“Abbiamo realizzato anche uno studio relativo alle attività di gioco durante il lockdown. I dati ci dicono che non c’è stato uno spostamento massiccio verso il gioco online. La maggior parte dei giocatori non ha giocato. Il tema della distanza dell’offerta non cambia nulla dal punto di vista delle dipendenze. Solo una riduzione dell’offerta può incidere a proteggere la popolazione che ha profili di rischio dipendenza”.
La dr.ssa Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale Dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità, ha partecipato questa mattina all’audizione presso la Commissione di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico in Commissione del Senato.
Pacifici ha presentato alla Commissione i dati in possesso dell’Istituto relativi all‘ultima indagine condotta relativa al gioco d’azzardo patologico risalente al 2018.
“Le lotterie istantanee sono i giochi più praticati tra donne e uomini nella fascia di età degli adulti – afferma la ricercatrice.
Il 42% dei giocatori è un giocatore occasionale, mentre i giocatori abituali, che giocano quasi tutti i giorni sono il 25% degli uomini. Il tabaccaio e il bar sono i luoghi di gioco più frequentati dal giocatori. Le sale scommesse e Vlt sono frequentate prevalentemente dagli uomini.
Abbiamo registrato il 3% della popolazione, pari a un milione e mezzo di persone a rischio gioco problematico.
La differenza di genere è importante. I giocatori problematici giocano prevalentemente con slot e Vlt, e con le scommesse virtuali.
Tra i giocatori problematici è molto frequentata la sala VLT.
Alcune caratteristiche tipiche di chi ha problemi sono la frequenza di gioco e il tempo trascorso al gioco: si gioca 5 o più volte la settimana e il tempo usato per giocare, sia online che nelle sale, aumenta tra i giocatori che hanno problemi. Il numero di giochi ai quali si partecipa è chiaramente correlato alla problematicità.
Altro dato importante è legato all’indebitamento, superiore tra coloro che presentano un profilo problematico. Anche gli stili di vita sono chiaramente correlati al tipo di giocatore: uso di alcol e tabacco.
Sulla pubblicità abbiamo cercato di capire quanto incide sul gioco: nel 14% dei casi il giocatore sociale viene invitato al gioco.
Per quanto riguarda i giovani – studenti minori – il 29% ha dichiarato di aver giocato d’azzardo.
Le differenze di genere sono importanti anche in questo caso con sole 17% di ragazze rispetto al 40% dei ragazzi.
La distribuzione nelle aree geografiche vedono differenze nel Sud Italia rispetto al Nord.
Il 21% dei giovani giocano online prevalentemente alle scommesse sportive. Alle lotterie istantanee le ragazze.
Nella frequenza la differenza di genere è importante. Le ragazze nell’80% dei casi giocano raramente. Il 52% dei ragazzi giocano nelle sale scommesse, luoghi nei quali per accedere serve una carta d’identità. Ma anche nelle ricevitorie. La scelta di giocare in base all’invito della pubblicità viene richiamato dal 34% dei giocatori problematici.
Abbiamo intrapreso nel 2017 un’attività con un numero verde per GAP al quale rispondono degli psicologi. Questo numero dovrebbe essere inserito in tutti i giochi d’azzardo. Tramite questa utenza abbiamo gestito 13mila telefonate di cui il 68% di uomini tra i 26 e i 55 anni in prevalenza.
I motivi di contatto erano prevalentemente la richiesta di aiuto per smettere di giocare. Le donne chiedevano aiuto per un famigliare giocatore” ha concluso Pacifici.
Il presidente della Commissione ha messo in evidenza il fatto che questi dati fossero del 2018, e ha invitato l’Istituto Superiore di Sanità ad aggiornare lo studio magari con un focus sul gioco online, in considerazione del fatto che negli ultimi anni la pandemia ha apportato modifiche fondamentali al mercato e alle abitudini di gioco tra i cittadini.
“Il gioco d’azzardo patologico è sicuramente una dipendenza che si può paragonare a quella da sostanze. Non è la vincita lo scopo del giocatore dipendente, ma è il giocate, la gratificazione l’attesa, il legame con il gioco. Chi ha una dipendenza da gioco non viene gratificato dalla vincita.
Certamente in molti casi troviamo comorbilità perché è evidente che stiamo parlando di persone fragili. Non diciamo che tutti coloro che giocano alle slot machine diventano giocatori, ma sono strumenti che nelle mani di una persona fragile possono diventare dipendenza” ha aggiunto la dr.ssa.
