13 Gennaio 2025 - 06:08

Giordano (Sel): “Eliminare serie D dai palinsesti scommesse dei Monopoli”

Occorre assumere iniziative per prevedere l’eliminazione di tutti gli eventi dei campionati dilettanti di serie «D» di quelli giovanili dai palinsesti dell’Agenzia delle dogane e di Monopoli di Stato, in

22 Marzo 2016

Occorre assumere iniziative per prevedere l’eliminazione di tutti gli eventi dei campionati dilettanti di serie «D» di quelli giovanili dai palinsesti dell’Agenzia delle dogane e di Monopoli di Stato, in ragione del fatto che tale inserimento e il susseguente monitoraggio non hanno sortito alcun effetto sperato, anche perché sotto l’aspetto squisitamente etico trattasi di due settori delicati in quanto riguardanti minori, nei quali lo Stato deve sempre garantire che l’interesse sociale prevalga su quello affaristico-economico.

A chiederlo è l’on. Giancarlo Giordano che ha rivolto una interrogazione al Ministero dell’economia.

“A seguito di un’iniziativa della magistratura è emersa una fitta rete di giocatori, manager, allenatori, dirigenti ed imprenditori delle società calcistiche della serie «D» dilettantistica, della Lega Pro (ex serie «C») e di serie «B» che truccava le partite dei campionati italiani e sui quali pende l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di aver favorito le organizzazioni mafiose.

La Federcalcio (FIGC), parte lesa nel relativo processo, a mezzo del suo presidente Carlo Tavecchio in quell’occasione aveva dichiarato che: «Quando le scommesse sono state allargate alla serie “D” io dissi, pur non essendo consultato, che era un gravissimo errore e oggi i risultati li vedono tutti… cinque-sei anni fa la scommessa era un reato. Il giorno in cui si è entrati nell’ottica che la scommessa non è reato porta a far sì che, ognuno si debba prendere le proprie responsabilità», palesando una evidente posizione di contrarietà a chi ha invece insistito perché il mondo rischioso del calcio scommesse invadesse anche il delicato settore del calcio dilettantistico; a questa voce autorevole avevano, nel frattempo, fatto eco altrettante di personaggi del mondo sportivo e giudiziario come Abodi presidente Lega serie B, Gianni Rivera presidente FIGC settore scolastico e Raffaele Cantone presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione.

Due anni or sono, nonostante il mondo del calcio professionistico fosse ciclicamente investito da scandali, il Governo italiano, attraverso il Ministero competente, ha deciso, nonostante il parere contrario della Federazione italiana gioco calcio, di estendere la pratica del gioco delle scommesse al settore dilettantistico, determinando il coinvolgimento di un mondo già di per sé esposto agli interessi delle organizzazioni criminali locali, nazionali e internazionali;

Da quando è entrata in vigore la norma che ha consentito l’inserimento della serie «D», cioè del calcio dilettantistico, nei palinsesti dell’Agenzia dei Monopoli di Stato vi è stato un aumento esponenziale dei casi di manipolazione organizzata come l’inchiesta « Dirty soccer» ha poi dimostrato; se questo esposto non bastasse a dimostrare l’inopportunità di estendere le scommesse a questo delicato settore del calcio italiano, frequentato da giovanissimi e da minorenni, vi è stato la necessaria modifica dell’articolo 6 del codice di giustizia sportiva che ha ampliato il divieto di scommettere ai calciatori dilettanti; la norma federale aggiornata prevede che i tesserati del settore dilettantistico e del settore giovanile non possono effettuare scommesse relativamente a gare delle competizioni in cui militano le loro squadre; modifica, tra l’altro, alquanto aleatoria, visto che si pronostica sulla serie «D» dal 10 ottobre e che tale norma è stata inserita solo in questi giorni a ridosso del torneo giovanile di Viareggio.

Da questo – ha concluso Giordano – nasce anche l’oggettiva impossibilità di controllare che i circa 6.000 tesserati di serie «D» scommettano direttamente o indirettamente su i propri incontri, considerati anche gli assurdi meccanismi autorizzati come quello della opportunità temporale parziale, che agevola la potenzialità dell’azione sportiva criminosa”.

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