Si è tenuto ieri davanti al Consiglio regionale del Piemnote il sit-in di protesta organizzato dalla rete “Giochiamo la nostra partita” composta da 40 associazioni, in via Alfieri, per protestare
Si è tenuto ieri davanti al Consiglio regionale del Piemnote il sit-in di protesta organizzato dalla rete “Giochiamo la nostra partita” composta da 40 associazioni, in via Alfieri, per protestare contro gli effetti della legge sul gioco d’azzardo approvata nel luglio del 2021.
Un presidio, di fronte al Consiglio Regionale del Piemonte, per chiedere la discussione di due proposte di legge di iniziativa popolare firmateda oltre 20mila piemontesi. I promotori della campagna per una nuova legge sul gioco d’azzardo patologico e sulla doppia preferenza di genere hanno manifestato per chiedere notizie relative all’iter di discussione dei due testi.
Da mesi, infatti, le due proposte sono state consegnate ma non discusse, nonostante la legge lo stabilisca.
Oggi, al termine del presidio, le rappresentanti delle due proposte sono state audite dal Presidente del Consiglio Regionale, Stefano Allasia.
Il Presidente Allasia, dopo aver ascoltato le ragioni delle promotrici, ha garantito che i due percorsi legislativi verranno incardinati nella “capigruppo” che si terrà domani, per calendarizzare la discussione nelle commissioni competenti e poi in aula
“Siamo qui perché non ci sono state risposte sulla proposta di iniziativa popolare presentata sul gioco d’azzardo. La situazione è notevolmente peggiorata: aumentando l’offerta (1.000 macchinette in più), è cresciuta la possibilità di gioco, i soldi persi e quelli giocati. Il Piemonte ha indici superiori alla media nazionale. La ludopatia è una dipendenza patologica, tanto quanto le droghe o l’alcool. È una tassa sulla povertà, spesso persone. Se aumento la possibilità di giocare, aumenti le persone che effettivamente giocano” è la denuncia di Maria José Fava, referente di Libera in Piemonte.
Alla protesta ha partecipato anche l’associazione Torino Città per le Donne.
“La nuova norma sul gioco d’azzardo, che ha cancellato la legge 9/2016, ha provocato l’aumento della spesa pro capite e della diffusione delle macchinette sul territorio, lo attestano studi promossi dalla stessa Regione con il CNR. E’ stata una scelta scellerata che determina un costo sociale che pagano soprattutto le famiglie più fragili” dichiarano il Segretario Regionale del PD, Domenico Rossi, e il consigliere regionale Diego Sarno.
“Il Presidente Cirio – prosegue Sarno – non perde l’occasione per sottolineare come cerchi sempre di valorizzare le amministrazioni locali e i piemontesi, allora lo faccia davvero considerando le 12mila firme e i 21 consigli comunali che rappresentano un segnale importante da parte di amministrazioni e cittadini che chiedono di essere ascoltati. È scaduto da un mese il tempo per la discussione della legge dopo la consegna delle firme e non rileviamo alcun segnale”.
“Nel corso della seduta odierna – spiega il consigliere Dem – ho chiesto di incardinare le proposte di legge regionale sul gioco e sulla doppia preferenza e anche di audire i due Comitati promotori che rappresentano la voce di tanti cittadini che chiedono a questa Giunta di cambiare rotta”.
“Oggi eravamo in tanti di fronte a Palazzo Lascaris a chiedere un passo indietro, tornando a mettere al centro la salute dei cittadini e non gli interessi economici. Durante la prima capigruppo utile il PD ribadirà la richiesta di inserire la Pdl nell’ordine del giorno dei lavori già accaduto la scorsa settimana. Non lasceremo nulla di intentato per salvaguardare la salute dei piemontesi: c’è tutto il tempo per approvare la legge già in questa legislatura” conclude Rossi.
PressGiochi
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