“Abbiamo realizzato anche uno studio relativo alle attività di gioco durante il lockdown. I dati ci dicono che non c’è stato uno spostamento massiccio verso il gioco online. La maggior parte dei giocatori non ha giocato. E’ evidente che se aumenta l’offerta – cosa che è avvenuto in maniera vertiginosa negli ultimi anni – aumenta la percentuale di persone che presenta problematiche. Ci sono numeri importanti di persone con problemi che non intercettano l’interlocutore pubblico. Per questo chiediamo che il numero verde venga applicato su tutti i giochi.
Durante il lockdown le chiamate sono aumentate nella durata, con una media di 40 minuti per chiamata.
Il tema della distanza dell’offerta non cambia nulla dal punto di vista delle dipendenze. Solo una riduzione dell’offerta può incidere a proteggere la popolazione che ha profili di rischio dipendenza.
Altro tema da approfondire è quello del gaming, non legato a vincite in denaro ma altri tipi di vincite. Questo comporta investimento di denari. Anche sull’online con le app di gioco. Lo schema di gioco e le motivazioni al gioco sono identiche al gioco d’azzardo. Questo modalità portano a preparare una generazione di giovani a diventare giocatori d’azzardo perché i meccanismi sono gli stessi. Massima attenzione quindi anche a questo aspetto”.
Di seguito riportiamo i dati dello studio condotto dall’ISS nel 2018 e presentato oggi in Commissione di inchiesta:
Giocatori problematici alle slot e Vlt – Secondo l’Istituto Superiore di Sanità chi ha problemi di gioco problematico gioca prevalentemente alle slot (52%) e alle vlt (33,6%) e scommesse virtuali (11%), e lo fa in maniera nettamente superiore ai giocatori sociali anche se abbiamo riscontrato un’alta percentuale di giocatori sociali, coloro che giocano senza mostrare i segni di un eventuale rischio di dipendenza, che giocano ogni giorno.
Analizzando i dati nel dettaglio, gioca alle Slot il 52% dei problematici contro il 12% sociali, e anche per le Videolottery (Vlt) c’è una grande differenza, il 33,6% contro il 2,5% dei giocatori sociali. Si gioca di più nel centro Italia anche se la prevalenza di problematici è molto sotto la media, 1,7% contro il 3% di media nazionale; nelle isole è il contrario, con la prevalenza dei problematici che superiore alla media nazionale a fronte di meno giocatori.
Tra i giocatori problematici è maggiore la percentuale di chi fuma (44,5% contro il 31,7%), di chi beve e di chi consuma sostanze stupefacenti. “Il giocatore problematico – spiega Roberta Pacifici dell’Iss – ha ottenuto la cessione del quinto (il 5,8%), prestiti da parenti e amici (il 27,7%), da società finanziarie (11,1%) o da privati (14,2%) in percentuale maggiore rispetto ad altri giocatori, e tale situazione si manifesta con percentuali crescenti all’aumentare della gravità del comportamento di gioco”. I giocatori problematici scelgono più spesso (30%) di quello sociali (14,5%) di giocare sulla base della pubblicità vista o sentita.
Pubblicità e giocatori – I giocatori problematici scelgono più spesso (30%) di quello sociali (14,5%) di giocare sulla base della pubblicità vista o sentita anche se solamente il 19% di essi sceglie di giocare dopo aver notato una pubblicità. Per la maggior parte dei giocatori, gli effetti della pubblicità non influiscono quindi sulle decisionie di gioco, a dispetto di quanto troppo spesso affermato in seguito alla decisione di abolirla tramite il Decreto Dignità.
La ricerca epidemiologica – realizzata in collaborazione con EXPLORA – ha consentito di focalizzare l’attenzione sul fenomeno gioco d’azzardo considerando i molteplici fattori che possono concorrere all’instaurarsi del comportamento problematico senza tralasciare i fattori che caratterizzano l’esperienza sociale del gioco. Tra le novità di questi studi il focus sui minori tra i 14 e i 17 anni e il focus sugli over 65enni. Lo studio nella popolazione adulta ha coinvolto complessivamente un campione rappresentativo della popolazione residente in Italia di 12.007 adulti. Il campione è composto dal 47,6% di maschi e dal 52,4% di femmine.
