L’associazione Astro ha inviato inviata al Direttore de La Repubblica, in riferimento all’articolo apparso il 12 dicembre 2022 sul quotidiano Repubblica ed. Roma, dal titolo <<Giochi e scommesse è azzardo
L’associazione Astro ha inviato inviata al Direttore de La Repubblica, in riferimento all’articolo apparso il 12 dicembre 2022 sul quotidiano Repubblica ed. Roma, dal titolo <<Giochi e scommesse è azzardo Mania – Business da 15 miliardi in crescita del 30%>>.
“Bologna, 12 dicembre 2022
Alla c.a. del Direttore Responsabile
Dott. Maurizio Molinari
Suo indirizzo
A mezzo email
Egregio Direttore,
in qualità di associazione di rappresentanza degli operatori del gioco legale, intendiamo con la presente replicare all’articolo di Salvatore Giuffrida apparso nelle pagine 8 e 9 dell’inserto locale (La Repubblica Roma) nell’edizione odierna del vostro quotidiano, dal titolo <<Giochi e scommesse è azzardo Mania – Business da 15 miliardi in crescita del 30%>>.
Intendiamo innanzitutto soffermarci sulla grave affermazione, dall’evidente contenuto diffamatorio, contenuta nell’ultima parte dell’articolo, in cui è scritto: <<la gestione del gioco d’azzardo dipende dall’Agenzia delle Dogane ed è delegata a società concessionarie che a loro volta affidano ad altri privati, proprietari di apparecchi e slot machine, l’installazione degli apparecchi nei pubblici esercizi: è qui che si infilano i clan mafiosi>>.
Si tratta di un passaggio in cui è evidente l’intento di equiparare alle organizzazioni criminali le imprese legali, contrattualizzate con i concessionari di Stato ed autorizzate con licenze rilasciate dalle autorità di Pubblica Sicurezza, che operano nella gestione degli apparecchi (AWP e VLT) omologati dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Un’equiparazione, quella tra le imprese che compongono il sistema del gioco legale e le organizzazioni criminali, che mal si concilia con le dichiarazioni, immediatamente successive, del Generale Altieri che, correttamente, si sofferma sull’enorme entità dei volumi d’affari del gioco illegale, il quale, aggiungiamo noi, si caratterizza per l’utilizzo di congegni e modalità operative (ad esempio, proprio l’utilizzo di quei server “fantasma” menzionati nell’articolo) che sono impossibili da utilizzare nell’ambito del sistema del gioco pubblico legale, il quale, per come è strutturato, non può, tra l’altro, sfuggire all’imposizione fiscale e alla integrale tracciabilità di tutti i flussi di denaro che gravitano al suo interno (aspetti normalmente non “graditi” dalle organizzazioni criminali).
Quanto ai dati sulla spesa indicati nell’articolo (di cui, peraltro, non sono indicate le fonti), siamo portati a ritenere che sia stata indebitamente confusa la spesa dei giocatori con la raccolta complessiva (che indica l’importo delle somme puntate al lordo delle vincite). Infatti, la spesa del gioco si ricava sottraendo dalle somme puntate (la raccolta) le vincite riscosse dai giocatori: oltre ad essere un criterio dettato da elementari criteri di buon senso, si tratta del criterio utilizzato dall’unica fonte ufficiale esistente in materia che è l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Se infatti si prendono gli unici dati (suddivisi per regioni, provincie e comuni) attualmente pubblicati sul sito istituzionale della ADM (fermi al 2019) possiamo notare, con riferimento alla Regione Lazio, che la spesa per tutti i giochi terrestri nel 2019 è stata di euro 1,81 miliardi (equivalente a circa 309 euro pro-capite).
Dall’articolo risulterebbe invece che nel 2021 la spesa per il gioco terrestre sarebbe stata di euro 4,4 miliardi, quindi, secondo la ricostruzione dell’articolo, vi sarebbe stato un aumento della spesa di circa il 150% tra il 2019 e il 2021.
Pur ritenendo ammissibile l’ipotesi di un trend crescente della spesa, riteniamo assolutamente inverosimile una percentuale di tale portata, rispetto alla quale, la proiezione di un’ulteriore crescita del 30% nel 2022 (ipotizzata nell’articolo, anche qui senza indicazione delle fonti) segnalerebbe, paradossalmente, l’inizio di un trend decrescente.
Riteniamo che problemi gravi come quello della ludopatia e del gioco illegale vadano affrontati in maniera seria (e con laico pragmatismo) e non attraverso quelle radicalizzazioni che talvolta spingono i detrattori del gioco legale a diffondere dati elaborati “ad arte” per suffragare le loro pulsioni ideologiche.
Allo scopo di verificare (per eventualmente ricrederci) l’ipotesi che anche in questo caso ci si trovi difronte ad una mistificazione di tale natura, chiediamo che ci vengano cortesemente forniti documentalmente i dati economici riportati nell’articolo (elaborati secondo il corretto criterio della suddivisione tra raccolta di gioco, vincite e spesa) e le relative fonti nonché di indicarci i documenti e le fonti da cui emergerebbe il dato della presenza nel Lazio di 180 mila persone affette da ludopatia.
Prima di valutare se intraprendere iniziative nelle sedi legali competenti, restiamo quindi in attesa di ricevere la suddetta documentazione.
Cordiali saluti
Avv. Isabella Rusciano
Centro Studi ASTRO Assotrattenimento2007-Confindustria SIT”
PressGiochi
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