Il jackpot del superenalotto ha superato i 154 milioni di euro. La circostanza, invece di invogliarci a giocare dovrebbe dissuaderci dal farlo, dovendo ricordarci che la probabilità di centrare il
Il jackpot del superenalotto ha superato i 154 milioni di euro. La circostanza, invece di invogliarci a giocare dovrebbe dissuaderci dal farlo, dovendo ricordarci che la probabilità di centrare il 6 è 1 su 622.625.630.
Molti – dichiara l’avvocato Osvaldo Asteriti – sono abbagliati dall’entità del jackpot e pochi riflettono che proprio questo dato dimostra come le probabilità di vincerlo siano praticamente nulle. Il gioco con il premio più alto e, ovviamente, la probabilità di vincita più bassa al mondo. Dove manca la consapevolezza interviene, però, con grande efficacia la pubblicità.
Mi è capitato spesso, negli ultimi giorni, di ascoltare su emittenti radio nazionali la pubblicità del superenalotto, che, proprio ricordando l’entità del jackpot, incita a giocare. La pubblicità viene trasmessa a tutte le ore, senza alcuna limitazione. Eppure la legge di stabilità (28. 12. 2015., n. 208) aveva vietato dalle 7 alle 22 la pubblicità dell’azzardo nelle trasmissioni radiofoniche e televisive generaliste, con esclusione dei “media specializzati”, da individuare con successivo decreto del Ministro dell’economia di concerto con il Ministro dello sviluppo economico. Solo che con il decreto applicativo, del 18 luglio 2016, “Individuazione dei media specializzati ai fini della pubblicità di giochi con vincite in denaro”, a firma dei Ministri Padoan e Calende, il governo ha confezionato un grazioso e prezioso regalo alle concessionarie dell’azzardo, riconoscendo come “media specializzati” tutti “i canali radiofonici nazionali e locali”, così, senza alcuna ragione giustificatrice.
Con un vero e proprio colpo di mano, il decreto, insomma, “dimezza” la portata della legge consentendo con un decreto applicativo quello che la legge vieta: la pubblicità dei giochi d’azzardo senza alcun limite di orario su tutte le radio nazionali e locali. C’è anche un’altra disposizione normativa che, se correttamente intesa e applicata, potrebbe e dovrebbe comportare il divieto assoluto di pubblicità dell’azzardo.
L’articolo 7, comma 4 del decreto legge Balduzzi vieta “messaggi pubblicitari concernenti giochi con vincite in denaro .. . nei quali si evidenzi … incitamento al gioco …”. La pubblicità del gioco d’azzardo, così come trasmessa, rappresenta in effetti un vero e proprio incitamento al gioco, cioè una “esortazione o stimolo a fare qualcosa” (Zingarelli 2007), in particolare a giocare d’azzardo, e quindi, ai sensi della norma richiamata andrebbe vietata.
Ma, alla luce della mia esperienza, – conclude Asteriti – il decreto legge Balduzzi rappresenta lo strumento normativo con il più basso grado di effettività presente oggi in Italia e la sua introduzione nel nostro ordinamento serve solo a molti per recitare il mantra “non ci sono le norme”, invocando l’approvazione di nuove disposizioni, mentre la questione vera è di osservare quelle esistenti e ha un nome, si chiama legalità”.
PressGiochi
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