Lo studio nella popolazione scolastica italiana minorenne ha coinvolto complessivamente 15.602 studenti in età dai 14 ai 17 anni, provenienti da 201 scuole (187 pubbliche e 14 private parificate) e per i quali la normativa vigente vieta in assoluto la pratica del gioco d’azzardo. Il campione è composto da 49,1% maschi e 50,9% femmine.
Già da un anno, intanto, è attivo presso il Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, il Numero Verde 800 558822 per aiutare e orientare le persone con problemi legati al gioco d’azzardo e i loro familiari. “Dall’indagine è emerso che 18 milioni di italiani adulti hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno – dice Roberta Pacifici, direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS – di questi più di 13 milioni giocano in modo “sociale”, due milioni presentano un profilo a basso rischio e un milione e 400mila persone presentano un rischio moderato. Un milione e mezzo sono giocatori problematici – continua Roberta Pacifici – sono cioè coloro che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare la spesa, alterando inoltre i comportamenti sociali e familiari”.
Un’ulteriore indagine dell’ISS ha inoltre rilevato che quasi 700mila minorenni hanno giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. “Considerando che il gioco è vietato ai minori di 18 anni – continua Pacifici – bisogna tenera alta l’attenzione alla luce del dato emerso dall’indagine: di questi 700mila che giocano d’azzardo quasi 70mila sono già giocatori problematici”.
Ma qual è il profilo del giocatore problematico? Rispetto ai giocatori “sociali” i giocatori problematici praticano di più le Slot e le video lotterie e presentano stili di vita meno salutari: fumo, abuso di alcol e di sostanze stupefacenti. Il rapporto dell’ISS ha indagato anche l’aspetto economico del gioco problematico. Il 5,8% dei giocatori problematici, infatti, ha ottenuto la cessione del quinto sullo stipendio rispetto allo 0,7 dei non giocatori, il 27,7% ha ottenuto prestiti da società finanziare rispetto al 4% del non giocatore e il 14,2 ha chiesto prestiti a privati rispetto allo 0,9% dei non giocatori.
Anche il luogo del gioco caratterizza il giocatore problematico rispetto al giocatore sociale: I dati dell’indagine mostrano che, rispetto al giocatore sociale, il giocatore problematico predilige i luoghi lontani da casa (11,3% vs 2,5%) e dal lavoro (2,3% 0,8%), quelli che garantiscono la maggior privacy (10,7% vs 1,5%). I giocatori sociali, invece, scelgono più spesso i luoghi vicino casa (49,2% vs 37,5%) o vicino al posto di lavoro (14,9% vs 9,6%), con disponibilità di altri servizi (10,5% vs 6,6%).
L’indagine dell’ISS dedicata ai giovani studenti tra i 14 e i 17 anni, per i quali il gioco è vietato, ha rilevato che sono quasi 700mila invece quelli che giocano. Sono 17enni nel 35% dei casi, con un divario di genere molto marcato e prevalente nei maschi: 4 su 10. I giovani giocatori problematici invece sono il 3% dei giovani giocatori (circa 70mila studenti), praticano soprattutto scommesse sportive (79,6%) e lotterie istantanee (70,1%).
L’indagine, oltre a un focus sui giovani, si è concentrata sugli over 65, rilevando che sono circa 3 milioni quelli che giocano, senza divario di genere, sia uomini che donne. Di questi 3 milioni il 2% è un giocatore problematico. Preferiscono le lotterie come tipologia di gioco e lo fanno dal tabaccaio o al bar.
Per aiutare i giocatori a rischio l’Istituto Superiore di Sanità ha attivato il Numero Verde, che in modo anonimo e gratuito, aiuta i giocatori a rischio e problematici e i loro familiari orientandoli sui servizi più vicini al loro domicilio in grado di sostenerli. Proprio per far conoscere questo strumento di aiuto l’ISS ha attivato una campagna di comunicazione nazionale che, grazie al contributo di Responsabilità Sociale RAI, promuoverà la presenza degli esperti del Numero Verde nelle trasmissioni. La campagna inoltre è sostenuta dalla Diocesi di Roma grazie alla quale il Numero Verde sarà promosso nelle 336 parrocchie romane e in tutte le sale d’attesa di Italo Treno. Dal 21 ottobre, inoltre, partirà la diffusione dello Spot ISS su altri mezzi (TV, radio, periodici, social, web) per dare la massima diffusione al Numero Verde.
Quanti sono i giocatori in Italia?
