“Mi sono battuto sempre per evitare gli eccessi. Il mio obiettivo è stato quello di dare al concetto di gioco un approccio verso la “normalità”. E un gioco praticato in eccesso
“Mi sono battuto sempre per evitare gli eccessi. Il mio obiettivo è stato quello di dare al concetto di gioco un approccio verso la “normalità”. E un gioco praticato in eccesso non è normale. Così come non è normale il proibizionismo”.
Così PierPaolo Baretta nel suo intervento al convegno organizzato da Agsi oggi a Napoli.
“Nella compulsività, il gioco è effetto o causa? Se si pensa che il gioco sia la causa della ludopatia, ne consegue una scelta proibizionista. Con le conseguenze che tutti conosciamo per questo tipo di approccio.
Le declinazioni territoriali in un ambito normativo ci possono essere purché all’interno di una regolamentazione nazionale. Se in un Comune, per esempio, si decide una normativa eccessivamente proibitiva, si possono avere delle conseguenze catastrofiche. Come è successo in Piemonte, dove si era vietato il gioco in quasi tutto il territorio. E se un Comune cerca di eliminare queste attività entro i propri confini, il Comune limitrofo può decidere di approfittarne per incentivarlo e attirare i giocatori da fuori”.
“La legge della Campania risolve in modo equilibrato due nodi fondamentali: distanze e orari. I punti di quali si sono sempre incagliati i tentativi di arrivare a una normativa complessiva condivisa ed equilibrata. La politica nazionale quindi può ripartire dalla bozza della conferenza unificata e dalla legge della Campania, che è un modello già applicato”
In conclusione, Baretta ha posto l’attenzione sul problema delle gare per le nuove concessioni. E ha auspicato che il Governo dica chiaramente se vuole limitare l’accesso alle sole imprese di grandi dimensioni, perché inserire soglie d’accesso troppo alte porta ad ottenere solo questo risultato.
PressGiochi