In una intervista esclusiva rilasciata oggi a Milano Finanza, firmata da Roberto Sommella, il Direttore Generale delle dogane e monopoli, Roberto Alesse, delinea le strategie future della Agenzia. Il direttore
In una intervista esclusiva rilasciata oggi a Milano Finanza, firmata da Roberto Sommella, il Direttore Generale delle dogane e monopoli, Roberto Alesse, delinea le strategie future della Agenzia.
Il direttore interviene parlando anche del settore dei giochi pubblici e dei suoi dati.
“Il dato più noto – spiega – attiene al gettito erariale: 11 miliardi nel 2022, con un trend in netta crescita rispetto al periodo Covid, quando si erano registrati 8 miliardi nel 2021 e 6 nei 2020. Ma dietro il dato finanziario e la tenuta dei conti pubblici c’è il valore economico di una filiera industriale che grazie alle concessioni e agli atti regolatori con i quali l’Agenzia gestisce il mercato del gioco pubblico, dà lavoro regolare a decine di migliaia di persone”.
Il dilagare dei pagamenti digitali e delle criptomonete complicherà questo compito.
“Lo Stato occupa, con i suoi concessionari, uno spazio che, altrimenti, sarebbe di esclusivo appannaggio della criminalità organizzata. Intanto, però, l’utilizzo massivo della tecnologia richiede, anche nel settore del gioco e delle scommesse, un serio ripensamento dell’approccio operativo: non è infatti più sufficiente presidiare la linea di demarcazione tra gioco legale e gioco illegale”.
Come si bilancia – chiede Sommella – la necessità di garantire allo Stato il dovuto gettito erariale e quella di tutelare le fasce deboli dalla diffusione del gioco?
“La propensione al gioco, alle scommesse o all’azzardo – spiega il Direttore ADM – è un fenomeno noto in tutte le società ed in tutte le epoche storiche. Estromettendo le organizzazioni criminali da questo settore industriale, lo Stato non solo le priva di un rilevante «carburante» che può causare lo sviluppo di altre attività illecite nei settori degli stupefacenti, del riciclaggio o dell’ usura, ma si pone nella condizione di svolgere una efficace azione di tutela delle persone più vulnerabili, come i soggetti ludopatici e i minori d’età. Anche gli enti locali concorrono, insieme all’Agenzia, ad attuare politiche di prevenzione, individuando le aree territoriali «sensibili» nelle quali il gioco, anche se lecito, deve essere tenuto a distanza per tutelare le categorie più esposte. L’aspetto fiscale, quindi, è solo uno dei motivi che rendono necessaria la presenza statale in questo delicato contesto sociale ed economico.
Con le nuove frontiere dell’innovazione tecnologica, peraltro, tali cautele potrebbero presto rivelarsi insufficienti. Pensiamo, infatti, ai rilevanti pericoli indotti da fenomeni del tutto nuovi, e ancora non regolamentati come quelli del Metaverso e Multiverso. Accrescere la sensibilità e la consapevolezza dei cittadini, partendo, auspicabilmente, dalla formazione dei giovani nelle scuole, è un dovere morale, prima ancora che giuridico”.
La delega fiscale approvata dal governo può rendere migliore il rapporto tra Stato ed enti locali nel settore dei giochi?
“Credo che il legislatore, grazie alla delega fiscale, abbia, in questo momento storico, l’opportunità oltre che la responsabilità, di varare, dopo diversi tentativi andati a vuoto, una necessaria riforma strutturale del settore che sciolga, in modo equilibrato, il nodo del rapporto tra l’industria del gioco pubblico e il territorio. E’ la vera questione da affrontare, dopodiché scatta una riflessione.
Siccome in ogni Paese di matrice liberale le derive proibizionistiche non sono mai ammissibili, è altrettanto vero che si impone, anche qui da noi, un serio approfondimento di sistema per rafforzare, su ampia scala, il perimetro di legalità, soprattutto alla luce del contesto digitale, oggettivamente intangibile, in cui, come ho già detto, si sta sempre più collocando l’intero comparto del gioco pubblico” conclude Alesse.
PressGiochi
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