23 Novembre 2024 - 03:08

Piemonte: presentati i dati dello studio GAPS, in cura 765 persone ma la spesa media è di 958 euro

I cittadini piemontesi nel 2021 hanno speso in media 958 euro nel gioco d’azzardo online e 644 euro in sale gioco e casinò. Un dato che non rende l’idea di

04 Maggio 2023

I cittadini piemontesi nel 2021 hanno speso in media 958 euro nel gioco d’azzardo online e 644 euro in sale gioco e casinò. Un dato che non rende l’idea di quanto sia grave il problema della ludopatia poiché nella media viene considerata tutta la popolazione, mentre le cifre si alzano notevolmente se si calcolano solo coloro che hanno giocato almeno una volta. E ancora non emerge il dramma di chi ha giocato e perso decine di migliaia di euro in un anno.

All’interno del Piemonte i dati non sono omogenei visto che nelle città si gioca più che nelle aree rurali o montane (anche per la scarsa offerta di locali in cui giocare) e c’è una differenza anche per aree geografiche poiché nel nord del Piemonte e in particolare nell’area del Vco si gioca più che nel Cuneese e nella parte occidentale del Torinese.

Ma poche sono ancora le persone curate: 765 in tutto il Piemonte, quando si stima che ci siano 42 mila giocatori problematici.

Sono questi i risultati di uno studio Gaps (gambling adult population survey) applicato sul Piemonte, che è stato illustrato nell’ambito del convegno “Le buone prassi nel trattamento del disturbo da gioco d’azzardo”.

 

Il quadro piemontese è comunque più roseo della media italiana, che è di 745 euro spesi a testa nella rete fisica e 1132 nella rete telematica. “Frutto anche di una legge regionale varata nel 2016 dalla giunta di centrosinistra che ha limitato l’installazione di macchinette, tanto che nel 2021 si è raggiunto il numero minimo di apparecchi a partire dal 2016: 15.357 distribuiti in 2098 esercizi commerciali – ha spiegato Paolo Jarre, tra i pionieri in Piemonte a trattare il gioco d’azzardo come una dipendenza – Si tratta di una densità di offerta estremamente inferiore rispetto alla media nazionale ed è di grande interesse poiché secondo gli esperti la prossimità dell’offerta del gioco d’azzardo è riconosciuta come fattore di rischio”.

 

Eppure il Piemonte non ha fatto tesoro di questi risultati. Se i locali dotati di apparecchi sono diminuiti di oltre 5 mila unità dal 2016 al 2021 (quasi l’80%, ben più del 33% della media nazionale) proprio a partire da quell’anno, in corrispondenza della nuova legge regionale che ha allentato le limitazioni, mille locali hanno introdotto nuove macchinette, mentre la tendenza a livello nazionale continua ad essere in diminuzione.

 

Nel 2021 gli apparecchi sparsi nella regione sono aumentati del 10,3%, contro una diminuzione dell’1,4% in Italia. “Tenendo anche conto del passaggio al gioco online, secondo le stime fatte, se la legge del 2016 non fosse entrata in vigore, i Piemontesi avrebbero giocato 2 miliardi di euro in più, rispetto ai 34 miliardi effettivamente giocati. Di qui l’importanza di quella legge e i rischi legati al suo snaturamento dalla riforma del 2021”, conclude Jarre.

PressGiochi

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