Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana è intervenuto esprimendo la propria opinione sull’azzardo nazionale. Dall’inizio del 2015 a oggi 50 vittime del gioco, a Milano e provincia si sono rivolte,
Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana è intervenuto esprimendo la propria opinione sull’azzardo nazionale. Dall’inizio del 2015 a oggi 50 vittime del gioco, a Milano e provincia si sono rivolte, alla Fondazione San Bernardino (presieduta da Gualzetti).
“L’economia del gioco d’azzardo è improduttiva e lo Stato si è legato le mani da solo dandola in concessione- ha dichiarato – eppure molto si può ancora fare per arginare il problema delle ludopatie. Genera un’economia falsata in quanto produce benefici solo per pochi industriali e per qualche terminale, piccoli esercizi. Al giocatore dà soltanto un’esperienza, chiediamoci se positiva o negativa. Il sistema arricchisce anche lo Stato, ma alla crescita della spesa da parte delle persone, aumentata dalla crisi, rileva il direttore non corrisponde un maggiore guadagno per la cosa pubblica: si ferma intorno ai 9 miliardi l’anno. Cosa ne rimane, considerando il denaro che serve per aiutare le famiglie rovinate dalla dipendenza dal gioco e le persone che devono essere curate dalla ludopatia?”.
“Li sostenevamo economicamente, perché erano indebitati – continua Gualzetti -Poi li affiancavamo nel risolvere la loro dipendenza. Abbiamo infine capito che l’approccio deve invece essere inverso: se non si ricostruiscono le relazioni familiari e si rimane ostaggi del gioco, è inutile anche pensare a piani di rientro dai debiti”.
“Oggi, nell’opinione pubblica, la sensibilità sembra maggiore. È così anche per alcune istituzioni, come la Regione Lombardia, e diversi Comuni tra cui Milano- conclude il direttore- Eppure il gioco è in aumento e crea grandi introiti ai concessionari, il cui unico scopo è aumentare le ore che le persone passano sedute alle macchinette. Obiettivo che si ottiene anche con campagne pubblicitarie massicce: in tv, sui giornali, sui manifesti, sulle magliette delle squadre da calcio. Si potrebbe partire da qui. Caritas chiede da anni che questo tipo di pubblicità sia vietato, come avviene per le sigarette, perché colpisce i più deboli. I Comuni più sensibili possono chiedere alle loro concessionarie di non accettarla sui mezzi pubblici e sugli stalli comunali”.
PressGiochi