Sarebbe dovuto terminare lo scorso 18 ottobre, il periodo di stand still relativo al decreto italiano che notifica alla Commissione europea le regole tecniche che definiscono le prestazioni e le
Sarebbe dovuto terminare lo scorso 18 ottobre, il periodo di stand still relativo al decreto italiano che notifica alla Commissione europea le regole tecniche che definiscono le prestazioni e le funzioni nonché i requisiti tecnici che il concessionario deve garantire per l’esercizio e la raccolta a distanza dei giochi pubblici. Ma la presentazione da parte dello Stato membro di Malta di un parere circostanziato che segnala eventuali incongruità delle regole tecniche con le norme europee hanno rallentato l’approvazione del testo che dovrà essere messo di nuovo sotto esame della Ce.
Intanto le autorità italiane, l’Agenzia delle Dogane e Monopoli nello specifico, dovranno fornire i chiarimenti rispetto ai dubbi sollevati dal governo Maltese di violare la libera prestazione di servizi del Trattato sul Funzionamento dellUE.
Nel suo parere sul progetto di legge italiano per la regolamentazione dei giochi online – che PressGiochi può anticipare in esclusiva -, Malta esprime una serie di osservazioni critiche, articolate su diversi livelli. In sostanza, il piccolo stato sul Mediterraneo ritiene che il progetto italiano introduca vari requisiti che, considerati complessivamente, limitano la possibilità per gli operatori stranieri di offrire giochi a distanza in Italia. In particolare, Malta denuncia che la prestazione di servizi di gioco d’azzardo tra imprese (B2B) venga riservata ai soli concessionari italiani. Questa limitazione sarebbe incompatibile con il principio di libera prestazione di servizi sancito dall’articolo 56 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), ostacolando di fatto l’ingresso di operatori stranieri già autorizzati in altri Paesi membri e riducendo la concorrenza nel mercato italiano.
Mancanza di trasparenza e coerenza normativa: Malta sottolinea una generale mancanza di chiarezza e trasparenza nel progetto di regole tecniche italiano, evidenziando come la terminologia utilizzata sia poco definita e spesso ambigua. Questa mancanza di chiarezza, sostiene Malta, è contraria alla Direttiva 2015/1535, la quale mira a promuovere un contesto competitivo per le imprese e richiede che le normative nazionali siano trasparenti. Malta teme che le norme poco chiare ostacolino la partecipazione di operatori stranieri, mettendoli in una posizione svantaggiosa rispetto ai concessionari italiani.
Vincoli alla fornitura di servizi di gioco B2B: Nel progetto italiano, sembra che l’offerta di servizi di gioco B2B sia permessa solo ai concessionari titolari di una concessione B2C per operare con i consumatori. Malta teme che questo vincolo possa creare una situazione discriminatoria, limitando le possibilità per gli operatori B2B autorizzati in altri Stati membri di fornire i loro servizi ai concessionari italiani. Questo comporterebbe inoltre un obbligo per gli operatori B2B stranieri di ottenere una licenza B2C anche se non intendono operare direttamente con i consumatori, portandoli ad adattare il loro modello di business, già riconosciuto in altri Stati UE. Malta ritiene che queste restrizioni siano inutili e sproporzionate rispetto agli obiettivi dichiarati.
Restrizioni per i giocatori e registrazione obbligatoria: Malta solleva obiezioni anche riguardo le restrizioni imposte ai giocatori, incluse norme rigide sulla registrazione dei conti di gioco e sull’uso di domini con estensione italiana (.it) per i siti web di gioco. Tali misure, secondo Malta, appaiono sproporzionate e non giustificate, rischiando di incentivare i giocatori italiani a rivolgersi a mercati non regolamentati, mettendo così in pericolo la loro sicurezza e benessere. Malta esprime preoccupazione per l’effetto cumulativo di queste misure, che considera un ostacolo al libero accesso dei servizi da parte degli utenti.
Limiti incoerenti per i giovani giocatori: lo Stato maltese apprezza le misure di protezione per i giocatori più giovani, ma rileva una loro applicazione incoerente e non sistematica. Malta osserva, ad esempio, che i limiti di spesa e di tempo per i giocatori di età compresa tra i 18 e i 24 anni sembrano applicabili solo in fase di registrazione, escludendo così i conti esistenti. Questa applicazione limitata, secondo Malta, è inadeguata a garantire l’obiettivo di tutela del pubblico.
Non solo. Malta critica anche l’approccio del progetto italiano per quanto riguarda l’uso di siti web e applicazioni mobili per i giochi online. L’Italia impone, infatti, requisiti aggiuntivi ai concessionari che scelgono di operare tramite sito web piuttosto che tramite applicazione. Secondo Malta, queste disposizioni violano il principio di neutralità tecnologica, che consente agli operatori di scegliere la tecnologia più adatta alle loro esigenze. Malta chiede chiarimenti sui rischi specifici che giustificherebbero questa scelta e teme che l’imposizione di requisiti restrittivi sui siti web possa scoraggiare l’uso di questa tecnologia, ostacolando ancora una volta il libero accesso al mercato.
Il parere circostanziato presentata in Ue evidenza come l’Italia non abbia fornito una giustificazione adeguata per queste misure restrittive, né abbia presentato studi e dati concreti che dimostrino la necessità di tali restrizioni. Secondo Malta, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea richiede che le misure restrittive siano supportate da una valutazione completa delle circostanze che ne giustifichino l’applicazione. Senza tali evidenze, Malta ritiene che le disposizioni italiane risultino non conformi ai principi del diritto europeo, rendendo le norme restrittive ingiustificate.
Malta invita quindi l’Italia a riconsiderare e modificare tali norme, auspicando un maggiore allineamento con i principi di trasparenza, non discriminazione e proporzionalità dell’UE per garantire un accesso equo e libero al mercato dei giochi online.
PressGiochi
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