22 Novembre 2024 - 21:39

Decreto giochi online. Baretta: “Non trascurare la rischiesta degli enti locali di partecipare al gettito dei giochi”

“Appare fondamentale mettere in primo piano la tutela della salute anche attraverso la riorganizzazione dell’offerta sul territorio. Va chiarito il concetto di progressiva concentrazione previsto dalla delega affinché si eviti

15 Febbraio 2024

“Appare fondamentale mettere in primo piano la tutela della salute anche attraverso la riorganizzazione dell’offerta sul territorio. Va chiarito il concetto di progressiva concentrazione previsto dalla delega affinché si eviti la dislocazione periferica delle aree di gioco finendo per diventare più emarginazione che divertimento”.

Così Pierpaolo Baretta, assessore al Bilancio del Comune di Napoli, già sottosegretario all’economia con delega ai giochi, oggi in audizione in senato sullo schema di decreto sul gioco online.

“Il decreto sul gioco online – afferma Baretta – rappresenta la prima parte del riordino previsto nella delega ma si attende anche un riordino del territorio.

L’evoluzione intervenuta nella percezione del settore ha influito nell’impossibilità di riordinare il mercato del gioco. L’accresciuta presa di coscienza della pericolosità del gioco ha creato negli anni un corto circuito che ha portato gli stakeholders ad interessarsi alla collocazione dell’offerta con posizioni opposte. Nel 2017 il governo decise di aprire tavoli di confronto per ricercare una faticosa mediazione tra equilibri presenti. Era presente un’eccessiva frammentazione del settore tra concessionari e gestori. Gli enti locali rappresentavano lo snodo principale che adottavano vincoli e limiti concentrati su orari e distanziometri. Volevamo strutturare una normativa che esprimesse il gioco come attività normale delle persone non come dipendenza.

Abbiamo realizzato un salto di qualità senza tuttavia condividere una posizione univoca. Abbiamo ridotto del 30% le 400mila slot presenti nel mercato. Anche oggi c’è spazio per una riduzione da operare attraverso una revisione dell’offerta. L’intesa del 2017, fu vissuta come compromesso insoddisfacente, sia per gli enti locali che per gli operatori del settore. Lo stesso per i componenti della società civile e per la stessa RGS in quanto la riduzione dei punti gioco prevista dall’intesa comportava una riduzione del gettito inaccettabile.

Il lavoro fatto non è stato inutile. Era la strada da praticare come afferma il decreto legislativo di oggi.

Ma nel frattempo il settore è cambiato. Si sono ridotti gli operatori, più legati ad investitori esteri. Gli enti locali sono aperti a scegliere soluzioni meno localizzate.

L’innalzamento della base d’asta non deve discriminare una parte del settore ma deve garantire parità di condizioni e tutela del giocatore. Il mercato del gioco italiano è uno dei più efficaci nella lotta alla criminalità. Per questo fa discutere la scelta di istituti finanziari di bandire gli operatori del settore.

Dobbiamo lavorare ad una normativa a valenza nazionale. Non va trascurata la richiesta degli enti locali di prevedere misure di compartecipazione al gettito, ma è un segno di apertura nel trovare una soluzione condivisa”.

 

PressGiochi

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