Il Consiglio regionale del Piemonte, ha avviato da pochi minuti l’esame del testo unificato per la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico, già calendarizzato per martedì 19 aprile.
Il Consiglio regionale del Piemonte, ha avviato da pochi minuti l’esame del testo unificato per la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico, già calendarizzato per martedì 19 aprile. Dal dibattito i vari consiglieri intervenuti hanno evidenziato come in Piemonte il gioco d’azzardo sia in preoccupante aumento, complice la crisi.
Le norme da introdurre – Il testo in discussione a Palazzo Lascaris, approvato dalle commissioni commercio e sanità con il sostegno di tutte le forze politiche, accorpa il pdl 112 e il ddl 126, presentati rispettivamente a febbraio e aprile 2015. I principali destinatari della legge sono i comuni e le Asl: i primi dovranno individuare i luoghi sensibili in cui vietare l’installazione di slot machine e potranno predisporre degli incentivi per i cosiddetti esercizi “slot no grazie”; alle aziende sanitarie spetterà invece il compito di promuovere le iniziative di sensibilizzazione e educazione preventiva, oltre ovviamente alla gestione delle attività cliniche, che vanno dalle cure psicologiche al reinserimento sociale.
Si prevede il divieto di collocare macchinette per il gioco d’azzardo nei locali situati a meno di 500 metri da scuole, ospedali e luoghi di culto, ma anche sportelli bancomat e negozi di pegni o compro oro. Corsi di formazioni sulle ludopatie predisposti dalle Asl per tutti gli esercenti e i dipendenti delle sale da gioco. Sanzioni amministrative fino a 15.000 euro per chi non rispetta questi obblighi.
Gianluca Vignale di Forza Italia ha evidenziato come “In tutti questi anni dopo i tanti interventi locali, non ricordo provvedimenti seri nazionali per la tutela del cittadino. Il decreto Balduzzi stesso era carente di molti interventi necessari sul fronte della cura e della salute. La stessa manovra 2016 pensa soprattutto alle nuove concessioni più che a ridurre il fenomeno. La regione sta intervenendo su un fronte dove il Governo nazionale non interviene.
Ricordiamo le cause che hanno coinvolto i comuni che sono intervenuti, come Verbania che ha pagato un milioni di euro di multa per aver perso una causa sul fronte del gioco, perché non c’era una legge regionale che tutelasse questi comuni. Ricordiamo i dati di gioco per ogni singolo giocatore piemontese: oggi abbiamo situazioni più disparate, da patologie vere e proprie a gioco diffuso. Nel 2013 si spendevano 7mld in gioco in Piamonte, pari alla spesa sanitaria complessiva della regione.
E’ una battaglia culturale e politica: ci siamo fermati di fronte ai limiti della legislazione nazionale e speriamo che la norma che faremo non venga impugnata dal governo nazionale. Interveniamo su distanze, orari e su fronti con i quali speriamo di apportare strumenti utili per abbassare la spesa.
La lobby del gioco oggi è la più potente in Italia in termini di comunicazione, sia sulla stampa, tv o online: la pubblicità è invasiva”.
I luoghi deputati al gioco, hanno chierito altri consiglieri intervenuti, vanno resi più pubblici per rendere trasparente questo tipo di attività, ma la polizia locale e le forze dell’ordine devono aiutarci a realizzarli. I consiglieri hanno in particolare evidenziato le correlazioni rischiose che possono esserci tra il gioco d’azzardo, l’usura e la criminalità organizzata.
“Se non interveniamo a tutela dei soggetti vulnerabili che rischiano di rovinarsi con l’azzardo, con usura e dipendenza, non svolgiamo a pieno il nostro ruolo. L’iniziativa privata – spiega Davide Bono del M5S – non deve recar danno alla società e ai cittadini. E’ fondamentale individuare i luoghi sensibili, tra cui bancomat, scuole, ospedali, centri sportivi e stazioni entro i quali devono esserci distanze di 300 mt per le sale giochi nei comuni al di sotto dei 5mila abitanti e entro i 500 mt per i comuni con più di 5mila abitanti.
