Recentemente il Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, ha risposto ad un’interrogazione parlamentare, presentata presso la VII Commissione Permanente della Camera da parte di deputati del Movimento
Recentemente il Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi, ha risposto ad un’interrogazione parlamentare, presentata presso la VII Commissione Permanente della Camera da parte di deputati del Movimento 5 Stelle, su alcune tematiche del gioco pubblico.
Vari ed interessanti gli argomenti affrontati nel corso della risposta, tesa a fornire un quadro d’insieme anche sulle iniziative future sul gioco legale, con particolare riguardo alla tutela delle persone vulnerabili.
Come riporta FIT, in materia di ludopatia il Ministro ha precisato che «si tratta di un tema affrontato molte volte in sede di sindacato ispettivo e afferma che la sua posizione è volta anzitutto a marcare la differenza sostanziale, oltre che formale, tra il gioco legale e il gioco illegale e come sia necessario investire su questo discrimine tutte le risorse disponibili al fine di contrastare l’economia criminale che opera anche attraverso la raccolta di scommesse sportive ed altri giochi in modo non regolamentato attraverso i servizi di concessione».
Nel ricordare l’impegno profuso dal Governo per contrastare il fenomeno delle scommesse illegali, il Ministro ha sottolineato, inoltre, l’importanza del contrasto al gioco illegale, settore in cui: «… si consolida il rischio ludopatico oltre, ovviamente, al rischio del riciclaggio e dell’economia criminale».
Ma non solo.
Il contrasto della ludopatia, infatti, non può prescindere dall’educazione, dall’informazione e dalla cultura della misura, intendendosi per questa la consapevolezza del giocatore di adottare un approccio al gioco consono alla propria capacità di spesa.
Il Ministro Abodi si è quindi dichiarato convinto che comunicazione e informazione – adeguatamente regolamentate, codificate e condivise – siano strumenti educativi oltre che informativi da utilizzare e sfruttare appieno in tutte le loro potenzialità.
Del resto: «gli strumenti che offrono i maggiori margini di miglioramento e di efficacia che potranno essere misurati nel tempo, sono le campagne contro le dipendenze, in particolare quelle contro la dipendenza da gioco ludopatico […] che è indispensabile organizzare, in collaborazione con le regioni e prevedendo il coinvolgimento degli enti e delle associazioni del territorio, campagne comuni di comunicazione contro la ludopatia mediante l’attivazione di progetti aventi un profilo sociale, che devono essere alimentate in parte anche con i proventi derivanti dai giochi».
Nel corso della risposta all’interrogazione è stato altresì rinnovato l’impegno, sul quale sta lavorando il Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, titolare della relativa delega: «a riconoscere la distribuzione dei proventi del diritto alla scommessa per gli organizzatori degli eventi, per le attività sportive di base e per le infrastrutture sociali».
In conclusione, è stata poi rilevata: «la necessità di ripensare insieme le disposizioni del Decreto-Legge 12 luglio 2018, n. 87 (cosiddetto decreto Dignità) nella parte che vieta la pubblicizzazione tout court, di giochi o scommesse con vincite di denaro nonché il gioco d’azzardo, al fine di consentire alla pubblicità di concorrere al contrasto dei fenomeni ludopatici oltre che all’affermazione delle tutele nei confronti del gioco legale».
PressGiochi
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