“Con il decreto attuativo dell’art. 14 della Delega fiscale stiamo lavorando per riformare il gioco pubblico italiano e razionalizzare l’offerta. In questi ultimi anni si sono sviluppati comportamenti individuali e
“Con il decreto attuativo dell’art. 14 della Delega fiscale stiamo lavorando per riformare il gioco pubblico italiano e razionalizzare l’offerta. In questi ultimi anni si sono sviluppati comportamenti individuali e sociali che ci preoccupano per questo abbiamo sentito la necessità di mettere ordine sulla materia”. Il Sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta racconta in esclusiva a PressGiochi.it quelle che saranno le direttrici della riforma del mercato del gaming italiano: riaffermazione della riserva statale del gioco a cui i gli enti locali dovranno conformarsi, razionalizzazione dell’offerta degli apparecchi da intrattenimento, contrasto all’illegalità, divieti pubblicitari e tassa dei 500 mln.
La riforma riguarda solo il mercato degli apparecchi da gioco o si intende regolamentare un po’ tutti i giochi visto che sul fronte Gioco d’azzardo patologico anche giochi come il Lotto, i gratta&vinci e più diffusamente i giochi online rappresentano delle attività a rischio?
Un primo intervento sugli apparecchi è dettato da una sensibilità molto diffusa sull’argomento, l’ipotesi sulla quale ci stiamo muovendo è una serie di limitazioni che provocheranno una riduzione importante delle installazioni, prevediamo tra le 80 e le 100 mila macchine in meno e poi la complessiva sostituzione nell’arco di 2-3 anni di tutte quelle non collegate al sistema centrale riducendo quindi i margini di scarso controllo. Questa è una risposta importante. Ovviamente non c’è solo questo nella riforma che stiamo attuando. Ad esempio per quanto riguarda la pubblicità faremo forti limitazioni per tutti i giochi in fasce orarie sensibili soprattutto quelle legate ai ragazzi e ai giovani. L’intervento investe a tutto tondo la materia del gioco.
Apparecchi da gioco: come verranno ricontingentati?
Non elimineremo gli apparecchi da bar e tabaccherie, tuttavia metteremo dei limiti logistici e numerici prevedendo che ci siano un certo numero di metri quadrati per ogni macchina da installare, un luogo dedicato, la completa non visibilità dall’esterno e il totale divieto ai minori, questo comporta un effetto anche nei bar e nei tabacchi di forte razionalizzazione. Non abbiamo inserito per il momento l’utilizzo della tessera del giocatore visto che questo presuppone una serie di studi, approfondimenti e anche un impatto sulla privacy i cui tempi non sono ancora maturi.
Tassa dei 500 milioni sugli apparecchi: si interviene sulla norma magari attraverso una dilazione dei pagamenti?
No, quella è una norma della legge di Stabilità che noi ricomprendiamo dentro il decreto delega ai fini di renderla strutturale anche perché cambieremo il sistema di prelievo passando al prelievo sul margine e leghiamo questa soluzione ad una scelta di razionalizzazione anche sul versante della raccolta e quindi i 500 mln di quest’anno vanno pagati e nei prossimi anni rientreranno con il principio del margine.
Riduzione importante degli apparecchi e una tantum dei 500 mln: ritiene che il settore del gioco riuscirà a garantire gli introiti erariali che lo Stato attende?
Negli ultimi anni è cresciuta una sensibilità che fa prevalere l’attenzione sulla tutela sociale e sulla lotta all’illegalità quindi mettiamo in conto che ci potrebbero essere delle oscillazioni sul gettito però questa è una priorità tra le altre; non possiamo considerare secondario l’intervento sulla tutela sociale e sul contrasto all’illegalità che è anzi di importanza primaria.
Molte Province e Regioni si sono date in questi anni una propria regolamentazione contro l’installazione di apparecchi da gioco. Per contro, i fatti dimostrano un aumento dell’offerta illegale. Non corriamo il rischio di tornare indietro rispetto al lavoro avviato dal 2004?
Attraverso i decreti delega si conferma il principio del gioco come riserva statale. Proprio per combattere l’illegalità è bene che sia lo Stato a regolamentare questo delicato settore e visto che attueremo un intervento drastico di razionalizzazione sugli apparecchi chiederemo ai comuni di tener conto di questo intervento. Senza un equilibrio tra intervento statale e gestione sul territorio il rischio è sicuramente il ritorno dell’illegalità, cosa che noi vogliamo assolutamente combattere.
La delega riafferma la riserva statale del settore di gioco gestito tramite concessione. Come si accorderà con la pretesa di molti enti locali di autoregolamentare la materia?
Sarà fondamentale che gli enti locali condividano con noi l’esito della riforma e la applichino al territorio altrimenti avremo un effetto distorsivo. Con la razionalizzazione che attueremo elimineremo 100mila macchinette dopo di che non potremo correre il rischio che in un comune spariscano totalmente e in un altro aumentino. Distanziometri e limiti orari alle sale giochi sono sicuramente questioni che andranno riviste in sede di applicazione del decreto.
Cristina Doganini – PressGiochi