuzione i dati riferiti alla sola popolazione giovanile la cui percentuale di giocatori, secondo lo studio ESPAD®Italia, dal 2014 al 2015 è cresciuta dal 39% al 42%, con un 7% che riferisce di giocare 4 o più volte alla settimana. “L’aumento è generalizzato per tutte le fasce d’età, in quasi tutte le aree geografiche e per entrambi i generi: anche se la percentuale più alta resta quella fra i ragazzi, 51% contro 32% delle femmine, l’incremento maggiore è quello di quattro punti registrato fra le ragazze 16-17enni, dal 27% al 31%. Anche il 38% dei minori scolarizzati (15-17 anni), circa 550,000 studenti, riferisce di aver giocato d’azzardo nel 2015 (erano il 35% del 2014)” ha riportato la ricercatrice.
Margherita Taddeo, responsabile gioco d’azzardo patologico e dipendenze comportamentali di FederSerD, ha evidenziato come “per una prevenzione efficace i decisori politici dovrebbero puntare a meno locali che offrono gioco d’azzardo, minor diffusione di giochi più additivi (slot e vlt), locali più distanti dai luoghi sensibili, la proibizione del contemporaneo consumo di alcol e tabacco.”Taddeo ha anche riferito i numeri di persone che sono rivolte ai SerD (Servizio per le Dipendenze) nel 2015: “i giocatori assistiti sono stati 13.136, di cui l’81% maschi; il 34% sono nuovi utenti mentre il 66% erano già stati presi in carico negli anni precedenti”.
La parte centrale dei lavori è stata centrata sul confronto tra gli operatori del settori e i parlamentari Lorenzo Basso del partito Democratico, Giovanni Endrizzi del Movimento 5 Stelle e Paola Binetti dell’UDC. Tutti e tre si sono trovati concordi nel ritenere che il divieto totale di pubblicità e diminuzione delle entrate statali dall’azzardo siano obiettivo comune e indispensabile nella lotta al gioco d’azzardo.
“Il divieto di pubblicità è il tema centrale su cui lavorare – ha detto Lorenzo Basso. È la precondizione culturale per costruire tutti gli altri risultati.Fino a quando la campagna mediatica mostreràl’azzardo come una soluzione ai problemi sarà difficile costruire altre posizioni. Dobbiamo prendere la decisione coraggiosa di mettere la salvaguardia della salute dei cittadini al primo posto e in questo senso, per avere un effetto vero sul fenomeno dell’azzardo, dobbiamo mettere in conto una diminuzione delle entrate dello stato”.
Il senatore Giovanni Endrizzi ha introdotto il tema della possibilità di utilizzare un tesserino dedicato per permettere l’accesso all’azzardo, “con foto, stabilendo un limite di gioco legato al reddito, vietando consumo contemporaneo di alcol e tabacco”. Ha poi espresso “preoccupazione rispetto alla clausola di supremazia contenuta nella legge di revisione costituzionale che potrebbe resettare le leggi di regolamentazione del gioco d’azzardo approvate dalle Regioni”.
Paola Binetti ha ribadito che è fondamentale“far passare l’idea che i proventi che lo stato ricava dal gioco d’azzardo debbono diminuire progressivamente e così l’offerta di azzardo”. E ha concluso con un richiamo al governo: “Abbiamo un governo del fare, che ha avuto il coraggio di sfidare anche interessi forti, ma sull’azzardo non fa niente. E’ il tabù di questo governo. Se finiamo la legislatura senza legiferare sull’azzardo chiudiamo con una macchia di collusione di interessi. È insopportabile che la logica economica schiacci quella della salute”.
Il delegato Cnca nell’Osservatorio sul gioco d’azzardo presso il ministero della Salute,Matteo Iori, ha evidenziato i differenti livelli di rischio dei giochi e la percezione a volte falsata che se ne ha: “Ogni slot ha fatto perdere 16mila euro, ogni vlt 51mila nel 2015. Le vlt sono molto più pericolose.”. Ha poi ricordato il ruolo pericoloso della pubblicità e dei media: “Bisogna ragionare con i mass media perché sappiano presentare le vincite importanti nel giusto modo, in modo che non rafforzino convinzioni errate nell’opinione pubblica. Un esempio: ogni giorno vengono venduti 5,2 milioni di gratta e vinci in Italia. Certo che qualcuno vince, ma quanti perdono e quanto perdono?”.
“Auspichiamo un intervento legislativo che vieti la pubblicità del gioco d’azzardo e promuova campagne di prevenzione e informazione collegate a interventi nelle scuole” ha detto Roberto Berselli della Fict; “siamo contenti dei passi fatti ma c’è un lungo percorso ancora da correre e chiediamo l’impegno dei parlamentari”.
Gaetano Manna della Conferenza Stato regioni e il sottosegretario Vito De Filippo hanno inviato un messaggio all’assemblea. Gaetano Manna ha menzionato i piani di contrasto al gioco d’azzardo da presentare al Ministero della Salute per accedere al fondo nazionale che “rappresenteranno un banco di prova importante per convergere insieme – Regioni, Province autonome e privato sociale – sugli obiettivi strategici” mentre Vito De Filippo ha ricordato che “la legge di stabilità 2015, ha destinato, a partire dal 2015, una quotaannua di 50 milioni di euro per la prevenzione, la cura e la riabilitazione dellepatologie connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo. Di tale quota, un milionedi euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, è destinato per lasperimentazione di modalità di controllo dei soggetti a rischio di patologia”.
Liliana La Sala, Direttore ufficio 6 DG Prevenzione Sanitaria, Dipendenze, doping e salute Mentale del Ministero della Salutesi è detta soddisfatta del fatto che il Ministero sia riuscito a indirizzare i 50 milioni di euro, previsti in legge di stabilità, per la per cura e la prevenzione. Le regioni hanno adesso 90 giorni per presentare i piani di attività – ha detto – dando conto di quanto già attivato con i fondi precedentemente messi a disposizione”.
Roma. Il 29 Novembre convegno del CNCA “Il gioco d’azzardo, tra prevenzione e cura”
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