“L’ipotesi di trattenere la quota dello 0,5 percento spettante ai concessionari per i livelli di servizio raggiunti mi sembra non percorribile perché priva di una effettiva base di legge e
“L’ipotesi di trattenere la quota dello 0,5 percento spettante ai concessionari per i livelli di servizio raggiunti mi sembra non percorribile perché priva di una effettiva base di legge e perciò – come tale – esporrebbe l’Amministrazione al concreto rischio di risarcimento del danno inferto ai concessionari stessi: un danno almeno pari alla somma degli interessi moratori che spetterebbero ai soggetti colpiti dal decreto per tutto il periodo di mancato godimento delle somme trattenute”. Con queste parole il prof. Federico Tedeschini, docente di diritto pubblico alla Sapienza che fa parte del Collegio difensivo che ha impugnato la legge istitutiva della tassa dei 500 mln, commenta a PressGiochi.it la possibilità che i Monopoli trattengano ai concessionari la quota dello 0,5%.
Infatti, per chiudere definitivamente la querelle dell’ addizionale da 500 milioni introdotto dalla Stabilità 2015, ad oggi non ancora del tutto incassata dall’Amministrazione, da Piazza Mastai trapela la possibilità, non esclusa dallo stesso Sottosegretario Baretta, che – tramite un apposito decreto – verrà disposto, come accaduto l’anno passato – di trattenere la quota dello 0,5% spettante ai concessionari per i livelli di servizio raggiunti, che dovrebbe corrispondere a circa 200 milioni di euro, cioè più o meno a quanto ancora occorre per colmare l’ammanco.
“Secondo una consolidata giurisprudenza della Corte dei Conti, – specifica il prof. Tedeschini – il pagamento di interessi moratori da parte dell’Amministrazione è sempre e comunque configurabile come danno erariale risarcibile dai dirigenti che sottoscrivono atti le cui conseguenze siano idonee a produrre i richiamati interessi moratori”.
In realtà, l’anno scorso questo meccanismo si poté realizzare grazie all’accordo che venne raggiunto fra l’Amministrazione e i concessionari, per il quale all’effettiva erogazione dello 0,5% fece immediatamente seguito un atto di svincolo da parte dei concessionari stessi delle somme percepite, che permise alla ADM di tornare in possesso, pressoché nell’immediato, di tali somme.
Secondo alcuni avvocati amministrativi esperti nella materia dei giochi pubblici da noi interpellati, stando ad una attenta lettura delle norme vigenti, è lecito dubitare che un “atto di imperio” dell’Amministrazione, per quanto tradotto in un decreto, possa essere sufficiente ad obbligare le concessionarie a rinunciare a monte alle quote di propria spettanza, fermo restando che, siccome le incombenze relative all’addizionale sono di loro esclusiva pertinenza, nessuna azione potrà essere intentata direttamente dalla Adm verso i gestori.
Come spiega il Direttore dei Giochi dell’Agenzia dei Monopoli, Roberto Fanelli, parlando con ilfattoquotidiano.it: «Ovviamente cercheremo di recuperare quei soldi, almeno una parte, non ci sono scuse all’evasione, ma c’è da dire pure che quella norma che introduceva i 500 milioni di tassa non era proprio un esempio di nitidezza, meglio sarebbe stato il governo avesse aumentato già allora il prelievo unico erariale».
PressGiochi
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