Presentato alla Camera bassa a settembre, il disegno di legge che punta a vietare l’uso di carte di credito, prodotti legati al credito e valute digitali per le scommesse online
Presentato alla Camera bassa a settembre, il disegno di legge che punta a vietare l’uso di carte di credito, prodotti legati al credito e valute digitali per le scommesse online è passato al Senato, la camera alta del parlamento australiano.
La legislazione rafforza le ambizioni del governo di proteggere gli australiani vulnerabili dai danni del gioco d’azzardo online e darà inoltre potere al Ministro delle Comunicazioni di vietare ulteriori prodotti legati al credito non appena emergeranno.
Tra le disposizioni, il disegno di legge rafforza l’autorità dell’Autorità australiana per le comunicazioni e i media (ACMA), consentendole di applicare con fermezza sia le clausole penali civili nuove che quelle esistenti ai sensi della legge. In caso di violazione delle nuove regole sulle scommesse sui crediti, l’ACMA potrà imporre sanzioni fino a AUD $ 240.000 (circa 144mila euro)
L’ACMA fornirà un periodo di transizione di sei mesi dalla data del Royal Assent (l’atto di approvazione definitivo da parte del governo) affinché l’industria e i consumatori possano adeguare rispettivamente i loro comportamenti commerciali e di scommessa.
Bisogna anche ricordare che nei mesi scorsi i parlamentari australiani hanno approvato nuove misure di protezione nell’ambito del “Quadro nazionale per la protezione dei consumatori”, tra cui quella che ha portato al lancio di “BetStop”, un registro di autoesclusione e pre-verifica obbligatoria per il gioco online.
In Parlamento, si continua a discutere su ulteriori restrizioni al settore del gaming. Quest’estate, il partito laburista ha espresso il suo sostegno alle raccomandazioni formulate dall’indagine di mercato “Se vinci qualcosa, perdi di più”. Delle 31 raccomandazioni formulate al Parlamento, un “approccio di divieto graduale” della pubblicità del gioco d’azzardo è stato raccomandato come la misura più efficace per proteggere il pubblico vulnerabile.
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