02 Ottobre 2024 - 22:32

Legge di Bilancio 2025: ecco le possibili novità in arrivo

Si avvia la fase preparatoria per la Legge di Bilancio 2025: le prime indicazioni sulle novità in arrivo sono contenute nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB), trasmesso alle Camere nella

30 Settembre 2024

Si avvia la fase preparatoria per la Legge di Bilancio 2025: le prime indicazioni sulle novità in arrivo sono contenute nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB), trasmesso alle Camere nella notte del 28 settembre. Tra le priorità emergono l’IRPEF, il taglio del cuneo fiscale e contributivo, insieme a interventi per la sanità e i contratti della Pubblica Amministrazione.

La Legge di Bilancio 2025 è pronta a prendere forma, con particolare attenzione alla conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo, un punto su cui pare esserci consenso. Tuttavia, saranno necessari interventi anche sull’IRPEF, e avranno un ruolo di rilievo le misure su pensioni, natalità, sanità e contratti del settore pubblico.

Da vedere come il Governo intenderà intervenire sull’attuazione della Delega fiscale per quanto riguarda il settore dei giochi, attualmente fermo al riordino del gioco a distanza. Serviranno sicuramente delle proroghe tanto per il gioco online quanto per quello a terra, e dovrà essere valutato l’impatto che questi costi avranno sulla filiera. Se difficilmente il Fisco potra mettere nuovamente mano sul Preu degli apparecchi da gioco e sulla tassa della fortuna, più probabile sarà un intervento strutturale sulla quarta estrazione del Lotto.

Le prime anticipazioni della legge di Bilancio 2025 sono contenute nel Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029, tuttavia, il cuore della prossima Manovra sarà delineato nel Documento Programmatico di Bilancio, che dovrà essere presentato entro metà ottobre.

Con il Piano Strutturale di Bilancio 2025-2029, il Governo rivede al ribasso la stima di quest’anno del deficit in termini di PIL dal 4,3 percento indicata nel Documento di Economia e Finanza (DEF) di aprile al 3,8 per cento e conferma l’obiettivo di ridurre l’indebitamento a meno del 3 per cento del PIL nel 2026.

Tale obiettivo è incorporato nell’elaborazione della traiettoria di spesa netta del Piano, che lungo il periodo 2025-2031 prevede un tasso di crescita pari in media a quello calcolato dalla Commissione, ma differisce in termini di valori puntuali nei diversi anni. Per il primo quinquennio, come già accennato, il Piano sostituisce alla metodologia DSA una vera e propria previsione macroeconomica e di finanza pubblica onde arrivare a un quadro complessivo più realistico. Per gli anni successivi, le previsioni sono riconciliate con la DSA. Resta valido l’obiettivo di conseguire un saldo primario strutturale che soddisfi la DSA entro sette anni, ma già nel 2029, anno finale del Piano, il saldo primario strutturale è previsto salire al 2,2 per cento del PIL.

Va sottolineato come il punto di partenza del Piano sia più favorevole anche rispetto alle previsioni di primavera utilizzate dalla Commissione nella DSA. Laddove il deficit della PA previsto dalla Commissione per il 2024 era pari al 4,4 per cento del PIL, la stima aggiornata è, come detto, del 3,8 per cento del PIL. A fronte di pagamenti per interessi pari al 3,9 per cento del PIL, il saldo primario è ora stimato lievemente in surplus (0,1 per cento del PIL). Il raggiungimento già nel 2024 di un avanzo primario segna il raggiungimento di un obiettivo del Governo di natura morale prima che di contabilità pubblica.

Il miglioramento della stima del saldo della PA nel 2024 è dovuto sia a un più favorevole andamento delle entrate sia a una dinamica più contenuta della spesa. Dal lato delle entrate, la notevole crescita dell’occupazione, unitamente all’aumento delle retribuzioni medie, ha sostenuto il gettito delle imposte sui redditi. Per quanto riguarda le spese, le misure adottate dal Governo per arrestare la corsa del Superbonus stanno producendo i risultati auspicati.