Gli adulti
Il 36,4% degli italiani (circa 18.450.000 persone) ha giocato d’azzardo almeno una volta nei 12 mesi antecedenti l’intervista. Il gioco d’azzardo nell’ultimo anno ha interessato quasi un uomo su due (43,7% pari a oltre 10.500.000 residenti) e una donna su tre (29,8% pari a 7.900.000 residenti). Si gioca d’azzardo soprattutto tra i 40 e 64 anni. Si inizia a giocare soprattutto tra i 18 e i 25 anni (51,8%) e tra i 26 e i 35 anni (18,4%), più raramente si inizia a giocare oltre i 46 anni (7,4%).
Considerando le diverse aree geografiche, la prevalenza di giocatori d’azzardo maggiore è nel Centro, (42,7% vs 36,4% di media nazionale), seguono i residenti del Nord Ovest (39,3% vs 36,4% di media nazionale), i residenti delle Isole (35,8% vs 36,4% vs 36,4% di media nazionale), i residenti dell’area Sud (33,8% vs 36,4% di media nazionale) e infine i residenti del Nord Est (29,3% vs 36,4% di media nazionale).
A cosa giocano gli italiani?
In generale, si gioca prevalentemente alle lotterie istantanee o in tempo reale (26,2%), al lotto o lotterie a esito differito (12,8%), ai giochi numerici a totalizzatore (10,9%), alle slot machine (7,4%). Il 4% dei giocatori pratica anche sia le scommesse sportive sia gli altri giochi a base sportiva, mentre le VLT (Video Lottery Terminal) sono scelte dal 2,6 % dei giocatori.
Dove giocano gli italiani?
Si gioca soprattutto dal tabaccaio (82,6%), al bar (61,8%) nelle ricevitorie (26,9%), nelle sale scommesse (12,5%) e nelle sale bingo (8,2%). Gli italiani scelgono il luogo dove giocare preferibilmente perché vicino casa (47,3%), casualmente (31%), o perché ritenuto fortunato (11,5%), seguono luoghi vicini al posto di lavoro (14,6%) e luoghi con disponibilità di altri servizi (9,9%).
Quanti sono in Italia i giocatori problematici?
Il 26,5% (pari a circa 13.435.000) si è dedicata al gioco d’azzardo in modo “sociale”, con differenze significative tra maschi e femmine (rispettivamente 30,2% vs 23,1%). I giocatori a basso rischio sono il 4,1% (circa 2.000.000 di residenti) e i giocatori a rischio moderato sono il 2,8% (circa 1.400.000 residenti). I giocatori problematici sono il 3% (circa 1.500.000 residenti). Tra i giocatori problematici la fascia di età 50 – 64 anni è la più rappresentata (35,5%).
Nelle diverse aree geografiche l’alta prevalenza di gioco d’azzardo non corrisponde all’alta prevalenza di comportamento problematico. Infatti, considerando la distribuzione geografica si osserva che si gioca di più nel Centro Italia anche se la prevalenza di giocatori problematici è molto sotto la media (1,7% vs 3% di media nazionale); di contro nelle Isole dove la prevalenza di giocatori è al di sotto della media nazionale (35,8% valore al di sotto della media nazionale 36,4%), la prevalenza di giocatori problematici è del 5,8% maggiore della media nazionale del 3%. Nel Sud la prevalenza di giocatori è 33,8% (sotto la media nazionale del 36,4%) e la prevalenza di giocatori problematici è 4,6% contro il 3% di media nazionale. La prevalenza di giocatori nel Nord Ovest è 39,3% (sopra la media nazionale 36,4%) e la prevalenza di giocatori problematici è il 3%, in linea con la media nazionale. Infine, la prevalenza di giocatori nel Nord Est è 29,3% (al di sotto della media nazionale 36,4%) e la prevalenza di giocatori problematici è 0,8% nettamente al di sotto della media nazionale del 3%.
