Sessanta Totem sono stati installati, e verificati come operativi, in 46 bar della città di Bolzano, nei quali, prima, vi erano le new slot allacciate al circuito della rete telematica
Sessanta Totem sono stati installati, e verificati come operativi, in 46 bar della città di Bolzano, nei quali, prima, vi erano le new slot allacciate al circuito della rete telematica della Amministrazione Finanziaria, poi rimosse a seguito della Legge Provinciale.
Tale “impietosa” fotografia – commenta l’associazione Astro che da anni denuncia l’inefficacia delle politiche contro il gioco lecito per la tutela della popolazione – che certifica l’equazione tra l’allontanamento del gioco lecito e l’insediamento del gioco illegale e incontrollato, si aggiunge la preoccupazione per la “scadenza” di tutte le autorizzazioni oggi vigenti per le sale dedicate al gioco lecito insediate, che a fine anno non potranno vedersi rinnovato il titolo abilitativo provinciale, se ubicate nelle aree sensibili. La prospettiva di una prossima “invasione” in grande stile dei totem, è pertanto fondata, altresì avvalorata anche dalla scarsa considerazione di rischio che, sino ad ora, le Autorità Provinciali hanno ascritto a detti congegni.
Bolzano, come la Regione Liguria e la Regione Lombardia, annovera un dato di implementazione dei malati di G.A.P. (da 139 unità del 2010 alle 297 registrate al 4 giugno 2015) , teoricamente incompatibile con gli effetti “fisiologici” delle restrizioni alle installazioni di apparecchi leciti, ma in pratica “scontato” se si considera l’automatica sostituzione che si verifica nei territori “de-slottizzati” quando al congegno “controllato” si sostituisce un apparecchio privo di autorizzazione (e che in quanto tale si offre ai giocatori senza limiti di sorta).
A questo punto le “coincidenze” sono due: le restrizioni agli apparecchi leciti comportano sia la riviviscenza dell’illegalità, sia implementazione epidemiologica del G.A.P.
Al cospetto di queste “evidenze”, non è più l’industria del gioco lecito a dover fornire “scientifiche analisi” o interpretazioni antropologiche, ma è la Politica, tanto quella di prossimità, quanto quella “nazionale” a doversi far carico di un’operazione di informazione ai cittadini e di “meditazione” sulle convinzioni sino ad ora maturate.
L’industria del gioco lecito “cita” da due anni la stima della G.D.F. sull’indotto del gioco illegale (23 miliardi di euro all’anno totalmente sottratto al fisco), evidenziandone la superiorità rispetto al fatturato degli apparecchi da gioco lecito (c.a. 8,5) e di tutto il portafoglio gioco pubblico (c.a. 17,5), e sollecitando la “presa d’atto” della consequenziale “eccentricità” che denotano le politiche restrittive al “solo” gioco autorizzato e controllato che non siano fondate sulla repressione delle offerte illegali. Un dato può quindi assumersi per “assodato”: la prevenzione sanitaria e la cura dei malati di G.A.P. non è il vero obiettivo che può ancora (legittimamente) ispirare politiche di restrizione al gioco lecito. Ai cittadini “informati” l’onere di comprenderne i reali scopi.
PressGiochi