Con 162 sì e 125 no alla fiducia, la manovra da 35 miliardi, per metà in deficit, che punta ad agganciare in modo stabile la ripresa, – sempre sulla pelle
Con 162 sì e 125 no alla fiducia, la manovra da 35 miliardi, per metà in deficit, che punta ad agganciare in modo stabile la ripresa, – sempre sulla pelle dei soliti noti -, ottiene il definitivo via libera del Senato. Giochi fatti per quanto riguarda gli apparecchi da intrattenimento che fra meno di dieci giorni si ritroveranno con un Preu lievitato al 17,5% senza però poter contare sulla possibilità di ammortizzare le imposte con un più basso livello di payout.
Ma partiamo dalle novità positive. La legge di Stabilità interviene finalmente sulla norma dei 500 milioni, abrogandola.
Si confermano, quindi, le ragioni sostenute per un intero anno dagli operatori contro una legge sulla quale il legislatore è dovuto intervenire prendendo atto del parere del Tar Lazio che nelle scorse settimane ha sollevato dubbi sulla possibile incostituzionalità della norma rinviandola alla Corte Costituzionale. La Stabilità 2016 fa di più: per consolidare il gettito e assicurarsi gli introiti mancati nel 2015, interpreta il comma abrogato spiegando che la riduzione dei compensi “si applica a ciascun operatore della filiera in misura proporzionale alla sua partecipazione alla distribuzione del compenso, sulla base dei relativi accordi contrattuali”.
Il Governo, obbligato ad annullare la tassa dei 500 mln, pur di introitare la somma attesa (da slot e vlt) scarica nuovi oneri solo sul comparto comma 6a prevedendo un ulteriore aumento del preu che dal prossimo gennaio passerà dal 13% al 17,5%: ben 4,5 punti percentuale in più. La sostenibilità della norma viene legittimata con una riduzione del limite minimo di vincite che si riduce di 4 punti passando al 70%.
Le modifiche non toccano le vlt, per le quali oltre al passaggio al sistema di certificazione previsto per le awp, si conferma la tassazione prevista nel testo originale del ddl (+0,5%) e il mantenimento del parco macchine per come lo conosciamo oggi. Tanto meno si inaspriscono le norme per gli altri tipi di gioco per i quali si prevede il passaggio della tassazione al margine per giochi online e scommesse.
Una bella modifica, insomma, che costringerà ad un cambio completo del parco macchine da realizzare molto velocemente, nel giro di un anno, senza considerare che in quanto norma tecnica, l’intervento del Governo, buttato giù in fretta e furia anche quest’anno, non conta i tempi che saranno necessari per l’approvazione della norma da parte della Commissione europea. Proprio così, come regola tecnica, se di regola tecnica si tratta, secondo i parametri della direttiva 98/34/Ce (aggiornata dalla direttiva 2015/1535), la norma dovrà passare tra le mani dei commissari europei ed essere approvata prima di poter essere applicata sul mercato: i tempi non sono certo quelli che permetteranno un passaggio al payout al 70 di certo dal primo gennaio mentre il preu verrà da subito applicato con uno scarto temporale che comporterà una notevole perdita economica per gli operatori.
Sarà necessario quindi un periodo transitorio di adeguamento tecnologico degli apparecchi al nuovo payout che richiede tempi tecnici stimati da Sogei di uno/due anni. In questo periodo il peso maggiore della tassazione graverebbe esclusivamente sulla filiera commerciale, concessionario incluso, vista l’impossibilità di adeguare direttamente e in maniera sincrona il payout di tutti gli apparecchi installati. Nel prossimo anno quindi gli operatori si ritroveranno a pagare un preu a 17,5% come stabilito dalla Manovra, mentre, visti i tempi stimati per la certificazione, il payout medio resterebbe attorno al 74,8%, considerato come media tra il payout commerciale attuale e quello minimo legale vigente.
Tuttavia, il cambio del parco macchine sarà esclusivamente transitorio visto che gli apparecchi dovranno essere dismessi entro dicembre 2019: dal gennaio 2017 verranno introdotte, in sostituzione, le nuove macchine con connessione da remoto da inserire in un contesto di esercizio pubblico quale quello dei bar e per le quali saranno rilasciati nulla osta pari al 70% del numero di apparecchi sul mercato allo scorso luglio. La data probabilmente è stata scelta proprio per evitare che potessero verificarsi nuove falsature sul mercato come avvenuto lo scorso fine anno alla stabilità 2015.
