22 Novembre 2024 - 05:08

Camera, pubblicato il pdl Caon per l’istituzione di nuove case da gioco

Con la Legislatura che volge al termine, gli uffici del Parlamento si stanno affrettando a pubblicare tutte quelle proposte che, seppur presentate, non erano state nemmeno inserite nel sito istituzionale,

08 Settembre 2022

Con la Legislatura che volge al termine, gli uffici del Parlamento si stanno affrettando a pubblicare tutte quelle proposte che, seppur presentate, non erano state nemmeno inserite nel sito istituzionale, rimanendo di fatto lettera mora.

Oggi è il turno della proposta a firma Roberto Caon, ex forzista oggi nel gruppo Misto, che reca la Delega al Governo in materia di istituzione di nuove case da gioco,
disposizioni concernenti la disciplina dell’esercizio della prostitu
zione e destinazione dei relativi proventi al finanziamento di misure in favore della famiglia.

 

La presente proposta di legge – riporta la relazione introduttiva – intende regolamentare l’istituzione di nuove case da gioco e l’esercizio della prostituzione, che sono da tempo oggetto dell’attenzione del legislatore, e destinare quota parte delle relative maggiori entrate alle politiche per la famiglia e in particolare al Fondo per le politiche della famiglia, alla riduzione dell’IVA per i prodotti per la prima infanzia, al Fondo di garanzia per la prima casa delle giovani coppie e al finanziamento dei buoni per il pagamento delle rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati. Si tratta, quindi, di prevedere benefìci derivanti dalla regolamentazione di fenomeni negativi per la società, quali quelli del gioco d’azzardo e della prostituzione. Le case da gioco sono regolamentate in tutta l’Europa. In particolare, i giocatori italiani residenti nelle regioni del nord Italia attraversano le frontiere per recarsi a giocare in Slovenia, Austria, Croazia e Svizzera. Si può parlare, quindi, di una sorta di turismo di settore. Inoltre si deve rilevare che i turisti cinesi, sempre più numerosi in Italia, sono molto appassionati al gioco e pertanto l’apertura di nuove case da gioco nei luoghi turistici più frequentati del nostro territorio rappresenterebbe un’ulteriore fonte di reddito. Per quanto concerne la prostituzione, anch’essa regolata in molti Paesi europei, secondo i dati relativi all’anno 2017 emersi nella Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, le 70.000 prostitute italiane, con i loro 9 milioni di clienti, muovono affari per 5 miliardi di euro, ma probabilmente la cifra è molto più alta. Alcuni dati, infatti, riportano cifre di oltre 20 miliardi di euro. Con la sentenza n. 22413 del 2016, i giudici della Corte di cassazione hanno stabilito, esaminando il caso di una donna fermata dalla Guardia di finanza per non aver dichiarato ingenti somme provenienti dall’attività di prostituta, che chi esercita la prostituzione deve pagare le tasse. Calcolando un’aliquota media del 27 per cento sui redditi di tale attività, sarebbero quindi possibili maggiori entrate da 1,5 a 5 miliardi di euro l’anno, da destinare alle finalità della presente proposta di legge. Per quanto riguarda le case da gioco, nel nostro Paese la relativa disciplina risente ancora di un’impostazione ormai datata ed è regolata attraverso deroghe al codice penale. Da anni è atteso un intervento legislativo chiaro ed esaustivo per disciplinare il fenomeno, considerato che la normativa vigente risulta incoerente e incapace di disciplinare in modo organico l’intero settore e che il gioco può essere un’occasione di sviluppo del turismo e delle attività economiche.

Con la presente proposta di legge si intende modificare l’attuale disciplina in materia di case da gioco, consentendo l’apertura di nuove case da gioco nelle località a vocazione turistica e soprattutto cambiando l’impostazione attuale che vede l’apertura delle case da gioco come una deroga al codice penale, da chiedere a chi si occupa dell’ordine pubblico, cioè il Ministero dell’interno. Saranno i comuni, per il tramite delle regioni, a chiedere l’apertura di nuove case da gioco al Ministro dello sviluppo economico, che le autorizzerà di concerto con il Ministro dell’interno per le questioni inerenti all’ordine pubblico e di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze per le questioni che riguardano tutte le problematiche fiscali connesse con il gioco d’azzardo.

Tra gli Stati membri dell’Unione europea è senz’altro l’Italia il Paese che più risente della disomogeneità della legislazione vigente in materia, che finisce per penalizzare, inevitabilmente, l’industria turistica nazionale. La contraddittorietà si coglie nella vigenza degli articoli da 718 a 722 del codice penale, che prevedono e sanzionano come ipotesi di reato l’esercizio di « giuochi d’azzardo », nonostante siano operanti nel territorio nazionale quattro case da gioco all’interno delle quali è possibile esercitare «legalmente » l’attività e nonostante si sia sviluppato un giro di affari colossale legato ai giochi di ogni tipo: questo rappresenta il paradigma del paradosso legislativo. Lo Stato ha visto crescere in modo esponenziale le entrate fiscali legate a ogni tipo di gioco o di lotteria, ma è necessario ricondurre il gioco alla sua più opportuna vocazione, quella di intrattenere i vacanzieri nei periodi di vacanza o di villeggiatura. Quanto poi alla regolazione della prostituzione, si osserva come da molti anni in Italia si sia prospettata all’opinione pubblica l’ipotesi che il fenomeno della prostituzione possa essere regolamentato in forme diverse da quella attuale, astrattamente illegale, di fatto diffusissima e incontrastata.

