13 Gennaio 2025 - 03:56

Camera: agli Affari sociali interrogazione Pd su dati del gioco patologico

All’ordine del giorno della Commissione Affari sociali della Camera verrà affrontata domani l’interrogazione dell’on. Elena Carnevali del Pd relativa ai dati inerenti al gioco d’azzardo patologico, con particolare riferimento all’attività

05 Luglio 2016

All’ordine del giorno della Commissione Affari sociali della Camera verrà affrontata domani l’interrogazione dell’on. Elena Carnevali del Pd relativa ai dati inerenti al gioco d’azzardo patologico, con particolare riferimento all’attività di prevenzione, cura e riabilitazione.

 

Di seguito l’interrogazione presentata dal Pd al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
come si legge dall’ultima relazione annuale su droga e dipendenze 2015 presentata dal Governo al Parlamento in Italia il fenomeno del gioco d’azzardo è in continua crescita e in questi anni sta assumendo dimensioni sempre più rilevanti, come osservabile dall’andamento delle statistiche dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ex AAMS) relative alla quantità di denaro giocato. In parallelo si stanno anche rafforzando le evidenze scientifiche che portano a connotare quanto la pratica del gioco d’azzardo può esitare in sviluppo di forme di vera e propria dipendenza (gioco d’azzardo patologico) o comportamenti a rischio (gioco d’azzardo problematico);
«La dimensione del fenomeno in Italia è difficilmente stimabile in quanto … non esistono studi accreditati, esaustivi e validamente rappresentativi del fenomeno. In ogni caso i dati epidemiologici disponibili in Italia non si discostano molto da quelli internazionali. Secondo i dati del Rapporto Eurispes 2009, in Italia il gioco d’azzardo coinvolge fino al 70-80 per cento della popolazione adulta (circa 30 milioni di persone). La popolazione italiana è stimata in circa 60 milioni di persone, di cui il 54 per cento ha giocato d’azzardo con vincite in denaro almeno una volta negli ultimi 12 mesi. La stima però dei giocatori d’azzardo “problematici” (cioè di coloro che giocano frequentemente investendo anche discrete somme di denaro ma che non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica pur essendo a forte rischio evolutivo) varia dall’1,3 per cento al 3,8 per cento della popolazione generale (da 767.000 a 2.296.000 italiani adulti), mentre la stima dei giocatori d’azzardo “patologici” (cioè con una vera e propria malattia che si manifesta con una dipendenza patologica incontrollabile) varia dallo 0,5 per cento al 2,2 per cento (da 302.000 a 1.329.00 italiani adulti)»;
«Si tratta di soggetti particolarmente vulnerabili che per una serie di fattori, individuali (di tipo neuro psichico), familiari ed ambientali, se esposti allo stimolo del gioco e/o a pubblicità incentivanti il gioco, possono sviluppare una vera e propria patologia. Questo dato, ormai ove consolidato dalle evidenze scientifiche, impone a tutte le amministrazioni di riferimento l’adozione di strategie e misure contenitive del fenomeno». È così che la relazione ritrae insieme i giocatori e le azioni delle pubbliche amministrazioni e delle strutture sanitarie, ricordando infine come l’indagine conoscitiva (student population survey) condotta negli anni 2012-2013 dal DPA sulla popolazione studentesca (15-19 anni), ha messo in evidenza la pratica del gioco d’azzardo nel 49,4 per cento degli intervistati. Questa popolazione è composta da una quota di giocatori sociali (39,0 per cento), da giocatori problematici (7,2 per cento) e da giocatori patologici (3,2 per cento). L’ultima annotazione riguarda la «preoccupante associazione è stata trovata tra frequenza della pratica del gioco d’azzardo e consumo di sostanze che evidenzia una correlazione lineare tra le due condizioni sia nella popolazione giovanile (15-19 anni) sia in quella generale (15-64 anni). Il problema esiste ed è andato crescendo in questi ultimi anni anche a causa della sempre maggiore diffusione delle opportunità di gioco tramite internet e le nuove applicazioni degli smart-phone»;
fino ad ora l’azione legislativa è intervenuta in primis con il decreto-legge 9 settembre 2012, convertito con modificazione della legge 13 novembre 2012, n. 189, cosiddetto «decreto Balduzzi» nel 2012 che ha previsto l’aggiornamento dei LEA per la prevenzione, cura e riabilitazione dei soggetti affetti da ludopatia, tutt’ora in fase di approvazione, anche se da diversi anni le regioni hanno preso in carico i soggetti affetti da disturbo da gioco d’azzardo, compatibilmente con le risorse esistenti, attraverso i propri servizi per le dipendenze, fornendo loro assistenza e trattamenti; poi con la legge 23 dicembre 2014 n. 190, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015), che all’articolo 1, comma 133 ha destinato, «a partire dal 2015, una quota annua di 50 milioni di euro per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo. Un milione di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, è destinato per la sperimentazione di modalità di controllo dei soggetti a rischio di patologia, mediante l’adozione di software che consentano al giocatore di monitorare il proprio comportamento generando conseguentemente appositi messaggi di allerta. La medesima legge stabilisce, inoltre, che il Ministero della salute adotti linee di azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dalle patologie connesse al gioco d’azzardo e che venga trasferito al Ministero della salute l’Osservatorio istituito dal decreto Balduzzi presso l’Agenzia delle Dogane e i Monopoli di Stato, al fine di realizzare il monitoraggio della dipendenza dal gioco d’azzardo e della efficacia delle azioni di cura e di prevenzione intraprese»; infine con la legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità 2016) che all’articolo 1 comma 946 ha istituito, al fine di garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dal gioco d’azzardo patologico (GAP), come definito dall’Organizzazione mondiale della sanità, presso il Ministero della salute il Fondo per il gioco d’azzardo patologico (GAP). Il Fondo è ripartito tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano sulla base di criteri determinati con decreto del Ministro della salute, da emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Per la dotazione del Fondo di cui al periodo precedente è autorizzata la spesa di 50 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2016 –:
quali siano ad oggi i dati aggiornati sul fenomeno del gioco d’azzardo in Italia;
quali siano stati i criteri di riparto nonché l’impiego effettivo da parte delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano dei fondi stanziati dall’articolo 1 comma 133 della legge 23 dicembre 2014 n. 190 (legge di stabilità 2015);
quale sia allo stato attuale l’iter di approvazione delle linee d’azione per garantire le prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette dalle patologie connesse al gioco d’azzardo da parte dal Ministero della salute;
quale sia allo stato attuale l’iter di approvazione del decreto di riparto delle risorse del Fondo per il gioco d’azzardo patologico (GAP) istituito dall’articolo 1, comma 946 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.

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