Una nota di Federconsumatori recita: “A distanza di oltre 20 giorni dalla presentazione del rapporto “Non così piccoli, la diffusione dell’azzardo on line nei piccoli comuni italiani”, a cura di
Una nota di Federconsumatori recita: “A distanza di oltre 20 giorni dalla presentazione del rapporto “Non così piccoli, la diffusione dell’azzardo on line nei piccoli comuni italiani”, a cura di Federconsumatori, CGIL e Fondazione ISSCON, i dati rilevati continuano a suscitare forte interesse dei mezzi d’informazione, delle Istituzioni locali e delle Forze dell’Ordine.
La domanda che ci viene rivolta più frequentemente è come sia possibile che in comuni così piccoli, con poche migliaia di abitanti, si possano registrare giocate online medie che superano i 1000 euro al mese pro capite (popolazione di riferimento dai 18 ai 74 anni). Una prima risposta si trova nel sottotitolo che abbiamo dato al primo report “Libro nero dell’azzardo” (presentato a maggio 2024): “mafie, dipendenze, giovani”.
Da un lato l’azzardo online è sempre di più diffuso fra le giovani generazioni, trai nativi digitali, e contribuisce a sviluppare forme di dipendenza che faticano a essere individuate e curate.
Dall’altro lato nei nostri rapporti (che peraltro riportano anche valutazioni della Commissione Antimafia) si segnala che l’azzardo praticabile su smartphone e pc, è una vera e propria prateria per il riciclaggio del denaro sporco. Anche i piccoli comuni che fanno registrare quote giocate pro capite incredibilmente alte potrebbero rientrare in questa ultima fattispecie.
Ovviamente una parte di queste giocate anomale potrebbero essere ricondotte anche alla presenza, in un piccolo Comune, di uno o due giocatori “professionisti”, capaci di muovere somme ingenti (non necessariamente proprie) e capaci di alterare il dato complessivo di quella realtà. In questo caso saremmo di fronte ad una attività probabilmente legale, ma i soggetti preposti ai controlli potrebbero procedere con tutti gli accertamenti del caso. È del tutto evidente che non esistono le improvvise epidemie da azzardo, concentrate in un solo Comune.
La soluzione, ovviamente, è quella non di intraprendere la strada del proibizionismo – notoriamente inutile a combattere fenomeni analoghi – ma di regolamentare un settore che necessita una crescente attenzione. Il primo passo in questa direzione potrebbe essere quello di rendere fruibili e trasparenti i dettagli anche del gioco fisico, che potrebbero essere utilissimi proprio agli Amministratori dei Comuni italiani e delle Autorità competenti per effettuare verifiche e controlli. Inoltre, è necessario potenziare l’attività di indagine su possibili fenomeni di riciclaggio, anche in quelle parti dell’economia del nostro Paese dove l’evasione fiscale è molto diffusa. È necessaria, soprattutto, una Legge quadro nazionale che ponga regole e limiti nell’offerta.
Dobbiamo acquisire consapevolezza che siamo di fronte a un fenomeno sociale allarmante, con ricadute importanti anche nel campo sanitario, come ben sanno coloro che nella Sanità pubblica operano per contenere i danni portati dall’incontrollata e continua crescita dell’azzardo.”
PressGiochi
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