Nel corso degli ultimi anni si è considerata la prostituzione un fenomeno sociale largamente diffuso e tendenzialmente accettato e si è riconosciuto, altresì, che essa possa essere regolarizzata mediante norme che la rendano soggetta a regole, tributi e divieti. La cosiddetta « legge Merlin », cioè la legge 20 febbraio 1958, n. 75, recante « Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui », ha segnato la fine della prostituzione regolamentata e ha disposto la chiusura delle case di tolleranza, che per molti versi costituivano un sistema di sfruttamento delle donne. Dal punto di vista del raggiungimento degli obiettivi che la legge si prefiggeva, invece, oggi si assiste a uno scenario nel quale la prostituzione è in gran parte organizzata e sfruttata da organizzazioni criminali internazionali che espandono le loro propaggini anche nel territorio italiano. Ben lungi, quindi, dall’essere riuscita a eliminare del tutto la prostituzione, la legislazione vigente crea meccanismi di scarsa protezione per le persone che autonomamente e in piena e consapevole libertà decidono di dedicarsi all’esercizio della prostituzione. Queste, infatti, si trovano a non poter prendere in locazione appartamenti per esercitarvi la prostituzione poiché la legge Merlin colpisce con il reato di favoreggiamento il proprietario di immobili che conceda in locazione un appartamento dove poi viene esercitata la prostituzione.

Oggi, perciò, la prostituzione è vissuta in una situazione di semi-illegalità nella quale generalmente sono fuori controllo i più diversi abusi: la prostituzione per costrizione attuata in condizioni di lavoro degradanti, i maltrattamenti e altri delitti che gravitano intorno allo sfruttamento delle persone.

Sembrerebbe arrivato il momento socialmente e, quindi, politicamente favorevole  per ripensare gli strumenti che hanno contrastato la prostituzione fino ad oggi, attraverso un approccio che prenda in considerazione le gravi problematiche che caratterizzano il tema, per porre un freno alla tratta degli esseri umani, alla violenza diffusa e allo sfruttamento della prostituzione in spregio ai più basilari diritti delle persone.

Con la presente proposta di legge la prostituzione sarebbe considerata come un lavoro, cioè un fatto sociale pienamente accettato, ma necessariamente soggetto a regole, divieti, facoltà, poteri, obblighi e diritti per consentire che la prostituzione possa essere esercitata nel rispetto dei sentimenti di decoro e dell’emotività dei soggetti anche contrari nonché dei minori. In un contesto siffatto si riuscirebbe a ridare il dovuto rispetto alla dignità e alla libertà di tutti i soggetti coinvolti, sia gli operatori della prostituzione, sia i cittadini che male sopportano che la prostituzione sia esercitata nei luoghi più diversi.

Ai fini di quanto sopra esposto, l’articolo 1 individua le finalità della legge nella legalizzazione dell’apertura delle case da gioco e della prostituzione nonché nella destinazione delle maggiori entrate fiscali e dei proventi delle sanzioni a una serie di fondi in favore delle famiglie, delle giovani coppie e degli studenti nonché alla riduzione dell’IVA su alcuni prodotti.

L’articolo 2 delega il Governo ad adottare, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, un decreto legislativo recante norme per l’apertura e il funzionamento di nuove case da gioco al fine di regolamentare il gioco d’azzardo, di contrastare il gioco non autorizzato e clandestino, nonché di garantire un maggiore sviluppo all’industria turistica. I comuni, per il tramite delle regioni, presentano al Ministro dello sviluppo economico le relative domande. L’articolo detta i princìpi e criteri direttivi della delega, tra i quali la destinazione delle maggiori entrate derivanti dall’attuazione della delega a una serie di fondi in favore delle famiglie, delle giovani coppie e degli studenti nonché alla riduzione dell’IVA.

Gli articoli da 3 a 6 regolamentano la legalizzazione della prostituzione.

L’articolo 3 stabilisce che l’attività di prostituzione può essere svolta in forma autonoma o associata e che è compresa tra le attività di piccola impresa e artigianato. Essa è soggetta a controlli di polizia e sanitari e può essere esercitata, previo rilascio di uno specifico documento autorizzativo da parte delle prefetture-uffici territoriali del Governo, solo in luoghi chiusi (centri erotici o abitazioni). Anche in questo caso i proventi di registrazione e fiscali e delle sanzioni sono destinati a una serie di fondi in favore delle famiglie, delle giovani coppie e degli studenti nonché alla riduzione dell’IVA.

L’articolo 5 contiene misure di prevenzione sanitaria (l’uso obbligatorio del profilattico, oltre alle rigide previsioni sanitarie per l’esercizio dell’attività quale, ad esempio, l’obbligo di esami clinici trimestrali) e di reinserimento dei soggetti che intendono cessare l’attività di prostituzione.

 

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