25 Novembre 2024 - 00:14

Asteriti: “Intollerabile sovraesposizione pubblicitaria del gioco d’azzardo durante gli eventi sportivi”

La locuzione “est modus in rebus” viene spesso ripetuta per invitare alla moderazione, per richiamare al senso della misura. Lunedì ho assistito, su una rete televisiva a pagamento, alla partita

16 Settembre 2016

La locuzione “est modus in rebus” viene spesso ripetuta per invitare alla moderazione, per richiamare al senso della misura. Lunedì ho assistito, su una rete televisiva a pagamento, alla partita Empoli – Crotone, una partita certamente non di cartello, ma che mi interessava perché vedeva impegnata la squadra del mio paese, neopromossa in serie A.

Il risultato, – commenta l’avvocato Osvaldo Asteriti – purtroppo, non ha premiato il Crotone, che è stato battuto 2 a 1 dalla squadra di casa. C’è tuttavia una altro aspetto della vicenda che mi ha colpito e vorrei sottolineare.

Mi sono collegato con la rete alle ore 20,30, con l’inizio della partita fissato alle 20,45 e ho smesso di vedere la trasmissione alle 22,30, appena terminata la partita, non essendo interessato ai commenti tecnici che precedono e seguono la gara sportiva vera e propria.

Ebbene, in due ore di trasmissione, di cui un’ora e mezzo dedicata alla partita, ho contato ben sei blocchi pubblicitari di siti di scommesse sportive, con una sovraesposizione alla pubblicità dell’azzardo davvero intollerabile. Quattro di queste pubblicità, di carattere generico, invitavano a scommettere su diversi siti, ma una in particolare, più “specifica”, è stata trasmessa prima dell’inizio della partita e poi nell’intervallo. Una “corrispondente” invitava gli spettatori a scommettere sulla partita, indicando le quote relative a diversi eventi, quali il risultato finale o la successione delle reti.

Certamente si potrà obiettare che la partita è stata trasmessa su uno dei  “media specializzati”, come individuati dal recente decreto ministeriale di attuazione della norma contenuta nella legge di stabilità, per i quali non valgono i limiti orari alla pubblicità.

Obiezione ragionevole, che tuttavia lascia spazio a qualche considerazione.

La legge di stabilità ha vietato la pubblicità sulle reti generaliste, dalle 7 alle 22, consentendola, invece, senza alcuna limitazione, sui media specializzati, tra cui le reti a pagamento e le reti tematiche.

Il sistema normativo “apparecchiato” dal Governo dovrebbe assicurare almeno un “minimum” di protezione dalla aggressività della pubblicità del gioco d’azzardo, con particolare riguardo alla tutela dei minori.

Assistere in due ore di trasmissione ad almeno sei blocchi pubblicitari, di cui due costruiti come una vera e propria “rubrica” nella trasmissione sportiva stessa, pubblicità in grado di raggiungere, anche in virtù della fascia oraria in cui viene trasmessa, anche se non espressamente loro rivolta, un pubblico di minori, a mio avviso, denuncia il fallimento del sistema come costruito.

L’episodio, come tanti altri simili, dimostra anche che il sistema non è in grado, non vuole, trovare una propria misura e questa considerazione dovrebbe ispirare i prossimi interventi normativi in materia, perché appare evidente che il limite recentemente introdotto, con il fine di tutelare le persone, e in particolare i minori, da una esposizione eccessiva alla pubblicità dell’azzardo, in ragione dei danni che la stessa può causare, non funziona.

 

PressGiochi

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