25 Dicembre 2024 - 06:53

Delega fiscale. Le associazioni dell’Amusement chiedono: “autocertificazione al posto dell’omologazione”

Federamusement Confesercenti, Sapar e Astro hanno presentato alla Commissione finanze della Camera la loro memoria con le proposte in vista della discussione dell’articolo 13 della Delega fiscale che reca appunto

18 Maggio 2023

Federamusement Confesercenti, Sapar e Astro hanno presentato alla Commissione finanze della Camera la loro memoria con le proposte in vista della discussione dell’articolo 13 della Delega fiscale che reca appunto il riordino normativo del settore giochi pubblici.

La denuncia che arriva dalle associazioni, riguarda il fatto che L’obbligo di passare per le procedure di omologazione, solo attraverso gli Organismi di verifica identificati dall’ADM (a spese degli operatori, importatori o produttori italiani), sta sostanzialmente bloccando l’operatività delle imprese produttrici e/o distributrici di tali apparecchi e mettendo a serio rischio la loro sopravvivenza. Per l’intero comparto, la fase dell’omologazione può essere superata ammettendo come unico requisito obbligatorio quello dell’autocertificazione, con la quale gli operatori assumono la responsabilità, anche di carattere penale, per le loro dichiarazioni circa la conformità degli apparecchi alle regole tecniche dettate dall’ADM.

 

Quanto richiesto dagli attori del settore Amusement – si legge nella memoria – sarebbe, inoltre, in linea con quanto evidenziato recentemente dal cons. Roberto Alesse, Direttore Generale dell’ADM “l’Agenzia intende
potenziare soprattutto attraverso la semplificazione delle procedure volte alla gestione delle concessioni e autorizzazioni, così da ridurre gli adempimenti burocratici a vantaggio degli operatori”.
In questo anno di dialogo con l’ADM, a cui il comparto riconosce la disponibilità nel venire incontro
alle richieste del settore (spostando più volte le scadenze delle procedure di autocertificazione), non è stato comunque possibile ottenere il superamento dell’obbligo di omologazione , sia per i nuovi apparecchi che per quelli già esistenti non rientranti nell’elenco di cui sopra (ad oggi, di fatto, tale procedura di omologazione degli apparecchi di puro intrattenimento sono uniche al mondo, non esiste nessun altro Paese che abbia normato gli apparecchi senza vincita in denaro) per mancanza di una normativa chiara di settore.
Basti pensare alla problematica del codice sorgente che l’importatore dovrebbe chiedere, al fine di ottenere l’omologa, al produttore (estero) dell’apparecchio il quale può decidere di non fornirglielo per ragioni legate alla proprietà industriale bloccando il procedimento di omologa dell’apparecchio.
Tale problematica assume pregnanza anche in riferimento agli apparecchi prodotti precedentemente al 1°Gennaio 2003 e sottoposti ad una vecchia normativa i quali dovrebbero essere omologati entro il 31/12/2023 fornendo tutta una serie di informazioni agli Enti omologatori che il più delle volte sarà impossibile fornire in quanto le ditte produttrici sono ormai inattive. Si tratta di apparecchi che potrebbero essere fatti rientrare in una categoria c.d. “vintage” (si tratta infatti di vecchi videogiochi che hanno ancora una loro nicchia di mercato e sui quali molte aziende contano per poter sopravvivere) anche perché già sono stati autocertificati dagli operatori al fine di poter restare in esercizio.

Altre proposte del settore Amusement in materia fiscale

Sarebbe auspicabile l’abolizione dell’imposta sugli Intrattenimenti ed il passaggio alla sola Imposta sul Valore aggiunto sugli incassi effettivamente percepiti. La natura forfettaria dell’Imposta sugli intrattenimenti infatti, a fonte di un introito erariale abbastanza contenuto (11 milioni nel 2019,ultimo anno di cui si dispone di dati ufficiali ed in cui le sale sono state aperte per l’intero anno, in base ai dati Libro Blu Adm), costituisce un freno al settore.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli negli ultimi due anni ha già prodotto una normativa che va nella direzione di uno sviluppo in senso imprenditoriale del comparto (Es.abolizione obbligo di differenziazione di gioco, introduzione di parametri numerico quantitativi più larghi per le sale di puro intrattenimento etc.) ed in tale quadro la soppressione di tale imposta sarebbe pienamente coerente.
La proposta: autocertificazione al posto dell’omologazione
Poiché oggi il gioco d’azzardo ormai viene svolto tramite nuove tecnologie, gli apparecchi senza vincita in denaro non possono più essere considerati pericolosi. Per tale motivo, si espone di seguito una proposta emendativa volta a superare le criticità sopra citate che stanno compromettendo la filiera del puro intrattenimento.

PressGiochi