Sarà il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Prof. Giuliano Amato, insieme al Sottosegretario di Stato per l’Economia e le finanze, Federico Freni, al Presidente della “Commissione d’inchiesta sul gioco illegale
Sarà il Presidente emerito della Corte Costituzionale, Prof. Giuliano Amato, insieme al Sottosegretario di Stato per l’Economia e le finanze, Federico Freni, al Presidente della “Commissione d’inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico”, Sen. Mauro Maria Marino, ed al Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, a presentare domani alle 11, al Senato, la Relazione conclusiva dell’attività svolta dalla Commissione d’inchiesta sul gioco.
Come scrive il senatore Riccardo Pedrizzi sulle pagine de La Discussione, “Viene così confermato con la partecipazione del Presidente Amato, anche fisicamente e metodologicamente, la continuità del lavoro svolto dalla Commissione d’inchiesta istituita in questa ultima legislatura con l’“Indagine conoscitiva sul settore dei giochi e delle scommesse” svolta per iniziativa di chi scrive, come presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, nel corso della XIV legislatura.
Del resto anche il contenuto dei due documenti appare ispirato alla stessa filosofia di fondo (la salvaguardia dell’ordine pubblico, la tutela della salute del giocatore consumatore ed il forte contrasto alla criminalità organizzata, ecc. ecc.). Per le analisi effettuate ci si è avvalso degli analoghi contributi tecnici e scientifici (sono stati auditi tra gli altri, oltre ai vari Ministeri competenti, esponenti delle forse dell’ordine e della magistratura, anche rappresentanti dei vari “Osservatori” ed esperti del settore, della sanità e della università, ecc. ecc.). Anche per le proposte fatte alla politica ed alle varie istituzioni, i due documenti conclusivi si muovono in piena sintonia a partire dalla richiesta raccolta da parte di tutti gli stakholders di varare al più presto “un testo normativo, che fosse allo stesso tempo un Testo unico di riordino della materia ed un testo normativo sulle riforme da adottare”, che riesca “nello sforzo ‘titanico’ di recepire i principi comunitari della libertà di stabilimento e di libera prestazione di servizi e tuttavia non abdicare al controllo dello Stato”. (Cfr. Comm. d’inchiesta). Richiesta rimasta per anni inascoltata da parte della politica e delle istituzioni, se è vero che fin dal 2003 la Commissione Finanze del Senato suggeriva di “predisporre un quadro normativo nuovo per consentire il controllo delle nuove forme di gioco, anche con misure concordate a livello comunitario, garantendo comunque agli operatori italiani di poter competere nei nuovi scenari”, anche per dare la possibilità agli imprenditori del settore di programmare con serenità gli investimenti necessari. Viene, inoltre, ribadita l’esigenza di “prevedere forme di compartecipazione al gettito derivante dalle entrate del gioco, che possano servire a supportare i servizi locali, sociali e sanitari” (cfr. Comm. D’inchiesta) in pratica applicando il cosiddetto principio di “sussidiarietà” evocato anche nel documento della Comm. Finanze del 2003. Quel che ci sembra degno di nota è che il documento nel suo spirito condivida le considerazioni dei magistrati della Corte dei Conti, che riconoscono grande importanza all’intero settore non solo perché assicura allo Stato consistenti entrate erariali, ma anche perché vede coinvolte numerose aziende che danno occupazione a centinaia di migliaia di addetti; che contribuiscono alla ricchezza nazionale; che partecipano attivamente al processo di innovazione tecnologico del nostro Paese. Per questo i componenti della Commissione d’inchiesta avrebbero voluto ascoltare i rappresentanti di tutte le associazioni maggiormente rappresentative, se la legislatura non si fosse interrotta anticipatamente. Si può concludere, pertanto, che il lavoro che si presenterà martedì prossimo e che di fatto si è mosso nella scia dell’Indagine conoscitiva svolta nella XIV legislatura, prendendo come riferimento l’Accordo in Conferenza unificata Stato-enti locali del 7 settembre 2017, potrà sicuramente rappresentare una buona base di lavoro per quei parlamentari che nella legislatura, che si apre tra qualche giorno, vorranno seriamente occuparsi di un settore intorno al quale la demagogia populista ha creato una vera e propria leggenda nera”.
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