Tar Lazio: sospesa chiusura sala Bingo richiesta da ADM Senato: la Lega chiede di destinare il montepremi del Superenalotto alle zone terremotate Nell’atto di indirizzo per il conseguimento degli
Nell’atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2015-2017 del 29 dicembre 2014 del MEF – afferma l’avv. Stefano Sbordoni – venivano ben evidenziati i piani d’azione previsti per l’industria dei giochi:
Sul primo punto possiamo sostenere che grazie ai due condoni/sanatorie per emersione fiscale (previsti nelle due leggi di Stabilità 2015 e Stabilità 2016) buona parte delle reti illegali sono state in qualche modo regolamentate, sebbene, a causa della politica restrittiva degli enti del territorio, purtroppo l’effetto positivo dei due condoni si potrebbe vanificare. Per la pubblicità e per il contrasto al gioco minorile le politiche attuate sono sufficientemente esaustive. Nella Stabilità 2016 sono, infatti, posti vincoli in materia di pubblicità, rispettati da tutti gli operatori del settore.
Riguardo il potenziamento della disciplina amministrativa in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione, di certo con il nuovo Codice degli Appalti e delle Concessioni (Decreto Legislativo n.50/2016), entrato in vigore prima dell’estate, si sono dati nuovi input alla trasparenza delle concessioni sui giochi pubblici. Nei bandi delle nuove gare sarà necessario – ma sarà già stato fatto, immaginiamo – definire quegli input con più puntuali criteri che andranno a garantire l’integrità dei candidati alle concessioni.
Gli ultimi due punti (razionalizzazione della rete territoriale di raccolta del gioco, partecipazione al riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi attraverso al loro raccolta sistematica e organica) pensati dal Legislatore negli ultimi giorni del 2014, purtroppo non sono stati affatto rispettati.
Anzi stiamo assistendo, senza tema di smentita, alla distruzione della rete territoriale. Solo un folle potrebbe pensare che gli pseudo-criteri adottati dai vari governi del territorio (che si copia-incollano a vicenda..) possano avere come risultato quello della razionalizzazione della rete territoriale di raccolta del gioco. La politica territoriale, a cui oggi dobbiamo assistere senza aver messo in atto validi strumenti di difesa, non è il risultato di un quadro nazionale di sviluppo – tentativo che il legislatore con la delega fiscale ha tentato di fare – ma soltanto di linciaggio socio-culturale.
L’ultimo obiettivo (la redazione di un Testo unico sui giochi) era stato quasi raggiunto con la delega fiscale, che però senza motivi ben precisi e noti, non è stata attuata. Il testo unico sui giochi (anche in vista della liquidità internazionale per il gioco online) dovrà essere un obiettivo del prossimo triennio (2018-2020), che vedrà lo svolgimento di gare importanti, come quella di rete.
Ad oggi le norme sui giochi, che si rinvengono nelle varie Stabilità e Finanziarie, ed in qualche decreto ministeriale, appaiono disordinate e più delle volte non di pronta soluzione, lasciando aperti troppi dubbi. Un codice unico dei giochi potrebbe rappresentare un traguardo e favorire lo sviluppo di una rete sana e controllata. La rete attuale – ahimè – risente della mancanza quantomeno di un nucleo di principi portanti semplici, chiari e coincisi, sul quale poi basare la normativa secondaria e se necessario gli interventi del legislatore. Troppo spesso si invocano – si pensi al sistema penale – norme oramai superate e datate.
Intanto – conclude l’avvocato – si attende di conoscere il destino delle tre gare (bingo, gioco on line, e gioco terrestre) che, se ben gestite, potrebbero inaugurare una nuova era del gioco pubblico.
PressGiochi
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