20 Novembre 2024 - 10:59

La nuova CSRD e la certificazione di responsabilità sociale: come conciliare obblighi e opportunità per le aziende

Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità è diventato centrale nel mondo aziendale, spingendo le imprese ad adottare politiche in grado di affrontare le sfide globali legate al cambiamento climatico,

07 Ottobre 2024

Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità è diventato centrale nel mondo aziendale, spingendo le imprese ad adottare politiche in grado di affrontare le sfide globali legate al cambiamento climatico, alla responsabilità sociale e alla governance etica. In questo contesto, l’Unione Europea ha introdotto la nuova Direttiva “Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)”, una nuova normativa che impone standard rigorosi di rendicontazione sulla sostenibilità per molte aziende. Parallelamente, esistono diversi schemi di “certificazione di responsabilità sociale”, come la “ISO 26000”, che le imprese possono adottare.

Come già evidenziato nei precedenti articoli la CSRD è stata introdotta dall’Unione Europea per migliorare la trasparenza e la qualità delle informazioni non finanziarie fornite dalle aziende. Questa direttiva amplia i requisiti della precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD), introducendo standard di rendicontazione più dettagliati e obbligando un numero maggiore di aziende a rendicontare sulle proprie performance ambientali, sociali e di governance (ESG). L’obiettivo principale della CSRD è di fornire a investitori e altri stakeholder informazioni più dettagliate e comparabili riguardo alla sostenibilità aziendale. Le informazioni devono essere verificabili in modo da evitare un uso della sostenibilità come greenwashing.

Parallelamente alla nuova direttiva, esistono diversi schemi di certificazione di responsabilità sociale, come la SA8000, la ISO 26000 e la certificazione di genere, che le imprese possono adottare anche su base volontaria.

La ISO 26000 può considerarsi un primo passo verso la sostenibilità rappresentando una “linea guida” per la responsabilità sociale. Questa certificazione fornisce alle aziende degli standard di riferimento per integrare la responsabilità sociale all’interno delle loro organizzazioni e nelle strategie aziendali delineando un quadro operativo su vari temi, tra cui governance, diritti umani, pratiche di lavoro, ambiente.

La SA8000 è una certificazione basata su standard internazionali orientata alla definizione di requisiti per garantire condizioni di lavoro eque, sicure e rispettose dei diritti umani coprendo aspetti come il lavoro minorile e la equità di genere. La certificazione di genere, invece, si fonda sulla prassi UNI PdR 125:2022 focalizzandosi specificamente sulla promozione dell’uguaglianza di genere sul lavoro, affrontando tematiche come la parità salariale, l’accesso alle opportunità di carriera e la prevenzione delle molestie; promuove un ambiente di lavoro inclusivo e supporta l’adozione di politiche di work-life balance per la conciliazione della vita lavorativa con quella familiare.

In linea generale, tutte le certificazioni richiedono la definizione di un percorso aziendale di condivisione e consapevolezza verso gli obiettivi previsti dalle certificazioni che si desiderano adottare. Tra i principali passi per arrivare alla certificazione si evidenziano:

  • la preventiva analisi e internalizzazione degli obiettivi e degli standard (ambiti) di applicazione della certificazione;

  • la valutazione del livello di partenza iniziale dell’organizzazione rispetto ai principi definiti dalla certificazione;

  • la definizione e lo sviluppo di una strategia per il raggiungimento degli obiettivi di certificazione;

  • l’implementazione operativa della strategia precedentemente individuata e degli obiettivi attraverso la definizione di un set definito di azioni da porre in pratica. Questa fase include il coinvolgimento dell’organizzazione ed eventualmente la modifica e/o integrazione dei processi aziendali;

  • il monitoraggio e la revisione della strategia e degli obiettivi aziendali anche attraverso, se necessario, eventuali modifiche alle pratiche di rendicontazione adottate.

La sostenibilità può essere perseguita in diverse modalità operative con differenti livelli di complessità e di pervasività rispetto alle attività ordinarie di un’azienda (dalla CSRD alle certificazioni di responsabilità sociale). Con il passare del tempo, emerge in modo sempre più chiaro il passaggio da un approccio puramente di adempimento normativo a una vera e propria interiorizzazione aziendale degli obiettivi di sostenibilità e per le aziende diventa cruciale la pianificazione di una strategia che tenga conto anche degli obiettivi di sostenibilità.

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Laura D’Angeli è consulente direzionale e fondatrice dello “Studio D’Angeli” con esperienza ventennale nel lancio di start up e nella pianificazione strategica ed economico-finanziaria. Negli ultimi 15 anni la sua attività si è concentrata su progetti per l’innovazione, la sostenibilità e il marketing responsabile nel settore del gaming.

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