I Popolari per Arezzo chiedono all’amministrazione comunale di lanciare un segnale politico forte che testimoni la volontà di combattere il proliferare delle slot machines e dei locali dedicati alle scommesse,
I Popolari per Arezzo chiedono all’amministrazione comunale di lanciare un segnale politico forte che testimoni la volontà di combattere il proliferare delle slot machines e dei locali dedicati alle scommesse, in aumento sia in alcune zone del centro cittadino che nelle periferie.
I Popolari per Arezzo propongono allora alla giunta Ghinelli di affrontare il problema attraverso una triplice azione di sensibilizzazione, regolamentazione ed incentivazione dei commercianti virtuosi.
Il primo aspetto fa riferimento alla necessità dell’amministrazione di affiancare il proprio operato a quello di associazioni e di organizzazioni private, come la Caritas, attive nella tutela dell’individuo e nel suo reinserimento sociale. «Un’attenzione particolare – spiegano i Popolari per Arezzo, – è da rivolgere a quelle zone, spesso in periferia, dove si crea un connubio pericoloso tra le situazioni umane di difficoltà e la presenza di molti locali con spazi dedicati al gioco d’azzardo. La concentrazione di queste attività crea degrado e disagi, dunque l’amministrazione deve avviare una riqualificazione di queste zone e delle periferie attivando nuovi servizi da affiancare all’operato delle associazioni e degli esercizi commerciali già presenti».
In parallelo deve partire una regolamentazione che limiti il gioco d’azzardo solo in alcune fasce orarie. L’esempio è quello della provincia di Vicenza dove cinque Comuni hanno portato avanti una battaglia che prevede la possibilità di scommettere e di utilizzare slot machines solo dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 22.00, con sanzioni fino a 500 euro per i trasgressori.
Questa manovra si è unita al parallelo divieto di aprire locali dedicati all’azzardo nelle vicinanze di luoghi sensibili come scuole ed ospedali.
La terza azione che i Popolari per Arezzo richiedono all’amministrazione è di gratificare gli esercenti che rifiutano il gioco d’azzardo attraverso sgravi fiscali come la riduzione delle aliquote di Imu e Tasi o, per coloro che non hanno l’immobile di proprietà, della tassa sui rifiuti Tari.
«Con una manovra di questo tipo – conclude l’associazione, – il Comune accetterebbe una diminuzione degli introiti fiscali ma dimostrerebbe la ferma volontà politica di arginare questa emergenza sociale».
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