Gli stili di vita e il giocatore problematico
L’indagine ISS riscontra l’associazione positiva tra comportamento problematico e comportamenti eccessivi negli stili di vita che suggerisce la “vulnerabilità” di alcuni individui. Infatti, tra i giocatori d’azzardo problematici rispetto ai giocatori sociali è maggiore la percentuale di chi fuma (fumatori occasionali o abituali 44,5% vs 31,7%). Inoltre, tra i giocatori problematici sono maggiori le percentuali del consumo di alcolici 4 o più volte a settimana, in particolare di birra (9,7% vs 4,3%) ready to drink (1,9% vs 0,3%), aperitivi (4.9% vs 0.9%) e superalcolici (5.4% vs 0.6%) rispetto ai giocatori sociali. Infine, sembra caratterizzare maggiormente il giocatore problematico, il fenomeno del binge drinking (3,8% vs 0,2%) e il consumo di sostanze stupefacenti (10,6% vs 2,3%; consumo negli ultimi 12 mesi)
A cosa giocano i giocatori problematici?
Il comportamento problematico di gioco si associa all’uso di Slot e VLT. Considerando l’arco temporale degli ultimi 12 mesi, la percentuale dei giocatori problematici che giocano alle slot-machine (51,9%), alle VLT (33,6%) e alle scommesse virtuali (11,7%) è nettamente superiore rispetto alle percentuali osservate nel gruppo di giocatori sociali (slot-machine 11,9%; VLT 2,5%; scommesse virtuali 0,6%). Le lotterie istantanee risultano l’unica categoria di giochi con percentuale più alta tra i giocatori sociali rispetto ai giocatori problematici (71.2% vs 68.4%). Inoltre, considerando l’indicatore per la frequenza di gioco “almeno una volta a settimana”, si osserva che i giocatori problematici giocano di più alle slot machine rispetto ai giocatori sociali (28,8% vs 1,8%), alle VLT (17,9% vs 0,3%), alle lotterie istantanee (45,9% vs 26,6%) e alle lotterie a esito differito (27,8% vs 10,8%).
Dove giocano i giocatori problematici e con quali motivazioni?
Se i giocatori problematici e i giocatori sociali frequentano con le stesse percentuali i tabaccai (83% circa), si osservano differenze nelle percentuali rispetto a bar (70,6% vs 58,4%), altra ricevitoria (47,4% vs 20,9%), sale scommesse (27,6% vs 7,3%), sale bingo (17% vs 5,6) e sale VLT (15,8% vs 0,5%). I dati dell’indagine mostrano che il giocatore problematico predilige i luoghi lontani da casa (11,3% vs 2,5%) e dal lavoro (2,3% 0,8%), quelli che garantiscono la maggior privacy (10,7% vs 1,5%), con un’area fumatori (8,7% vs 1%), o in base al pay out (0,8% vs 0,1%). D’altro canto, i giocatori sociali scelgono più spesso i luoghi vicino casa (49,2% vs 37,5%) o vicino al lavoro (14,9% vs 9,6%), con disponibilità di altri servizi (10,5% vs 6,6%) e più spesso scelgono casualmente il luogo di gioco (33,2% vs 19,3%).
Pubblicità
Solo il 19,3% dei giocatori che dichiarano di aver notato la pubblicità di un gioco d’azzardo ha scelto di giocare in base alla pubblicità vista o sentita, l’80,7% dichiara di non aver scelto di giocare in base alla pubblicità. I giocatori problematici scelgono più spesso (30%) dei giocatori sociali (14,5%) di giocare sulla base della pubblicità vista o sentita.
Gioco legale vs gioco illegale
Le risposte dei giocatori hanno consentito di individuare un gruppo di soggetti che hanno dichiarato di aver giocato negli ultimi 12 mesi antecedenti la ricerca anche presso aziende illegali. Nella popolazione adulta si osserva che nella pratica del gioco fisico tra i giocatori problematici la percentuale di chi ha praticato anche gioco illegale è doppia (5,1%) rispetto ai giocatori sociali (2,7%). Nella pratica del gioco on line tale percentuale è tre volte maggiore (12,8% giocatori problematici vs 4,8% giocatori sociali). Si evidenzia che un’alta percentuale di rispondenti ha dichiarato di giocare presso aziende diverse da quelle indicate nel questionario.
Aspetti economici È interessante osservare che il giocatore problematico ha ottenuto la cessione del quinto sullo stipendio (5,8%), prestiti da parenti e/o amici (27,7%), da società finanziarie (11,1%) o da privati (14,2%) in percentuale maggiore rispetto agli altri cluster di giocatori e tale situazione si manifesta con percentuali crescenti all’aumentare della gravità del comportamento di gioco.
PressGiochi
L | M | M | G | V | S | D |
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28
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1
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2
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3
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4
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7
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8
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9
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10
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15
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16
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17
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18
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19
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20
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21
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22
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23
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30
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1
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