13 Gennaio 2025 - 06:19

Baretta: “Ok a tassa di scopo; il settore del gaming va ripensato anche nella governance””

“La destinazione di scopo si può fare, studiamo i modi”. Lo dichiara il sottosegretario all’economia PierPaolo Baretta al settimanale Affari&Finanza di Repubblica. “Da un settore così complesso, con elementi di

14 Marzo 2016

“La destinazione di scopo si può fare, studiamo i modi”. Lo dichiara il sottosegretario all’economia PierPaolo Baretta al settimanale Affari&Finanza di Repubblica.

“Da un settore così complesso, con elementi di grande contraddittorietà – ha dichiarato l’esponente del Pd – dobbiamo immaginare che emerga un vero piano di opere, e quindi non solo la lotta alla ludopatia ma più in generale un piano per i servizi. Le operazioni sono due: o si estrae dai volumi degli incassi una quota, destinandola a uno scopo specifico, come i 50 milioni destinati quest’anno alla lotta alla ludopatia. Oppure si può pensare a una tassa di scopo per un periodo, come quella fatta in occasione dell’entrata in Europa”.

 

“E’ positivo che i giocatore sappia che cosa si realizza con una quota di incassi – continua il sottosegretario con Delega ai giochi. Sostegno non soltanto alla lotta alle ludopatie ma pensiamo anche ai piani di opere di utilità sociale”.

Baretta conferma il suo impegno alla riduzione del numero di slot e video lotterie presenti sul territorio, per una revisione non solo politica dell’intera industria del gioco. Ma soprattutto un’apertura per trovare un punto di caduta equilibrato tra le necessità proprie di un settore che fa industria dando da lavorare a 149mila persone, e le esigenze di non vedere trasformata l’Italia in una gigantesca sala da gioco per pure necessità di erario.

 

“L’idea di una destinazione di scopo, – afferma il sottosegretario – per alcune situazioni è molto positiva perché specifica esattamente al giocatore senza mediazione, cosa si va a fare con una certa quota di incassi. C’è una comunicazione diretta. Tuttavia escudo che la destinazione di scopo sia uno scambio, non posso arrivare a questo punto facendo aumentare i volumi di gioco. Altrimenti ritorneremmo al decreto abbruzzo di Tremonti: dove quasi si assisteva all’esigenza di vedere aumentare la massa del gioco nel nome e per conto di uno scopo. Ma se usciamo da questa logica e immaginiamo invece che da un settore così complesso, con elementi di grande contraddittorietà, possa emergere un piano di opere, e non solo sulla ludopatia, ma anche per i servizi sociali sul territorio, allora questo avrebbe un senso.

Le operazioni possibili sono due: o si estrae dai volumi degli incassi una quota destinandola ad uno scopo specifico o si può pensare ad una tassa di scopo per un periodo come quella fatta in occasione dell’entrata in Europa”.

 

Riforma dei giochi e nuovi casinò – Sulla possibilità di aprire a nuovi casinò, vanno considerati due aspetti – afferma PierPaolo Baretta -. Le case da gioco sono da un lato in crisi e dall’altro tutte concentrate in un’area geografica che fa riferimento al nord del Paese. Mentre c’è stata una proliferazione eccessiva di macchinette sull’intero territorio.

E’ il momento di razionalizzare. Se si fa questa riflessione non si può escludere anche la revisione di questa materia. Questo non significa dare mano libera all’apertura di casinò in tutto il Paese, perché questo sarebbe dannoso e non è assolutamente nei nostri piani. Ma anche questo settore va ripensato, un po’ come si sta facendo per l’ippica.

 

Il settore del gaming – ha concluso il sottosegretario –  va ripensato non solo dal punto di vista del prodotto ma anche della governance. Sono favorevole a forme di aggregazione anche più industriali.

Il contratto di filiera va in questa direzione e ridurrebbe il tasso di contenzioso all’interno della filiera stessa. Sarebbe un bel primo passo, senza nulla togliere alla contrattazione privata che rimarrebbe intatta”.

PressGiochi