22 Novembre 2024 - 18:38

Consiglio di Stato difende le fasce orarie di Maratea, Comune ha bilanciato interessi contrapposti

I Comuni, quando adottano dei limiti orari per il funzionamento delle slot, realizzano “un ragionevole contemperamento degli interessi economici degli imprenditori del settore con l’interesse pubblico a prevenire e contrastare

12 Marzo 2024

I Comuni, quando adottano dei limiti orari per il funzionamento delle slot, realizzano “un ragionevole contemperamento degli interessi economici degli imprenditori del settore con l’interesse pubblico a prevenire e contrastare i fenomeni di patologia sociale connessi al gioco compulsivo”. Oltretutto, come ha confermato anche la Corte di Giustizia Europea, nel caso del gioco, “le esigenze di tutela della salute vengono ritenute del tutto prevalenti rispetto a quelle economiche”. Lo scrive la Quinta Sezione del Consiglio di Stato respingendo il ricorso di un operatore del settore contro l’ordinanza con cui il Comune di Maratea (Potenza) ha consentito la raccolta di gioco con gli apparecchi solo dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 22.00. Peraltro, una simile limitazione “con conseguente possibilità di organizzazione da parte di tutti gli esercenti”, non rapresenta “un sacrificio eccessivo per i privati rispetto allo scopo perseguito”.
I giudici ricordano che “E’ del tutto pacifico il potere del sindaco (…) di adottare provvedimenti funzionali a regolamentare gli orari delle sale giochi e degli esercizi pubblici in cui sono installate apparecchiature da gioco”. In questo senso si è espressa anche la Corte Costituzionale con la sentenza 18 luglio 2014, n. 220.
L’operatore ha provato a fare leva sul fatto che il Comune non avrebbe condotto un’istruttoria adeguata per una simile limitazione. Il Tar Basilicata in primo grado tuttavia aveva replicato che la ludopatia rappresenti ormai un “fatto notorio”, ovvero che “nell’attuale momento storico, la diffusione del fenomeno della ludopatia in ampie fasce della popolazione costituisce un fatto notorio o, comunque, una nozione di fatto di comune esperienza, come attestano le numerose iniziative di contrasto assunte dalle autorità pubbliche a livello europeo, nazionale e regionale”. I giudici di Palazzo Spada, oltre a difendere questo assunto, sottolineano che l’ordinanza del Comune di Maratea “non era del tutto avulsa da concreti riferimenti, desunti dalla specifica realtà territoriale”. Richiamava ad esempio il Piano Regionale sul Gioco d’Azzardo Patologico 2017 “elaborato all’esito di indagini statistiche condotte attraverso il Sistema Informativo Regionale e con il coinvolgimento delle Aziende sanitarie di Potenza e di Matera, nel quale è evidenziato, per quanto di rilievo, ‘il raggiungimento di livelli preoccupanti di diffusione del gioco d’azzardo anche nella Regione Basilicata’”. E ancora, il Collegio ricorda di aver già sostenuto in una precedente sentenza del 2022 che “un’ordinanza sindacale di regolazione degli orari delle sale da gioco non può considerarsi viziata da deficit di istruttoria o di motivazione soltanto perché il numero dei giocatori ludopatici non sia in assoluto elevato, giacché ciò che massimamente va considerato è la tendenza registrata nel periodo considerato, la quale, da sola, induce allarme negli enti pubblici preposti alla tutela della salute e giustifica pertanto l’adozione di misure restrittive”.

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