Per quanto riguarda poi la partita del gioco online, rimane aperta, vista la difficoltà di normarlo. Il problema delle slot è che sono installate anche nei bar che spesso introducono i giochi per arrotondare gli incassi. Abbiamo permesso con le norme della liberalizzazione di aumentare il numero degli esercizi, aumentando a concorrenza e la crisi. Il cittadino ci perde a favore dello Stato e delle società che investono sul gioco. Per quanto riguarda le ticket redemption chiediamo di intervenire visto che si abitua il ragazzino a giocare d’azzardo”.
Ad intervenire anche il consigliere del Pd Andrea Appiano che ha affermato come: “Il lavoro svolto in Commissione in questi mesi e da oggi in Aula è stato sicuramente costruttivo e porterà all’approvazione unanime di questo testo di legge. Nella dipendenza da gioco tutta la collettività va responsabilizzata, perché a monte del Gap oltre alle questioni economiche c’è la solitudine. E’ un problema molto serio. Il DPA stima 32mln di giocatori e quindi non ci stupiamo se insorgono le patologie, su questo dato sono 800mila gli affetti da Gap. In Piemonte tra il 2004-2015 sono passati da 116 a 1277, tra cui sono compresi anche i giovani. Per questo è importante approvare anche la norma contro le ticket redemptions che educano al gioco.
Tuttavia non illudiamoci che la legge da sola basti, serve educare la società e coinvolgerla”.
L’esame del provvedimento sull’approvazione del testo unificato sulla prevenzione del gioco d’azzardo è stata rinviata alla prossima seduta del consiglio che si svolgerà la prossima settimana.
Il provvedimento – Tra le novità più rilevanti, la previsione del Piano triennale integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico che il Consiglio regionale dovrà approvare, su proposta della Giunta, entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il Piano dovrà – tra l’altro – promuovere interventi per aumentare la consapevolezza sulla dipendenza correlata al gioco per i giocatori e le loro famiglie; favorire un approccio consapevole, critico e misurato al gioco; informare sull’esistenza di servizi di assistenza e cura svolti da soggetti pubblici e del terzo settore sul territorio regionale e sulle modalità d’accesso; informare i genitori e le famiglie sui programmi di filtraggio e blocco dei giochi on line; prevedere interventi di formazione e di aggiornamento, obbligatori ai fini della prosecuzione dell’attività, per i gestori e il personale delle sale da gioco e delle sale scommesse e pianificare campagne annuali d’informazione sui rischi e sui danni derivanti dalla dipendenza dal gioco.
Per tutelare determinate categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e per prevenire il disturbo da gioco – poi – è vietata la collocazione di apparecchi per il gioco in locali che si trovino ad una distanza, misurata in base al percorso pedonale più breve, non inferiore a trecento metri per i Comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti e non inferiore a cinquecento metri per i Comuni con popolazione superiore a cinquemila abitanti da istituti scolastici di ogni ordine e grado, centri di formazione per giovani e adulti, luoghi di culto, impianti sportivi, ospedali, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori, istituti di credito e sportelli bancomat, esercizi di compravendita di oggetti preziosi ed oro usati, movicentro e stazioni ferroviarie. Per esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica – poi – entro novanta giorni dall’entrata in vigore della legge i Comuni dovranno disporre limitazioni temporali all’esercizio del gioco tramite slot machine per una durata non inferiore a tre ore nell’arco dell’orario di apertura previsto, all’interno delle sale da gioco, delle sale scommesse, degli esercizi pubblici e commerciali, dei circoli privati e di tutti i locali pubblici o aperti al pubblico.
Ai fini della tutela della salute e della prevenzione della dipendenza da gioco è inoltre vietata qualsiasi attività pubblicitaria relativa all’apertura o all’esercizio delle sale da gioco, delle sale scommesse o all’installazione degli apparecchi per il gioco presso gli esercizi pubblici e commerciali, i circoli privati e i locali pubblici e la Regione promuoverà accordi con gli enti di esercizio del trasporto pubblico locale e regionale per favorire l’adozione di un codice di autoregolamentazione che vieti la concessione di spazi pubblicitari relativi al gioco a rischio di sviluppare dipendenza sui propri mezzi di trasporto.
PressGiochi
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