Una quantità considerevole di documenti acquisiti, e un lungo lavoro di analisi e comparazione per verificare un’ipotesi di reato che, allo stato delle cose, sembra essere del tutto preliminare. Al
Una quantità considerevole di documenti acquisiti, e un lungo lavoro di analisi e comparazione per verificare un’ipotesi di reato che, allo stato delle cose, sembra essere del tutto preliminare. Al casinò di Campione d’Italia, così come nelle abitazioni private di un numero imprecisato di persone collegate a vario titolo agli accertamenti disposti mercoledì, i militari della Guardia di finanza di Como, assieme ai colleghi dello Scico di Roma – il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata – si sono presentati con decreti che ipotizzavano i reati di riciclaggio, associazione a delinquere e peculato. Iscrizioni di titoli di reato puramente tecniche, per un’indagine che sembrerebbe essere già avviata, ma comunque in una fase di pieno lavoro di ricostruzione e accertamento delle condotte che hanno fatto scattare l’apertura di un fascicolo in Procura a Como. Tuttavia, la fondatezza di queste ipotesi, emergerà man mano che saranno esaminati i documenti contabili relativi alla gestione economica del casinò, e in particolare di un settore amministrativo, su cui si sono concentrate le attenzioni della Guardia di finanza nell’acquisire documentazione. La gestione delle casse all’interno di una casa da gioco, è infatti strategica nel passaggio di denaro, che può essere versato e convertito in fiches con regole e limiti precisi, imposti dalla recente normativa che impone un massimo di 999 euro a cliente al giorno. Da qui sarebbero dunque partite le acquisizioni, e la relativa chiamata in causa di alcuni dipendenti o funzionari, ma anche soggetti esterni per i quali si ipotizzerebbe un ruolo di tramite. Una situazione ancora in buona parte nebulosa, come quasi sempre avviene nelle fasi di indagine non ancora definite, che sarebbe partita da una segnalazione giunta appunto da Roma. La presenza dello Scico è infatti indicativa da questo punto di vista, nel ritenere che gli inquirenti siano arrivati a fare accertamenti su Campione d’Italia, seguendo tracce o informazioni legate a soggetti di competenza del Servizio Centrale di Investigazione.
L’informazione che ha portato all’indagine comasca, si legherebbe inoltre a un’operazione svolta dalla Guardia di finanza di Cagliari denominata «Chemin de fer», relativa a operazioni di riciclaggio di denaro proveniente da illeciti, riversati nel gioco d’azzardo in tutta Italia. Da qui, potrebbe essere scaturita l’informazione che ha portato tempo fa ad aprire a Como un filone del tutto indipendente, che parte dagli accertamenti su soggetti terzi e sulle potenziali frequentazioni della casa da gioco campionese.
PressGiochi
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