24 Novembre 2024 - 17:59

Coraggio: “Come la Digital Tax influenzerà gli operatori del Gaming?”

Aiart. Rischio che pubblicità Intralot nella partita Italia – Germania vada in onda nella fascia protetta L’avvocato Giulio Coraggio riflette su un tema molto interessante già “caldeggiato” dal viceministro all’Economia Enrico

15 Novembre 2016

Aiart. Rischio che pubblicità Intralot nella partita Italia – Germania vada in onda nella fascia protetta

L’avvocato Giulio Coraggio riflette su un tema molto interessante già “caldeggiato” dal viceministro all’Economia Enrico Zanetti  al convegno ‘Gaming e Fiscalità’ organizzato a Roma da Lex&Gaming e cioè le possibili prospettive sul mercato italiano online del concetto di “stabile organizzazione”, quello che lo stesso Coraggio definisce  “hidden” permanent establishment. In poche parole, una via possibile per la “digital tax” che costringerebbe operatori online stranieri in italia a un regime fiscale estremamente diverso.

“Nel corso degli ultimi 3 anni- commenta Coraggio- la vita degli operatori online è sempre stata ‘disturbato’ durante gli ultimi mesi dell’anno dalle proposte del Parlamento italiano sulla introduzione di un potenziale azione fiscale sulll’online applicabile agli operatori non italiani che offrono i loro prodotti / servizi in Italia. Questo è successo nel 2014 con la cosiddetta tassa di Google e nel 2015 con la tassa digitale. Entrambe le proposte, tuttavia, non erano passate”.

“La nuova proposta di fisco applicato al web- continua- introduce in Italia il concetto di (nascosta) stabile organizzazione ai fini fiscali che si applicherebbe per gli operatori stranieri che svolgono attività digitali (per essere identificati con l’autorità fiscale italiana) in Italia. Tale stabile organizzazione è destinata a verificarsi quando l’operatore elabora più di 500 transazioni in un semestre e riceve nello stesso periodo un importo di almeno 1 milione di euro”. Se la stabile organizzazione (nascosta) sfida l’autorità fiscale italiana l’autorità notificherà l’occorrenza per l’operatore, che ha una finestra di 30 giorni per ‘curare’ la sua posizione, anche in relazione alle attività passate. Ma la disposizione più ‘difficile’ è che, se nessuna procedura di ‘cura’ viene attivata dall’operatore, gli intermediari finanziari italiani saranno istruiti a dedurre dai pagamenti elaborati una tassa del 26%”.

“Se viene approvata la legge- conclude Coraggio- gli operatori online stranieri sarebbero trattati come operatori italiani in relazione ai loro ricavi generati in Italia, che potrebbero avere un impatto enorme sulla loro attività. Tuttavia, insieme al mio collega fiscale Giovanni Iaselli, stiamo valutando il potenziale conformità di tale legge con i trattati fiscali internazionali e se tale mossa sarebbe in linea con l’approccio recente del governo italiano che sta tentando di incoraggiare gli investimenti in Italia”.

 

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