Si definiscono obblighi di collaborazione attiva e passiva. Sono tutti quegli obblighi inseriti all’interno della politica europea sull’antiriciclaggio che impone a soggetti privati finanziari e non, come avvocati, banchieri, intermediati
Si definiscono obblighi di collaborazione attiva e passiva. Sono tutti quegli obblighi inseriti all’interno della politica europea sull’antiriciclaggio che impone a soggetti privati finanziari e non, come avvocati, banchieri, intermediati finanziari, commercianti di oro, cose antiche e gestori di case da gioco di verificare l’identità dei propri clienti, registrare le operazioni oltre la soglia del limite all’uso del contante e segnalare quelle sospette.
Il Parlamento europeo sta lavorando in questi mesi alla nuova direttiva antiriciclaggio, e sia il Consigliio che il Pe sono concordi nell’utilizzo di registri di proprietà condivisi tra i Paesi Ue nei quali andrebbero inseriti i proprietari delle società e fossero accessibili a persone con interessi legittimi come investigatori e altri cittadini interessati, il tutto per ampliare la lotta al riciclaggio di denaro.
I regolatori sono concordi nel chiedere alle banche, revisori, avvocati, agenti immobiliari e casinò, tra gli altri, di essere più vigili su transazioni sospette effettuate dai loro clienti.
“Per anni, – ha affermato il relatore in Commissione problemi economici e monetari Krišjānis Kariņš (PPE) – i criminali in Europa hanno utilizzato l’anonimato delle imprese e conti offshore per nascondere i loro rapporti finanziari. La creazione di registri di proprietà effettiva contribuirà a sollevare il velo di segretezza di conti offshore e sarà di grande aiuto nella lotta contro il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale palese”.
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