Gli interventi introdotti dal Governo nella legge di Stabilità mettono a rischio gli investimenti dell’intera filiera, la riserva statale e prestano il fianco al diffondersi veloce di forme di gioco illegale, alla riduzione degli introiti per lo Stato, oltre a rappresentare una risposta tutt’altro che corretta alla necessità di un maggior controllo sul fronte della tutela della salute e riduzione del gioco patologico.
Si parla tanto di riduzione del numero di apparecchi AWP in circolazione per contrastare il gioco patologico senza mai, e la stabilità 2016 lo conferma, intervenire in maniera proporzionale sul numero di Vlt che generano una raccolta simile a quella degli apparecchi da intrattenimento pur essendo distribuite sul territorio in un numero nettamente minore rispetto a quello delle Awp.
La riduzione dell’offerta dovrebbe riguardare tutti i tipi di giochi, mentre non si interviene affatto sulle scommesse e sui giochi online per i quali è previsto il passaggio alla tassazione al margine che rappresenta nient’altro che una semplificazione fiscale per questi settori in crescita.
I giochi online, ad esempio, fino ad oggi sono soggetti alla tassazione sulla raccolta secondo una aliquota del 3%. Con una raccolta di 70 mln, il gettito generato è di 2,1 mln di euro. Con il passaggio del prelievo al margine, poiché il payout di mercato di questi giochi è pari al 90% il margine sarebbe pari a 7 mln di euro e, con l’aliquota proposta del 20% si generebbe un gettito erariale di 1,4 mln di euro, suscettibile di subire un incremento derivante dalla maggiore competitività dei prodotti rispetto a quelli offerti sulla rete clandestina tale da portare a un gettito in linea con quello previsto a legislazione vigente.
Quindi con il passaggio della tassazione al margine deriverà un buco di 0,7 mln per l’Erario che secondo il Governo saranno compensati dagli introiti derivanti dalla maggiore competitività del prodotto. Competitività messa in dubbio dallo stesso Servizio Bilancio del Senato secondo il quale “andrebbero forniti elementi e dati a supporto dell’affermazione per cui la nuova disciplina sarebbe suscettibile di determinare un incremento derivante dalla maggiore competitività dei prodotti rispetto a quelli offerti sulla rete clandestina tale da portare a un gettito in linea con quello previsto a legislazione vigente”.
Per i tecnici, infatti, in ottica prudenziale, sarebbe stato preferibile limitare la quantificazione degli oneri alla stima degli effetti diretti della nuova disciplina sui giochi online.
E sul fronte del contrasto al gioco patologico? Gli interventi e i successi ottenuti dai no-slot sono ben poca cosa: si finanzia il Fondo contro il Gap di 50 milioni di euro e si limita la pubblicità radiofonica e televisiva dalle ore 7,00 alle 22,00 escludendo le rete specializzate e tutto il mondo dell’online, mentre per quanto riguarda le normative locali sul gioco si rinvia tutto ad aprile in Conferenza Stato-Regioni.
Beh, se i più si attendevano grandi interventi di riordino del gioco legale e a tutela del giocatore sono stati delusi: il settore si prepara ad un nuovo anno da passare tra i tribunali per far valere le proprie ragioni e la legittimità del proprio operato. Il legislatore, lo stesso che è stato bocciato dal Tar sulla norma dei 500 mln, pur avendo audito tutte le parti in causa non ha ben compreso le ragioni di un comparto che vuol esser esclusivamente promotore di intrattenimento e divertimento, senza lasciar spazio a derive patologiche connaturate tuttavia in ogni tipo di attività. Quantomeno, avrebbe potuto dare nuove speranze agli imprenditori italiani prevedendo una norma per incentivare il gioco senza vincita in denaro.
Le attese sono ora poste sul ddl di riordino del settore (il ddl Mirabelli?), affinché si possano correggere le storture che nasceranno dall’applicazione di questa Manovra nella speranza di giungere presto ad una regolamentazione coerente, uniforme e intelligente che possa comprendere senza influenze di parte sia le ragioni dell’industria italiana che quelle della società civile.
Cristina Doganini – PressGiochi