23 Novembre 2024 - 13:53

Pro Player ed eSports: come si diventa professionisti?

Diventare un giocatore professionista nel settore degli eSports è un sogno che tanti player conservano gelosamente nel cassetto. Si tratta però di un percorso complesso, dove il talento vale ma

29 Febbraio 2024

Diventare un giocatore professionista nel settore degli eSports è un sogno che tanti player conservano gelosamente nel cassetto. Si tratta però di un percorso complesso, dove il talento vale ma soltanto fino ad un certo punto, perché poi devono subentrare elementi come l’abnegazione e l’allenamento quotidiano. Si parla di una verità che emerge, in tutta la sua forza, leggendo le varie interviste che i grandi atleti degli sport elettronici italiani hanno rilasciato in questi anni. Vediamo dunque di scoprire un vademecum che riassume i loro consigli principali.

I consigli di Manuel Malfer, in arte Sloppy

Manuel Malfer, in arte Sloppy, viene considerato a ragion veduta come uno dei pro player più forti e famosi nel panorama italiano degli eSports. In una intervista rilasciata ad HDBlog, Sloppy elenca una serie di consigli utili per i giocatori che desiderano seguire le sue orme, per avere successo in un settore oggi estremamente competitivo. Il primo è il seguente: capire che il talento vale, ma soltanto come prima pietra sulla quale costruire la propria carriera. Dopo aver preso atto di saperci fare, e di avere le “doti genetiche” per sfondare, bisogna attivarsi per acquisire tutte le skill necessarie per emergere dalla massa.

Lo si può fare soltanto mettendosi in gioco, dunque uscendo da casa propria e partecipando alle competizioni e ai tornei pubblici: un passaggio indispensabile per mettersi in luce al di là delle maglie della rete. Inoltre, trattandosi di una vera e propria professione, non basta dedicare soltanto il proprio tempo libero agli eSports. Ad un certo punto, infatti, arriva il momento di fare una scelta: ovvero se investire in questo comparto tempo e risorse, trasformandolo in un lavoro, oppure se continuare a giocare come semplice hobby.

In secondo luogo, bisogna crescere nel tempo, sbagliando e imparando dai propri errori. Solo così si può ambire ad entrare nella classifica dei migliori, il che ovviamente presuppone anche un aumento notevole dei guadagni, derivanti sia dai premi che dalle sponsorship. Per comprendere meglio questo tema, c’è un articolo di ExpressVPN che spiega quanto può guadagnare un pro player, e che merita di essere letto. Reynor, ad esempio, attualmente ha guadagnato più di 730.000 dollari grazie alla sua bravura in un gioco come Starcraft II.

Un’altra capacità fondamentale riguarda il proprio atletismo. Come spiega ancora una volta Sloppy, un pro player deve allenarsi sia “in poltrona”, giocando al videogame scelto, sia fuori dalle quattro mura domestiche, svolgendo un’attività fisica costante e regolandosi con l’alimentazione. Poi ha un peso preponderante anche la programmazione dei vari task da svolgere durante la giornata, proprio come accade con gli atleti che primeggiano negli sport sul campo. In sintesi, bisogna alzarsi la mattina e sapere già cosa si dovrà fare nelle prossime ventiquattro ore.

Da Reynor a Venom: gli altri consigli dei campioni

Ogni campione degli eSports ha un proprio percorso di vita, che lo ha spinto ad acquisire delle competenze specifiche. Dunque ogni esperienza è diversa dalle altre, il che fornisce uno spunto utile per ascoltare consigli differenti. Il già citato Reynor, ad esempio, sottolinea l’importanza di dedicare una parte della giornata all’analisi delle partite giocate dagli avversari più bravi, così da studiare e da comprendere le loro tattiche. Inoltre, il famoso pro player italiano consiglia di avere molta pazienza: servono anni per poter diventare dei professionisti.

Fra le tante interviste reperibili in rete, se ne può trovare una di Venom su Esquire.com, molto interessante. Ancora una volta, emerge l’importanza di dedicarsi a molti eventi dal vivo, senza restare rinchiusi in camera. Un fattore che tanti aspiranti pro player ignorano o sottovalutano, credendo che la propria carriera possa costruirsi interamente (o quasi) a casa. Partecipare agli eventi, infatti, aiuta non solo ad uscire dalla reclusione, ma anche a conoscere altre persone e a creare un vero e proprio network di amicizie e di contatti.

Inoltre, Venom consiglia di andarci piano con i social. La missione di accumulare follower non deve diventare un’ossessione, sebbene sia importante conquistarsi la propria fetta di pubblico in un mercato che in Italia conta oltre 2 milioni di fan. Quando si eccede con il gaming, infatti, si possono presentare problemi come lo stress, che ovviamente incidono sia sulle prestazioni, sia sulla capacità di seguire un determinato percorso di crescita. Secondo Venom, infatti, anche se si diventa pro player l’obiettivo principale deve rimanere il divertimento.

 

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