“Quella del gioco d’azzardo patologico è un’emergenza che tutti conoscono ma che è difficile affrontare. C’è un tema da affrontare dal punto di vista nazionale. Se è una risorsa della
“Quella del gioco d’azzardo patologico è un’emergenza che tutti conoscono ma che è difficile affrontare. C’è un tema da affrontare dal punto di vista nazionale. Se è una risorsa della quale lo stato non può fare a mono è difficile imbracciare una battaglia seria e importante.
Dobbaimo conoscere i problemi nella loro realtà dei fatti e prendere in considerazione tutti gli elementi che possono aiutarci ad adottare le scelte migliori”.
Antonia Ciaramella, firmataria della legge sul gioco in Regione Campania è intervenuta così alla conferenza alla Camera oggi dal titolo Help Ludopatia.
Questo è l’approccio che abbiamo adottato in Regione Campania per la legge regionale di contrasto al gioco d’azzardo patologico. Una legge che è partita dalla volontà di guardare ai fatti e alle difficoltà delle varie parti, sindaci, asl, operatori…
Abbiamo provato a fare una distinzione tra chi ha a cuore la salute e la tenuta socioeconomica delle nostre comnità e chi fa speculazione e attività illegale. Facendo questo sforzo siamo riusciti a confezionare una legge che tenta di mettere insieme tutte le esigenze a partire dalla prevenzione, per poi considerare l’educazione delle comunità e la formazione degli operatori di gioco e addetti alle Asl e dei comuni.
Noi abbiamo cercato di realizzare una legge fattibile e praticabile. Ad esempio abbiamo immaginato una georeferenziazione di questi luoghi sensibili e di gioco così che sia gli operatori che i cittadini sono informati su come è organizzata la propria città.
Abbiamo costituito un Osservatorio regionale al quale tutti gli esperti e attori sono stati chiamati a far parte. Poi c’è la parte della formazione e presa in carico per la cura del soggetto.
E’ importante che al tavolo di lavoro ci siano tutti perché non si può pretendere che un’associazione da sola possa affrontare questo tema. Per la questione delle distanze abbiamo condiviso la proposta con gli operatori che sono gli unici che possono darci le informazioni che ci necessitano e vigilare sul buon andamento dell’attività. Esiste una distinzione tra chi fa buon lavoro e chi fa reato. Il lavoro si tutela sempre. Quello del gioco è sicuramente un tema etico, ma è un tema sul quale non ci si può dividere. E’ sempre giusto contrastare la dipendenza che porta alla distruzione di una vita e di una famiglia e ingrassa il malaffare. Su questo non ci possono essere divisioni”.
PressGiochi
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