Il presidente del gruppo consiliare de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, ha inviato un’interrogazione a risposta scritta “Costituzione di un tavolo regionale di coordinamento sulla tematica del GAP (Gioco
Il presidente del gruppo consiliare de La Puglia con Emiliano, Paolo Pellegrino, ha inviato un’interrogazione a risposta scritta “Costituzione di un tavolo regionale di coordinamento sulla tematica del GAP (Gioco d’Azzardo Patologico), composto da professionisti operanti nei Dipartimenti delle Dipendenze delle Aziende USL pugliesi e di Enti e/o Associazioni maggiormente attive e coinvolte nella tematica. Sviluppo di linee di azione specifica per l’individuazione di percorsi assistenziali in favore di persone con problemi di GAP” rivolta al presidente della giunta regionale e assessore alla Salute.
“Dobbiamo avviare un progetto cha abbia lo scopo di ridurre il numero dei giocatori a rischio- ha dichiarato Pellegrino- attraverso iniziative di informazione e prevenzione estese sull’intero territorio regionale e all’assistenza alle persone e alle loro famiglie che presentano ormai una dipendenza conclamata da gioco d’azzardo patologico. E provvedere alla realizzazione di una rete territoriale di servizi qualificata e professionalmente in grado di farsi carico delle persone con tale problema”. “Assistiamo – spiega il capogruppo – alla crescita esponenziale di sale Bingo, sale giochi, slot-machine, giochi on line, con il conseguente aumento della platea dei giocatori e con l’esplosione del problema della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, come vera e propria patologia da prevenire e curare. Occorre per tali motivi dare seguito alla legge regionale n. 43/2013 “Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)” costituendo il tavolo regionale di coordinamento sulla tematica, composto da professionisti operanti nei Dipartimenti delle Dipendenze delle Aziende USL pugliesi e di Enti e/o Associazioni maggiormente attive e coinvolte nella tematica al fine di proporre alla Giunta regionale un programma di intervento organico, articolato e condiviso da svilupparsi secondo quattro direttrici (Prevenzione primaria, Prevenzione secondaria, Formazione degli operatori, Trattamento ambulatoriale e, per i soggetti più compromessi, la sperimentazione di una comunità residenziale sul territorio pugliese) e predisponendo la costituzione di un Osservatorio sulla dipendenza da gioco, al fine di formulare proposte e pareri per il perseguimento delle predette finalità, relazionando annualmente sul monitoraggio svolto nell’ambito delle attività terapeutiche prestate ai soggetti affetti da GAP, nonché predisporre campagne di informazione e sensibilizzazione sui rischi connessi al gioco d’azzardo patologico”.
L’interrogazione del presidente del Gruppo consiliare PCE parte da diverse considerazioni. “La Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome – continua – ha elaborato un documento per l’audizione della Commissione della Camera sul “Gambling patologico”, dove si evince che “La dipendenza da gioco d’azzardo, detta anche gambling patologico, rimasta latente da sempre, esplode a causa della legalizzazione, da parte dello Stato, dei giochi con vincite in denaro. Il particolare momento di disagio sociale ed economico che sta attraversando l’Italia ha accentuato il ricorso al “gioco”, come fonte di possibile recupero di risorse finanziarie, anche da parte di inoccupati e di coloro che perdono il lavoro. Sul piano legislativo, come è noto, non esiste ancora a livello nazionale, un chiaro quadro normativo di riferimento, che definisca il “gioco d’Azzardo Patologico” come un problema di salute e ne stabilisca di conseguenza la responsabilità della cura. Ciò comporterebbe di dare un mandato al Servizio Sanitario Nazionale individuando i servizi che se ne devono far carico, anche se il recente comma 70, dell’art. 1 della legge 220 del 13 dicembre 2010 (la legge finanziaria del 2011) stabilisce per la prima volta con una “norma primaria” l’esistenza di “fenomeni di ludopatia conseguente a gioco compulsivo” necessitanti la definizione di apposite linee d’azione per la prevenzione, il contrasto e il recupero”.
“Bisogna inoltre considerare – aggiunge il presidente – che la prevenzione, la cura e l’assistenza alle persone con problemi di Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) e dei loro familiari, non essendo inseriti nel Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), sono state lasciate alla sensibilità di alcuni amministratori regionali e di professionisti nel settore”.
“Alla luce dei dati sul gioco – aggiunge – appare sempre più necessario far emergere, coordinare e valorizzare l’attività di informazione, prevenzione e recupero dalla dipendenza dal Gioco d’Azzardo Patologico (GAP) attraverso un progetto cha abbia lo scopo di ridurre il numero dei giocatori a rischio. In effetti in molte regioni il problema è stato affrontato attraverso i servizi. La Regione Toscana ad esempio nel 2009 ha approvato le “Linee di indirizzo sugli interventi di prevenzione, formazione e trattamento del Gioco d’Azzardo Patologico”.
“La legge regionale pugliese approvata nel dicembre 2013 – conclude il capogruppo PCE– prevede specifiche norme. L’autorizzazione all’esercizio, ad esempio, non viene concessa nel caso di ubicazioni in un raggio non inferiore a cinquecento metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, oratori, impianti sportivi e centri giovanili, centri sociali o altri istituti frequentati principalmente da giovani o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale e, inoltre, strutture ricettive per categorie protette. L’autorizzazione è concessa per cinque anni e può essere chiesto il rinnovo dopo la scadenza. Per questo occorre rispettare questa norma e sensibilizzare i Comuni a stilare l’elenco degli esercizi in possesso del marchio ‘Libero da slot – Regione Puglia’ che consente ai consumatori di effettuare una scelta libera e consapevole”.
PressGiochi
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