22 Novembre 2024 - 14:24

Reggio Emilia, il Tar conferma le distanze e la chiusura di due sale giochi

Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia-Romagna ha confermato le ordinanze del Comune riguardanti la chiusura di locali adibiti a sala giochi e scommesse. La decisione giudiziaria ha sollevato interrogativi sulle

05 Aprile 2024

Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia-Romagna ha confermato le ordinanze del Comune riguardanti la chiusura di locali adibiti a sala giochi e scommesse. La decisione giudiziaria ha sollevato interrogativi sulle pratiche di mappatura e sulle distanze stabilite tra queste attività e i cosiddetti “luoghi sensibili”.

La controversia ha radici nella legislazione regionale che impone limiti di distanza tra le sale giochi e scommesse e istituzioni come scuole, luoghi di culto e strutture sanitarie. La società gestore di tali locali, ha contestato le ordinanze di chiusura emesse dal Comune di Reggio Emilia, sostenendo difetti di motivazione e violazioni dei principi di correttezza e buona fede.

In particolare, la società ha sollevato dubbi sulla specificità delle ordinanze riguardo all’identificazione dei “luoghi sensibili” e ha lamentato la mancanza di indicazioni sulle aree disponibili per la delocalizzazione delle attività. Ha anche argomentato che l’applicazione della normativa regionale ha portato a un divieto assoluto dell’esercizio del gioco lecito senza fornire alcuna forma di compensazione.

Il Tribunale ha respinto il ricorso della società, sostenendo che le ordinanze di chiusura sono state motivate in modo sufficiente attraverso il richiamo alla normativa regionale e agli atti comunali. Ha inoltre stabilito che il Comune ha agito nel rispetto della legge e ha offerto la possibilità di delocalizzare le attività entro i termini prestabiliti.

Un punto cruciale della disputa è stato il tema della mappatura dei “luoghi sensibili” e delle distanze stabilite. La società ha contestato la validità della mappatura comunale e ha sollevato dubbi sulla conformità delle attività ai limiti di distanza previsti.

Tuttavia, il Tribunale ha sottolineato che il Comune ha seguito le disposizioni regionali riguardanti la mappatura e ha fornito la possibilità di delocalizzare le attività in conformità con tali normative. Ha anche respinto l’argomento della società riguardo alla presunta violazione della libertà di iniziativa economica, sostenendo che l’applicazione del divieto distanziometrico non ha comportato un “effetto espulsivo” delle attività dal territorio comunale.

In conclusione, la sentenza ha confermato la legittimità delle ordinanze di chiusura emesse dal Comune di Reggio Emilia, mettendo in luce l’importanza della corretta applicazione delle normative regionali e della precisione nella mappatura dei luoghi sensibili. La decisione giudiziaria ha chiarito il quadro normativo e ha stabilito le responsabilità delle parti coinvolte nel rispetto delle leggi in materia.

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