L’avvocato Asteriti analizza le spese per l’azzardo nel 2015 traendo le sue particolari conclusioni. “Quanto spendono gli italiani per l’azzardo è un dato necessario, ma non sufficiente per capire il
L’avvocato Asteriti analizza le spese per l’azzardo nel 2015 traendo le sue particolari conclusioni.
“Quanto spendono gli italiani per l’azzardo è un dato necessario, ma non sufficiente per capire il fenomeno e le sue conseguenze sulla salute- dichiara- I monopoli hanno comunicato che gli italiani nel 2015 hanno speso per il gioco d’azzardo 88 miliardi 249 milioni di euro, ma solo in parte ci hanno detto “come” hanno fatto a spendere per l’azzardo una cifra così alta, non in senso morale, ma in termini pratici, concreti, in che modo? La domanda pone una questione essenziale, perché, più del dato relativo all’entità della spesa, è collegata alla comparsa della dipendenza e può spiegarne le ragioni.
Il gioco d’azzardo si basa su una illusione: giocare poco con la speranza, che però non si verifica mai, di vincere molto, infatti per molti giochi d’azzardo la giocata minima è pari a un euro (lotto, 10 e lotto, Win for life) o addirittura a 50 centesimi (slot e VLT, superstar)”.
“Nel 2015- continua l’avvocato- quasi 26 miliardi di euro su 88, gli italiani li hanno spesi per giocare alle slot machine, il cui costo massimo per ogni partita è fissato in un euro.
Un altro 25% del totale giocato, 22, 2 miliardi di euro, sono stati spesi per le VLT, in cui per giocare si possono inserire da 50 centesimi fino a 10 euro, con la possibilità di vincite più consistenti, rispetto alle slot.
Nove miliardi di euro sono stati ‘bruciati’ per acquistare tagliandi dei gratta & vinci, al prezzo medio di circa 5 euro ciascuno, mentre 7 miliardi è la spesa per il gioco del lotto.
A questo punto, però, occorre porsi la domanda che i parroci di una volta rivolgevano a chi confessava i propri peccati: “quante volte, figliolo?”
“Il costo medio della spesa per partecipare a un gioco d’azzardo- prosegue- tenuto conto di quanto ricordato in ordine al costo minimo di una giocata, può stimarsi prudentemente in € 2,50.
Questo significa che, dividendo la spesa 2015 per l’azzardo, per l’importo medio stimato di ogni giocata, si giunge a un risultato spaventoso, in grado da solo di spiegare, di giustificare ampiamente la comparsa della dipendenza in un numero così elevato di persone: nel 2015 gli italiani hanno giocato d’azzardo più di 35 miliardi di volte. Ognuno dei sedici milioni di giocatori, quindi, ha ripetuto in un anno 2.200 volte una azione di gioco d’azzardo, giocando in media più di 73 volte al giorno. Il dato può sembrare eccessivo, ma solo se non si tiene conto di due circostanze: uno, che si tratta di un dato medio e, due, che una partita alle macchinette dura 4 secondi, se ne possono fare 15 al minuto, in una sessione di gioco di un’ora si possono fare 900 partite, così come per grattare un g&v o partecipare ad altri giochi d’azzardo occorra ancora meno tempo.
“Comunque- conclude Asteriti- il dato è straordinario se riferito a un servizio pubblico che non soddisfa alcun bisogno ‘vero’ delle persone, e risulta basato essenzialmente su una dimensione comunicativa, ingannevole ma molto persuasiva, solo con alcuni aspetti di realtà, come la somma abnorme spesa per inseguire un miraggio e le possibili, in questo caso molto probabili, conseguenze sulla salute di coloro che cascano nell’inganno e giocano d’azzardo”.
PressGiochi
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