La condizione della provincia Autonoma di Bolzano deve far riflettere, soprattutto per i dati che esprime: La Legge provinciale n. 13/2010 – commenta l’associazione Astro – introduce per la prima
La condizione della provincia Autonoma di Bolzano deve far riflettere, soprattutto per i dati che esprime:
La Legge provinciale n. 13/2010 – commenta l’associazione Astro – introduce per la prima volta in Italia lo strumento del c.d. “distanziometro”. Gli apparecchi da gioco lecito non possono essere installati, e se lo sono già vanno rimossi, all’interno della c.d. area sensibile (300 metri da una serie di luoghi sensibili individuati da una “prima lista” della Legge, estendibile a piacimento dai singoli Comuni, con autonome delibere).
La “Giunta” dell’epoca rivendica orgogliosamente e pubblicamente di aver adottato un distanziometro “che funziona”, in quanto non lascia nessuno spazio “de-sensibilizzato”, soprattutto grazie all’utilizzo degli “impianti sportivi e parchi” come luoghi sensibili “strategici”, per un territorio caratterizzato dal “verde pubblico” e dagli impianti di “risalita” (tecnicamente sportivi) .
Le slot vengono rimosse “forzatamente” da tutti i pubblici esercizi (non dai tabacchi) nel primo semestre del 2013, mentre le sale scommesse (quasi subito tutte convertite in sale VLT), hanno continuano a spopolare.
I totem fanno la loro prima comparsa nei pubblici esercizi della città di Bolzano già nell’anno 2013, e dopo aver constatato la irrisoria deterrenza esercitabile dalla repressione penale in materia di gioco d’azzardo (di fatto impraticabile senza flagranza di reato), iniziano a “consolidare progressivamente” la loro presenza.
Nel solo territorio “cittadino” di Bolzano alcuni volontari ne contano RECENTEMENTE una sessantina, visitando i primi 48 bar del Comune a cui le slot lecite vennero rimosse.
In data 31 dicembre 2015, la “rete di luoghi sensibili” colpirà anche le sale “licenziate” ex articolo 88 TULPS dalla Provincia Autonoma (che fa le veci della Questura in detta materia), alle quali l’autorizzazione non potrà più essere rinnovata (stante la “perfezione” con cui il distanziometro è stato concepito).
Da qualche “ora” il consiglio provinciale è impegnato a concepire una “Nuova norma” che consenta la rimozione anche dei Totem, ma le difficoltà “terminologiche” sembra che stiano avendo la meglio: come si può vietare un distributore self service di servizi leciti (ricariche telefoniche) ? come si può “normare” ciò che è occultato ( ovvero la possibilità di giocare illegalmente con soldi e per soldi), posto che se tutto ciò non fosse ben nascosto, l’A.D.M. già interverrebbe con pesanti sanzioni pecuniarie ?
Gli effetti “sanitari” della normativa vigente, infine, sono rivelati dall’andamento crescente dei malati di G.A.P., ben evidenziato dai plurimi convegni a pubblico patrocinio tenuti, tra i 2013 e il 2015, nella Regione.
Questi sono i dati che dipingono una realtà assolutamente incontestabile, ovvero la “prigionia ideologica” in cui gli amministratori locali (a statuto speciale, e per questo anche legislatori) hanno collocato il rispettivo territorio, candidato seriamente a ospitare, dal primo gennaio 2015, solo “apparecchi illegali”, traguardando un primato mai raggiunto, neppure dalle aree più infelici del Paese.
Con questo eloquente risultato, le scelte politiche passate vengono difese, e solo criticate, “semmai” per la loro “maggiore incisività espulsiva” che avrebbero dovuto esercitare nei confronti degli apparecchi leciti.
Follia ? Forse. Il dato forse più folle, tuttavia, sembra un altro: la ferrea volontà “emulatrice” che contraddistingue un numero sempre crescente di Regioni, che a questo “mirabolante risultato” (gioco legale zero e gioco illegale “a mille”) puntano come se fosse un traguardo di efficienza amministrativa (Lombardia, Liguria, Toscana, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Puglia).
La mancata attuazione dell’articolo 14 della legge delega fiscale è sicuramente stata un’occasione persa per imporre un “riordino logico e giuridico” in questo settore, attraverso lo strumento della “norma uguale per tutto il territorio nazionale”, ma sicuramente non avrebbe potuto “rimuovere” quei presupposti di “prigionia ideologica” che hanno generato le norme locali sui distanziometri, e che solo i cittadini possono efficacemente rispedire al mittente, pretendendo politiche locali “senza chiacchere”, ed efficienti.
PressGiochi