“Il settore del gioco pubblico contribuisce in modo importante all’erario. Il settore occupa 150mila soggetti, numero che fa da contraltare a quello di 21 milioni di giocatori secondo le stime
“Il settore del gioco pubblico contribuisce in modo importante all’erario. Il settore occupa 150mila soggetti, numero che fa da contraltare a quello di 21 milioni di giocatori secondo le stime di Cnr Espad. Di questi il 9% è a rischio limitato e 800mila persone sono a rischio moderato – alto.
La spesa per il gioco nel 2023 ha registrato 21mld di euro, di cui il 20% attraverso il canale a distanza mentre per il resto sul canale fisico.
Tuttavia dobbiamo notare che dal 2014 ad oggi la spesa dei giocatori non è cresciuta in maniera proporzionale alla raccolta ma si è mantenuta stabile. Nel tempo (10 anni) possiamo dire che i giocatori perdono meno rispetto al passato.
E’ evidente che il riordino deriva dalla necessità di risolvere il nodo delle competenze concorrenti tra Governo, Regioni e Comuni per affidare le nuove concessioni: rete apparecchi, bingo, scommesse. Sul tema si è espresso anche il Consiglio di Stato.
Sul tema dei luoghi sensibili non è mancata la creatività dei comuni nella selezione di edicole, caserme, università, stazioni ferroviarie, parchi etc. Questo ha generato disordine e l’urgenza della regolamentazione del settore. Inevitabilmente influendo sull’offerta di scommesse, apparecchi da gioco e bingo.
Inoltre, vari studi hanno dimostrato come le distanze abbiano inciso soprattutto sulla domanda sociale e sana di gioco. Molte regioni hanno poi nel tempo avviato deroghe soprattutto per escludere le attività già operanti sul territorio.
Con il riordino della rete distributiva, la delega al comma 2 art. 15, prevede un coinvolgimento delle realtà locali, bisogna però considerare la conformazione della rete e le sue caratteristiche costituita da 5.400 punti scommesse, 4mila corner, 2.700 sale Vlt e bingo e 43mila punti generalisti, rete sovrapponibile a quella ipotizzata dall’Intesa siglata nel 2017 che prevedeva 55mila punti gioco. L’intesa non ha trovato applicazione, ad eccezione della riduzione del numero di apparecchi che oggi ne conta 265mila indicativamente.
Il buonsenso fa ritenere che fotografare l’attuale rete distributiva potrà meglio permettere al legislatore di individuare le norme migliori per tutelare l’industria e la sua occupazione da un lato e il consumatore dall’altro. L’applicazione di qualsiasi distanziometro, genererebbe effetti rilevanti su rete distributiva, con la contrazione occupazionale e dell’offerta legale difficilmente colmabile con altri tipi di offerta”.
Lo ha dichiarato Marco Piatti, amministratore Prisma intervenendo al seminario pubblico organizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) con il supporto di IGT, dal titolo “Il settore dei giochi e i nodi regolatori. Il riordino del territorio”.
PressGiochi
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