La situazione del sistema ippico è ogni giorno più precaria e mai si era arrivati, al di là di una crescente restrizione delle risorse, così vicini al blocco totale. Mai
La situazione del sistema ippico è ogni giorno più precaria e mai si era arrivati, al di là di una crescente restrizione delle risorse, così vicini al blocco totale.
Mai prima di adesso – spiegano gli Imprenditori Ippici rivolgendosi al Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina per sollecitare un intervento di fronte alle difficoltà vissute dal settore ippico- si era registrata una combinazione di elementi di crisi che minacciassero seriamente di paralizzare definitivamente il sistema.
Il rischio, a nostro avviso malamente comunicato e facilmente superabile, dello stop di 45 giorni a partire dal 16 novembre per un pasticcio di “contabilità pubblica” viene oggi affiancato dalla rottura tra il Mipaaf e le Società di Corse all’alba di una tipologia di Convenzione che non è stata impostata né con la dovuta accuratezza dei dettagli né con un intelligente e costruttivo confronto con gli interessati.
Soprattutto, leggendo bene il documento redatto dal Mipaaf per le nuove Convenzioni, troviamo agghiacciante quanto riportato nella Premessa:
“Pur nel mutato assetto della governance del comparto attuato con il trasferimento al Ministero delle competenze in materia, le risorse messe a disposizione del settore continuano ad essere direttamente connesse alle entrate da scommesse ippiche, sui cui volumi è parametrato lo stanziamento del capitolo del bilancio Mipaaf destinato al finanziamento del montepremi.”
Per gli Imprenditori ippici Italiani del Trotto e del Galoppo, quanto affermato è agghiacciante perché, per la prima volta, questi ci dicono che le risorse a disposizione calano e caleranno per colpa di quelle scommesse a cui loro non hanno mai dedicato 5 minuti. “Ci dicono che dipendiamo dal gioco dopo avercelo sottratto, ripudiato, distrutto, boicottato e soprattutto mai promosso e mai protetto.
Nessun progetto di ristrutturazione delle scommesse è stato mai presentato dalle amministrazioni pubbliche che si sarebbero dovute occupare di ippica. Non si comprende, quindi, perché il settore dovrebbe subire ulteriori tagli non dipendenti da responsabilità proprie.
Sarebbe ora – concludono – che il Ministro Martina dedicasse del tempo per seguire le annose faccende dell’ippica ed essere chiaro una volta per tutte: questa Ippica la volete gestire per farci vivere o per lasciarci morire?”
PressGiochi