Nel Piano viene altresì confermata la previsione di crescita del PIL per quest’anno (1,0 per cento), alla luce dell’aumento già acquisito sui dati trimestrali nella prima metà del 2024 (pari a 0,6 punti percentuali) e del maggiore numero di giornate lavorative (che porterà il dato annuale a superare nettamente la media di quelli trimestrali). La crescita del PIL nominale viene lievemente rivista al ribasso alla luce degli ultimi dati sul deflatore. Cionondimeno, la revisione al rialzo testé operata dall’Istat sui dati di contabilità nazionale per gli anni 2021-2023 trascina verso l’alto anche i livelli di PIL previsti per gli anni 2024-2029.

La previsione macroeconomica per gli anni 2025-2027 non contiene variazioni di rilievo in confronto al DEF.

In sintesi, la situazione economica, occupazionale e di finanza pubblica dell’Italia è in miglioramento malgrado la caduta dei livelli produttivi dell’industria, il preoccupante allargamento dei conflitti internazionali e sfide tecnologiche e ambientali di crescente complessità. il Piano agisce su alcuni fronti principali: mette al centro il lavoro, presidia il sistema di ricerca e innovazione tecnologica, prosegue nella modernizzazione dei mercati e degli strumenti finanziari per gli investimenti, agisce sui processi amministrativi e sul funzionamento della pubblica amministrazione, accompagna l’evoluzione del mercato del lavoro e del welfare.

Le misure per l’attuazione della riforma fiscale

In particolare, l’Italia intende consolidare nel medio termine i risultati raggiunti, promuovendo il rafforzamento delle misure esistenti, anche mediante l’introduzione di strategie di controllo più efficaci e sanzioni tempestive, nonché l’adozione di un approccio più collaborativo tra l’Amministrazione finanziaria e i contribuenti, che aumenti la compliance volontaria, ne riduca i costi, promuova la semplificazione degli adempimenti e contribuisca alla riduzione strutturale dell’evasione fiscale.

In modo complementare, l’attuazione delle riforme beneficerà delle evoluzioni tecnologiche e della digitalizzazione dei processi. Esse garantiranno a imprese e operatori economici l’accesso a procedure trasparenti, certe e tempestive con evidenti impatti positivi in termini di competitività sul mercato globale e riduzione degli oneri amministrativi, mentre contribuenti e consumatori potranno usufruire di strumenti trasparenti e livelli qualitativi superiori134

Nel caso dell’attività dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ad esempio, la semplificazione e la digitalizzazione delle attività favoriranno una migliore tracciabilità delle merci con conseguente incremento della qualità e della sicurezza dei prodotti. Simili risvolti positivi sono rilevabili con riferimento alle attività dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, negli ambiti di competenza.

Il Piano dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli è articolato in quattro ASI:

Servizi, competitività e sostegno alla crescita. In tale ambito, l’Agenzia fornisce assistenza e servizi di consulenza agli operatori economici, anche attraverso la diffusione e l’utilizzo degli istituti e delle procedure doganali volte ad accrescerne la capacità competitiva;

Fiscalità – prevenzione e contrasto dell’evasione. Le attività previste nell’Area mirano a prevenire e contrastare gli inadempimenti tributari, rafforzando gli strumenti di lotta al contrabbando doganale e indirizzando gli interventi verso le principali aree di rischio, con particolare attenzione agli illeciti nel settore delle accise, alle frodi in materia di IVA intracomunitaria e al settore dell’e-commerce, anche allo scopo di incrementare il gettito recuperato;

Legalità. Gli interventi ricompresi in tale Area puntano ad aumentare il livello di protezione dei cittadini, delle imprese e del territorio mettendo in atto una consolidata strategia di azione nel campo extra-tributario;

Risorse. In tale ultimo ambito l’Agenzia mira prioritariamente a valorizzare le risorse a disposizione, finalizzando le procedure di reclutamento di nuovo personale e favorendo lo sviluppo professionale del personale in servizio.

L’attuazione della legge delega di riforma fiscale (legge n. 111/2023)

In linea con quanto previsto anche in tema di riforme abilitanti del PNRR, l’Italia intende accelerare nell’attuazione della riforma fiscale. A tal proposito, l’azione dei prossimi anni sarà volta a potenziare l’adempimento collaborativo, a rendere strutturali gli obiettivi di rimodulazione delle aliquote IRPEF e gli effetti del cuneo fiscale, nonché provvedere al riordino delle spese fiscali in un’ottica pluriennale.

 

PressGiochi

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