Il settore delle scommesse, oltre a risentire della crisi congiunturale, risente anche delle gravi ripercussioni negative dovute alla concorrenza sleale causata da siti e società di scommesse estere legate, per
Il settore delle scommesse, oltre a risentire della crisi congiunturale, risente anche delle gravi ripercussioni negative dovute alla concorrenza sleale causata da siti e società di scommesse estere legate, per lo più, a terminali sul suolo Italiano che operano senza alcun tipo di autorizzazione.
La SIS, azienda nazionale leader nel settore scommesse che conta 55 agenzie in tutta Italia con oltre 250 dipendenti di cui 13 in Sicilia che occupano più di 100 lavoratori, è da circa due anni in liquidazione.
Durante questo periodo, al fine di mantenere i livelli occupazionali, la SIS ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga.
Intanto dai primi giorni di Gennaio 2015, Snai, il concessionario delle raccolte scommesse, a causa di inadempienze economiche, ha disattivato alla SIS il segnale nei terminali che consente la raccolta delle scommesse determinando l’inevitabile chiusura dei punti vendita in Sicilia.
“Dal 9 gennaio scorso, a seguito della chiusura dei centri di scommessa, i lavoratori sono stati posti in ferie forzate – afferma Mimma Calabrò Segretario Generale Fisascat Cisl regionale Sicilia – Siamo fortemente preoccupati per quanto sta accadendo. Se la situazione non assumerà, in tempi brevi, notazioni positive temiamo che pesantissime saranno le ricadute sull’occupazione. Abbiamo richiesto un incontro all’azienda per ricevere informazioni sullo stato della situazione anche alla luce del fatto che si era appreso della possibilità di un subentro di SNAI. Notizia che, oggi, non trova concreto riscontro”.
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