12 Gennaio 2025 - 08:57

Studio Cnr su gioco e giovani: numerose le iniziative avviate sul territorio per sensibilizzare sulla questione

Nell’ambito dello studio pubblicato a marzo dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr, il Consiglio Nazionale di Ricerca di Pisa nell’ambito dello studio ESPAD, European School Project on Alchol and other

19 Aprile 2016

Nell’ambito dello studio pubblicato a marzo dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr, il Consiglio Nazionale di Ricerca di Pisa nell’ambito dello studio ESPAD, European School Project on Alchol and other Drugs, sui comportamenti a rischio tra gli adolescenti nel gioco d’azzardo, sono state avviate numerose le iniziative che hanno avuto luogo sul territorio: a partire dalla l’ULSS 6 di Vicenza, l’ente incaricato della gestione dei servizi sanitari della provincia che ha denunciato l’attività di 15.500 studenti giocatori d’azzardo solo sul territorio vicentino e ha organizzato, insieme con l’Ufficio Scolastico Territoriale, un progetto per le scuole volto a stimolare il dialogo attraverso una serie di attività formative e d’informazione sui rischi della patologia del gioco d’azzardo. Il primo premio è andato alla dottoressa Francesca Sisinna, docente di economia politica che ha presentato il progetto Gioco malato legalizzato che coinvolge gli studenti ad adoperarsi in minuziose ricerche in rete che riguardano i regolamenti, i dati statistici, le leggi italiane e le testimonianze presenti sul web.

Una formazione basata sulla prevenzione e sulla fiducia nel sistema scolastico e nell’assistenza sanitaria come a Imola dove l’Usl in concerto con la Caritas e l’amministrazione comunale ha presentato un progetto che ha coinvolto 3224 studenti a cui è stato sottoposto un test in anonimato. Dai risultati è emerso che solo il 30% di questi non ha mai giocato denaro in vita sua, il 38% è convinto che esista una strategia per incrementare le possibilità di vittoria, ignorando quindi la vera natura dei risultati che è del tutto casuale e che il 34% dichiara di giocare semplicemente per “passare il tempo”, evidenziando basse percentuali di chi crede realmente di potersi arricchire.

Secondo la dottoressa Alessandra Buja dell’Università degli Studi di Padova l’incremento esponenziale è anche frutto della società in cui viviamo: “i giovani di oggi sono la prima generazione per cui le occasioni di gioco e di azzardo sono sempre più vicine: i tabaccai con sistemi per scommesse sono ad ogni angolo, sono aumentate le sale dedicate e la rete ha sdoganato il gioco anche ai più piccoli e ai meno esperti”.

PressGiochi