La scorsa settimana ha avuto inizio a Martesana il progetto contro il gioco d’azzardo patologico che è rientrato tra le proposte finanziate dalla Regione Lombardia che per questo scopo aveva
La scorsa settimana ha avuto inizio a Martesana il progetto contro il gioco d’azzardo patologico che è rientrato tra le proposte finanziate dalla Regione Lombardia che per questo scopo aveva bandito 3 mln di euro.
Capofila in questa proposta di sensibilizzazione contro il gioco d’azzardo patologico, è il Comune di Carugate, che nella figura del primo cittadino Umberto Gravina e dell’Assessore alle Politiche Giovanili Michele Bocale, ha fortemente caldeggiato la realizzazione del progetto, steso poi da Nico Acampora, coordinatore di Spazio Giovani Martesana. Con Carugate, fanno parte del progetto anche le città di Cernusco, Bellinzago, Gessate, Gorgonzola, Pessano con Bornago, Bussero, Cambiago e Cassina de’Pecchi.
Così il progetto “Gioco ma non mi Azzardo” insisterà fortemente su queste due fasce di popolazione, giovani e anziani, con un percorso di formazione, informazione e prevenzione che conterà più di un incontro, assemblea, iniziativa, realizzazione di elaborati concreti, mirati a creare consapevolezza dei rischi del Gioco Con Denaro, come viene altrimenti indicato il gioco d’azzardo. La ASL locale nel 2011 aveva in carico 38 persone affette da patologie legate al gioco d’azzardo, che nel 2013 sono diventate 96.
“L’ Impatto che questo percorso avrà sulla popolazione sarà importante, soprattutto per gli studenti, ai quali andranno i due terzi dei finanziamenti -ha spiegato Nico Acampora nella conferenza di presentazione di venerdì scorso – Quanto incideremo su gli adulti, sarà tutto da verificare in corso d’opera, perché sono fasce di età più difficili da raggiungere, chiamate a partecipare attivamente, e a volte proprio per la delicatezza dell’argomento, esitano. Ma le idee sono molte ed e efficaci anche verso di loro”.
Giovani e anziani quindi, su di loro fa luce il cuore del progetto, che avrà un grande occhio di riguardo anche per i commercianti e gli educatori. Per questi ultimi, così come per gli assistenti sociali, è pensato un percorso formativo determinante, proprio perché hanno a che fare con le fasce deboli e a rischio; mentre con i commercianti l’idea è più intrigante e verte a valorizzare quegli esercizi che dimostreranno una scelta etica, no slot, ma anche consapevole e attenta all’azzardo in generale.
“Servirà un attento lavoro di formazione culturale e di sensibilizzazione nei confronti delle fasce a rischio ma anche degli esercenti -ha spiegato l’Assessore Bocale- la proibizione serve a poco, serve di più educare ad avere atteggiamenti responsabili e sensibili verso il problema”.
PressGiochi